Chapter 4 - The Impossible

719 49 12
                                    

Harry sgranò gli occhi, cosa?
Aprì la bocca con l'intenzione di rispondergli ma si ritrovò a boccheggiare, non sapeva minimamente che dirgli. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo e quando li riaprì, il ragazzo - inizialmente posto avanti a sé - non c'era più. Per un momento pensò che fosse meglio andarlo a cercare per chiedergli spiegazioni ma poi pensò che fosse meglio lasciar correre, probabilmente se l'era solo immaginato.

Il resto della mattinata passò tranquilla, aveva preso dei fogli, una matita e aveva iniziato a disegnare nuovi vestiti. Non sapeva precisamente cosa dovesse fare e per questo decise di spendere il suo tempo in quel modo, sarebbero serviti a qualcosa no?

Intorno l'ora di pranzo, la porta del suo ufficio si aprì facendo spuntare Hermione con un piccolo sorriso dipinto sul volto.

«Stiamo andando a pranzo, vieni?» gli chiese e Harry semplicemente posò la matita sul foglio e annuì.

Si alzò dalla sedia e la affiancò. Insieme scesero fino al piano terra dove vide Draco, Dorian e un ragazzo dai capelli rossi intenti ad affrontare una discussione che doveva essere davvero importante date le facce serie dei tre.

«Andiamo?» li interruppe la ragazza, i tre si girarono.

«Oh mio dio, viene anche lui?» roteò gli occhi al cielo Draco quando vide Harry.

«Oh andiamo Draco, smettila» lo riprese Dorian «È nuovo, è giusto farlo ambientare»

«Facendolo venire a pranzo con noi? Con te?» quasi rise «Brutta idea Dorian, veramente orrenda» e uscì dalla porta principale raggiungendo la macchina dove Alexandre li stava attendendo con le porte aperte.

«Non ascoltarlo Harry» lo tranquillizzò l'uomo «È così con tutti, pian piano si scioglierà» gli dedicò un mezzo sorriso «Comunque lui è Ronald» cambiò poi argomento riferendosi al ragazzo lentigginoso al suo fianco «Ma puoi chiamarlo Ron, è colui che organizza le sfilate per le nostre nuove collezioni» disse.

«Piacere» disse il corvino sorridendo e allungando la mano verso il ragazzo rosso «Sono Harry» e il giovane gli strinse la mano facendo un enorme sorriso.

«È un piacere conoscerti Harry»
_

Quando arrivarono al ristorante, i cinque si sedettero ordinando immediatamente da bere. Stavano morendo di sete.

Non appena il cameriere si allontanò dal tavolo, Draco tirò fuori dalla sua ventiquattrore una serie di fogli con sopra dei disegni. Dovevano essere vestiti.
Lo mostrò a Dorian che in risposta fece un mezzo sorriso felice, iniziò a guardare foglio per foglio ma non sembrava molto entusiasta del lavoro che probabilmente il biondo aveva fatto.

«Li hai fatti tu?» si azzardò a chiedere Harry guardando il biondo che sbuffò.

«Sì, qualche problema?»

Il corvino posò il calice di vino che aveva preso e diede uno sguardo ai disegni prima di rispondere.

«Il blu scuro e il nero non stanno bene insieme» gli disse.

«E questo chi lo stabilisce? Tu?» rise.

«La moda» lo guardò negli occhi «Lo stabilisce la moda» specificò prima di allungarsi per prendere il foglio e poggiarlo sul tavolo davanti ai due «Non si devono mai abbinare due colori troppo scuri o troppo appariscenti, devono alternarsi» lanciò uno sguardo a Dorian che lo stava guardando incuriosito «In questo caso il nero» indicò la gonna nera del disegno «È come se svolgesse il ruolo che invece dovrebbe avere il blu» spiegò indicando la maglia dal colore scuro «Ti consiglio di cambiare il blu scuro con un blu elettrico, vedrai che sarà molto più bello da vedere perché il colore elettrico darà un tocco di luce dato che il nero è un colore scuro mentre appunto il blu elettrico no, è acceso e ci sta bene»

Dorian spostò prima lo sguardo su Draco e dopo su Harry, era incredulo «Draco, hai un pennarello blu elettrico?» chiese.

«In ufficio» rispose solamente, si stava guardando il ragazzo con uno sguardo fulmineo.

«Posso rifarlo io se volete, entro stasera avrete il vostro disegno» si propose Harry.

«È un ottima idea secondo me» si intromise Hermione che aveva un piccolo sorriso fiero dipinto sul volto.

«Anche secondo me» la appoggiò Dorian.

«Quoto» disse anche Ron.

«Draco?» lo chiamò l'uomo cercando una risposta anche da parte sua.

«Certo» fece un sorriso maligno «Lasciamo rifare il disegno al nuovo arrivato, sono sicuro verrà benissimo» la voce era profonda, provocatoria. Aveva in mente qualcosa e il corvino lo aveva capito.

«Guarda che se preferisci farlo tu non ho problemi, la mia era solo una proposta» disse guardando il biondo.

«Oh no, no» rispose bevendo un sorso di vino «Pensaci tu, infondo sei qui per provare no?» alzò un sopracciglio.

Harry sospirò pesantemente e annuì incerto, sapeva che glie l'avrebbe fatta pagare in qualche modo.

Per il resto, anche il pranzo passò tranquillo. Harry e Ron avevano preso confidenza e avevano parlato letteralmente di tutto, prima di quel momento il giovane si era anche dimenticato come fosse avere degli amici.

Appena ritornarono nell'enorme struttura, Harry si affrettò a raggiungere il suo ufficio per iniziare a fare quel disegno di cui avevano parlato a pranzo ma bastarono pochi istanti per far sbuffare pesantemente il giovane che si alzò dalla sedia solo dopo aver recuperato la matita, i colori e il foglio sul quale stava disegnando per raggiungere l'ufficio di quel maledetto biondo ossigenato. Era sicuro che sarebbe arrivato a fine settimana con il fumo che gli usciva dalle orecchie.

Bussò alla porta prima di entrare e, come si aspettava, Draco roteò gli occhi al cielo non appena lo vide. Doveva proprio non sopportarlo per fare ogni volta quelle espressioni.

«Non so cosa tu voglia ma sappi che qualsiasi cosa sia non mi interessa, vattene da qui» gli disse subito serrando la mascella.

«No» rispose a tono, lo raggiunse dietro la scrivania sulla quale gli poggiò tutto ciò che si era portato dietro dal suo ufficio.

«Cosa significa questo?» alzò un sopracciglio.

«Non è giusto lo faccia io» disse, gli occhi verdi puntati in quelli del ragazzo avanti a sé.

«Oh, piccolino. Hai paura?» usò un tono da pura presa in giro modificando leggermente la voce.

«Di te?» assunse un'espressione divertita «Non potrei mai» rispose «Senti, mi sento in colpa, okay?» ammise.

«E per cosa? Per esserti intromesso nella conversazione? Di avermi rubato il disegno? O forse di avermi fatto fare la figura più brutta di tutti i tempi davanti al mio capo?» iniziò ad elencare con un tono che non ammetteva repliche.

«Mi dispiace» sospirò «Solo che ho visto quei due colori abbinati e non ci ho visto più, i miei occhi non possono vedere certe cose» lo guardò sinceramente dispiaciuto «Questo disegno è tuo, l'idea è tua, spetta a te farlo e non a me»

Il biondo lo guardò per qualche secondo, il giusto per capire se le sue parole fossero sincere o fosse solo scena. Si alzò dalla sedia lentamente continuando a guardarlo negli occhi.

«Ti dispiace davvero?» chiese ugualmente nonostante sapesse già la risposta.

«Sì» soffiò «Mi dispiace davvero» confermò.

«Allora ho una proposta da farti» il tono era più calmo, pacato, non era derisorio, era serio.

«Sentiamo» lo incoraggiò a parlare.

«Che ne dici di sederti qui con me e affiancarmi in questa impresa titanica?» fece un mezzo sorriso divertito.

«Impresa titanica dici?» ridacchiò.

«Proprio impresa titanica» quasi rise.

«E che impresa titanica sia» sorrise sedendosi su una sedia posta accanto alla scrivania del giovane.

Harry in quel momento pensò che stava accadendo l'impossibile, fino a dieci minuti prima si stavano insultando, fulminando con lo sguardo e ora stavano collaborando in qualcosa che doveva essere interamente del biondo.

Era strano ma gli piaceva, gli piaceva tremendamente tanto.

Finché ci saranno le stelle - DrarryOnde histórias criam vida. Descubra agora