il mio Harry

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capitolo 31



I miei occhi osservarono tristemente quei frammenti di immagini, dalla polizia, ad Harry che raccontava del rapporto con la sua ex ragazza, le numerose chiamate a Camille, il mandato di perquisizione per poter frugare in casa loro, le infinite domande che mi fecero quasi dubitare della verità e di me stessa e le macchine che entravano e uscivano dal grande cancello, attendendo che la scientifica portasse le impronti digitali della possibile omicida.

"Come stai?" Chiesi ad Harry, poggiando il fondoschiena sul bracciolo del divano su cui era seduto, con un bicchiere di vetro ormai privo di acqua, stretto tra le dita e gli occhi puntati verso il tavolino da caffè, stracolmo di cartacce, penne e sigarette, alcune spente all'interno di un posacenere, altre infilate nel pacchetto, sgorganti da esso, pronte a essere afferrate dalle dita di Harry, che -tentando di mantenere il controllo- tremava esageratamente, scaricando tutto il suo nervosismo sul suo indice chiuso in un grosso anello ed il medio, che dopo aver spento rudemente la cicca in mezzo la cenere delle precedenti, toccava nervosamente la collana con la croce che portava al collo.

"Sono stato un coglione a crederle" Disse solo, guardandomi e poggiando una mano sulla mia coscia, stringendola lievemente dopo avermi dato un rassicurante sguardo. "Andrà tutto bene" Ripetè le parole che gli dissi l'ora prima e mi sorrise dolcemente, dimostrandomi come entrambi in quel momento avessimo bisogno del supporto reciproco, un dolore che riuscivamo a dividere insieme e che avrei voluto volentieri portare sulle spalle solo io, evitando di lasciarlo in una tale sofferenza.

Era qualcosa che non avevo mai provato, non sopportare di sapere una persona soffrire e voler piuttosto, invertire la situazione e subire tutto il dolore da sola.

Harry si era fidato di una donna che lo aveva tradito nella maniera più spregevole che poteva esistere, uccidendo una persona a lui cara e nascondendolo per quasi un anno.

Non lo meritava.

Mi tormentava sapere che una persona avesse fatto tanto male ad Harry, al mio Harry, a quel ragazzo che avrebbe fatto di tutto per farmi stare bene, che mi stava donando un pezzo di sé e che in quel momento era cieco dalla tristezza e dalla delusione che forse non si aspettava di ricevere, un'ingenuità che pareva non appartenergli, ma che invece era proprio spiaccicata sul suo duro aspetto, sulle sue forti spalle e sui suoi brillanti occhi, quel giorno, spenti più che mai.

"Le impronte confermano che Camille Rowe, centri con l'omicidio di Chloè Williams" Disse un poliziotto dalla camicia bianca e i pantaloni scuri, che seriamente, teneva stretto tra le dita il suo cellulare, non degnando di uno sguardo né me né Harry. "Avvieremo tutte le pratiche a breve e vi terremo aggiornati, Camille sarà immediatamente arrestata" Furono le ultime parole che sentii, prima di veder riversare fuori una decina di uomini, che svuotarono la casa e lasciarono il caos totale in ogni dove.

"Ma Camille dov'è?" Chiesi ad Harry mentre entrambi ci alzammo, lui con gli occhi leggermente spalancati ed io con la mano che cercava disperatamente la sua, attendendo un misero contatto.

"Era nel suo appartamento a Notting Hill, credo stiano per portarla in centrale" Disse, mentre io annuii sorpresa a causa della nuova informazione, guardandolo in seguito mentre andava a veloci passi verso la porta d'ingresso attraverso cui erano usciti gli uomini, chiudendola e sospirando fortemente, prima di girarsi e andare in direzione delle scale.

"Il viaggio per la Scozia si può annullare?" Domandai alzando la voce, sentendo i suoi pesanti passi arrivare al primo piano, facendomi domandare cosa stava facendo.

G u c c i   [ H.S ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora