Capitolo 15

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OGGI

"Starò via solo qualche giorno", disse Can a Sanem, mentre erano seduti al parco a osservare Efe giocare con della sabbia.

Lei lo guardò e non poté trattenersi dal dire: "Ci mancherai", per correggersi subito dopo "cioè mancherai a Efe. E' abituato, ormai, a vederti ogni giorno..."

"Lo stesso vale per me. Mi mancherà immensamente quel monello e mi mancherai anche tu Sanem. Non te l'ho ancora detto ma sei stata davvero in gamba con lui. E' un bambino stupendo! E io ti devo ringraziare per avermi permesso di entrare a far parte della sua vita."

"Se tra noi non ha funzionato, non è giusto che sia Efe a pagarne le conseguenze. Lui non ha nessuna colpa. Inoltre devo dire che sei molto bravo con lui...non me lo sarei mai aspettata. Mi hai sorpreso!"

Can sorrise: "Non è per niente difficile volergli bene...come a te, del resto..."

"Can, ti prego..."

"Lo so scusami, non avrei dovuto... Ma non posso fingere che tu mi sia indifferente Sanem, non lo sarai mai!"

Un silenzio carico di significato calò tra di loro. Erano seduti fianco a fianco, senza toccarsi, ma l'elettricità che scorreva tra i loro corpi era palpabile. Can avrebbe voluto allungare la mano e afferrare quella di Sanem, ma aveva paura e Sanem non era ancora sicura di potersi fidare di lui per fare il primo passo.

Ci pensò il piccolo Efe a risolvere la situazione richiamando, con un gridolino, la loro attenzione.

"Credo sia il momento di rientrare", disse Sanem alzandosi.

"D'accordo", acconsenti Can.

Poco dopo, davanti a casa, si salutarono. Can abbracciò il bimbo e gli raccomandò di prendersi cura della sua mamma, poi rivolto a Sanem disse: "Non voglio turbarti e non voglio più ferirti, per cui se vuoi che rimaniamo solo amici per me va bene".

"Non è questo il momento di parlarne, Can. Lasciamo che le cose vadano per il loro verso, senza forzarle. Ora vai, fai quello che devi e torna da noi..."

"Va bene...grazie", rispose per poi chinarsi a baciarle una guancia. Lei gli sorrise e quel sorriso accese in lui una nuova speranza e gli permise di partire col cuore più leggero.

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"Ayan, mi raccomando, per qualsiasi cosa chiama!"si raccomandò Sanem per l'ennesima volta prima di uscire e raggiungere Metin, che la stava aspettando in macchina per andare all'aeroporto.

"Uffa! Ho capito, stai tranquilla andrà tutto benissimo, ora vai o perderete il volo", la rassicurò di nuovo Ayan.

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Seduta accanto a Metin sull'aereo diretto a Parigi, Sanem non riusciva a stare ferma. Una strana agitazione si era impossessata di lei.

"Cosa ti succede?"le chiese Metin allarmato "Paura di volare?"

"Magari fosse solo quello...in realtà ho paura che a Can non farà piacere che io mi presenti alla mostra... Altrimenti mi avrebbe detto il motivo della sua partenza..."

"Tu glielo hai chiesto?"

Sanem ammutolì e poi rispose: "Beh no, quando siamo insieme per lo più parliamo di Efe".

"E allora? Pensi davvero che Can parli con te del reportage che è andato a fare subito dopo averti lasciato?"

"No, forse hai ragione... Ma se non fosse comunque contento di vedermi?"

"Sanem, quell'uomo è ancora innamorato di te, non far finta di non averlo capito. Tu, piuttosto, cosa provi per lui?"

"E' una domanda difficile, Metin e al momento non so davvero cosa risponderti. Mi sento attratta da lui e ogni tanto, quando siamo insieme al bambino, al parco o passeggiamo, ho quasi la sensazione di essere una famiglia, ma poi ricordo quanto mi ha ferito, umiliato e prendo le distanze. So che questo lo addolora, ma non posso farci niente, non riesco a fidarmi di lui e, in tutta onestà, non so se riuscirò più a farlo!"

Metin non replicò, si limitò a prenderle la mano e a sorriderle incoraggiante. In cuor suo capiva perfettamente Sanem, ma se la conosceva bene, sapeva che, una volta scoperta la verità su ciò che era accaduto a Can in quei tre anni, il suo atteggiamento verso di lui sarebbe cambiato.

Atterrarono all'aeroporto De Gaulle che era notte fonda e con un taxi raggiunsero l'hotel dove avrebbero alloggiato per le due giornate successive. L'indomani, sabato, fecero un giro panoramico della città, e poi, nel tardo pomeriggio, andarono all'inaugurazione della mostra.

Questa era stata allestita presso la "Casa della Fotografia" e quando Sanem si presentò, al braccio di Metin, ebbe il presentimento che quel viaggio avrebbe portato con sé non poche sorprese.

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