6. Parola d'ordine: 'Distaccata.'

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Ludovica 

Alla festa

Il Molo è il nome del locale in cui ci troviamo.

Appena entrati, un mucchio di gente si scatena in pista, tutti sono ammassati e si strusciano corpo su corpo.

Posizionato in un piccolo palchetto sulla destra, si trova il dj che agita le mani a ritmo di musica, incitando la folla.

Sulla sinistra c'è il bancone, da un lato occupato dai barman che agitano abilmente lo shaker circondati da molte bottiglie di superalcolici e, di fronte a loro, ci sono un sacco di persone che aspettano trepidanti i loro cocktail.

Sul lato destro vi è una grande portafinestra scorrevole trasparente; attraverso di essa scendendo la scalinata, è possibile accedere a una pedana in legno che si affaccia sulla spiaggia.

«Prendiamo qualcosa da bere e poi andiamo a ballare» urla Dalila per farsi sentire.

«D'accordo, uno shot, e poi volete il solito?» chiede Lele e gli altri annuiscono.

Lele ci indica il bar, così lo seguiamo e ci spostiamo lì.

«Tu non vuoi niente?» mi chiede Leo, ricevendo un no con la testa come risposta.

«Nemmeno lo shot? Siamo a una festa, dopotutto» mi ammonisce Dalila.

«Le faccio dare un sorso al mio cocktail» interviene Clara in mio soccorso.

Presi i drink, ci spostiamo verso la pista.

Nel punto in cui ci troviamo vediamo tutto ciò che accade nella sala; individuiamo subito i nostri compagni e notiamo qualche altro ragazzo della scuola.

Dalila emette un gridolino e ci indica il ragazzo che stava fissando con gli occhi illuminati dalla felicità.

Marco è lì in mezzo alla pista che si dimena insieme ad altri. Dalila osserva ogni suo movimento, si gira verso di noi e finisce velocemente di bere. Dopodiché, lascia il bicchiere nelle mani di Leo, e senza preavviso ci trascina in pista vicino a Marco.

Quest'ultimo, vedendoci arrivare, ci saluta e ritorna dai suoi amici.

La musica ci travolge, così iniziamo a ondeggiare un po' impacciate.

Leo non si trova più accanto a Lele e quest'ultimo si sta intrattenendo con una ragazza.

Continuando a ballare, mantengo lo sguardo su di loro per cercare di capire chi è la sua compagnia di stasera.

Si tratta forse di quella di cui parlavano fuori dall'auto?

Un sentore di fastidio mi pizzica la gola.

Non l'ho mai notata prima, non credo frequenti la nostra scuola, o forse sì?

Non ne sono sicura.

È più alta e slanciata di me e ha i capelli biondi.

Esattamente il mio opposto.

Non riesco a vedere altro, poiché si trova di spalle.

Sembra proprio che lui la conosca bene e che gli piaccia parecchio.

Stanno flirtando, mi sembra ovvio.

Che mi aspettavo? Che per una volta se ne stesse buono senza una ragazza tra i piedi?

Poi, perché dovrebbe farlo, è libero.

Sì, ma perché mi dà così fastidio?

Mi maledico. Colpa di quel dannato sogno, mi ha confusa.

Il rischio di saper osareWhere stories live. Discover now