Stanza delle necessità

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Passò qualche giorno da quando ricevetti il marchio, i miei genitori mi guardavano con aria fiera mentre Mattheo era come se provasse pena per me.

«Grazie Narcissa» sorrisi.
«E di che tesoro, spero verrai altre volte» disse la donna.
«Certamente» dissi e uscì di casa.

Attraversai tutto il giardino con i due ragazzi che nel frattempo non si erano scambiati una parola.
Ci smaterializzammo alla stazione e poi prendemmo il treno.

«Lexi» disse una voce femminile.
«Ehi Pans» sorrisi e lei mi abbracciò.
«Si dai ora basta» borbottai e lei si staccò ridacchiando.
«Ciao Lex» disse Daphne.
«Ehi Daph» dissi e mi lasciò un bacio tra i capelli.

«Allora come avete passato le vacanze?» chiese Pansy.
Io voltai lo sguardo verso Mattheo e lui fece segno di 'no' con la testa.
«Tutto normale, voi ragazze?» chiesi e così Pansy iniziò a raccontare delle sue vacanze.
Io e Daphne ci guardammo e ridemmo.

Eravamo ormai a metà viaggio e sia Pansy che Daphne si erano addormentate, così ne approfittai per farmi un giro, ma appena misi piedi fuori dallo scompartimento una mano mi strinse il polso e mi portò in bagno.

Senza neanche il tempo di capire chi fosse, unì le nostre labbra, e solo a quel contatto capì che fosse il ricciolo che occupava i miei pensieri da troppo tempo.

«Non riesco a staccarmi dalle tue cazzo di labbra» sussurrò lui mentre mi accarezzava il collo.
«Ti voglio» sussurrò e mi sbottonò la camicetta.
«Cazzo aspetta così la rompi» ridacchiai e finì di slacciarla da sola, lasciando intravedere il mio intimo di pizzo nero.

«Mi fai impazzire quando lo indossi» sussurrò al mio orecchio per poi leccarmi il lobo.
«Theo» gemetti il suo nome, mentre lui si abbassava sul mio seno.
«Mm.. continua Theo» gemetti mentre portavo una mano tra i suoi capelli corvini.

«Girati» sussurrò al mio orecchio. Lo guardai negli occhi e vidi i suoi pieni di eccitazione.
Mi girai e poggiai le mani sul lavandino lui mi alzò la gonna spostandomi l'intimo e velocemente si sbottonò i pantaloni.

Lo vidi mentre sputava la saliva sulla mano iniziando ad accarezzarsi per poi allineare la sua lunghezza alla mia entrata.
«Scopami» gemetti quando lui entrò lentamente dentro di me.
Roteai gli occhi nel sentirlo dentro di me.

La sensazione di dolore iniziale fu sorpassato dal piacere che stavo provando, non tanto per la sua presenza dentro di me, ma per il suo tocco, così rude e dolce allo stesso tempo.

Iniziò a spingersi con forza dentro di me, e io abbandonai la testa indietro poggiandola sulla sua spalla. Mi tirò indietro i fianchi facendomi piegare un po', tenendomi stretta da essi.
«Così Theo» gemetti mentre le mie nocche diventavano bianche per quanto stessi stringendo il lavandino.

«Lexi sei così stretta cazzo» gemette al mio orecchio e mi leccai le labbra.
Mi prese il mento con una mano e mi costrinse a guardare davanti allo specchio.

«Guarda che splendore che sei» gemette mentre continua a spingersi dentro di me.
«Ci sono quasi Mattheo» gemetti portando una mano tra i suoi capelli mentre lui faceva incontrare le nostre labbra in un bacio umido fatto di lingue che si incontravano fuori dalle nostre bocche.

«Ora Lexi» gemette lui e diede diverse spinte che bastarono per far venire entrambi. Avevo il fiatone e le gambe che sembravano essere fatte di gelatina. Lui ridacchiò e mi tenne ancora stretta dai fianchi facendomi girare verso di lui.

Ci guardammo per qualche istante poi portai una mano tra i suoi capelli e lo baciai. Erano una droga le sue labbra, così morbide e esperte.

Bussarono alla porta del bagno ed entrambi sussultammo.

«Occupato» borbottò Mattheo.
«Uscite siamo quasi arrivati» ridacchiò Pansy.
«Cazzo» borbottai e mi sistemai velocemente.

«Ci vediamo dopo cena nella stanza delle necessità» mi sussurrò all'orecchio prima di lasciarmi un bacio umido sul collo e uscire dal bagno. Trattenni il fiato e mi leccai le labbra.
Uscì dal bagno e tornai nello scompartimento.

Arrivammo a scuola e posammo le nostre cose in camera, e visto che alla cena mancava ancora un po' decidi di farmi una doccia. Mi spogliai lentamente e mi osservai allo specchio, abbassai lo sguardo sul Marchio Nero e sospirai.

Ero diventata una di loro, e Voldemort mi aveva dato un compito abbastanza chiaro, e io già lo stavo mandando a rotoli. Mi misi sotto il getto dell'acqua lasciando che l'acqua bagnasse il mio corpo.

Mi rilassai sotto l'acqua calda, e senza rendermene conto piansi, piansi perché di quelle situazioni già non ne potevo più, ed ero solo all'inizio.

Uscì dalla doccia e mi misi la divisa e andai in Sala Grande dove già tutti gli altri erano seduti al tavolo dei serpeverde.
«Allora sei viva» scherzò Blaise.
«Si scusate» ridacchiai e mi sedetti vicino a Pansy con Daphne di fronte a me.
Voltai lo sguardo e l'unico che mancava era Mattheo, aggrottai le sopracciglia fin quando non lo vidi fare la sua entrata.

Sul mio viso nacque un sorriso, che tentai di nascondere ma le due ragazze se ne accorsero subito e mi lanciarono un'occhiata. Si sedetti vicino a me e mi guardò, io ricambiai lo sguardo poi entrambi staccammo il contatto visivo e iniziammo a mangiare.

«Hai finito?» mi sussurrò all'orecchio vedendo il mio piatto vuoto, io annuì.
«Andiamo» sussurrò alzandosi.
«Ehm sono molto stanca per il viaggio vado in stanza» mentì e lo seguì fuori dalla Sala Grande.

Mi prese per mano e iniziò a correre verso il settimo piano.
«Cazzo aspetta» ansimai ridendo.
«Cos'è sei stanca Lestrange» disse Mattheo ridendo.
«Oh fottiti» borbottai.
«Preferisco fottere te» disse con il suo solito sorrisino.

Lo guardai leccandomi le labbra, e vidi che aveva abbassato lo sguardo su esse.
«Vuoi baciarmi o no?» gli chiesi e lui subito si tuffò sulle mie labbra.
Schiusi le labbra per permettere alle nostre lingue di incontrarsi iniziando a giocare tra di loro.

Ci staccammo ed entrammo nella stanza delle necessità, dove era presente un letto, e al momento quella era la nostra necessità.
Mattheo mi prese in braccio portandomi a cavalcioni su di lui mentre si sdraiava sul letto. Continuammo a baciarci mentre entrambi toglievamo i vestiti dell'altro.

Mi allontanai dalle sue labbra per potermi togliere il reggiseno, ma lui mi bloccò le mani e mi guardò.
«Voglio farlo io» sussurrò e mi tolse anche l'intimo lasciandomi nuda su di lui.

«Cazzo sei così bella Lexi» ansimò vicino al mio orecchio e io chiusi gli occhi.
«Theo» ansimai toccandogli il petto.
«Dimmi Lexi» sussurrò prima di abbassarsi a baciarmi il collo.

«Toccami» ansimai così lui ribaltò le posizioni facendomi trovare a pancia in su mentre lui si sistemava tra le mie gambe.

Unpredictable |Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora