Capitolo Ventitré

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14:00

Sapevo come andarmene. L'unico modo era prendere la chiave dalla tasca di Kacchan e l'unico modo era aspettare che togliesse i pantaloni.

Avevamo mangiato in silenzio, senza nemmeno guardarci, e ora Kacchan era nella sua stanza. Decisi di avvicinarmi con cautela alla porta, magari era addormentato e io avrei potuto fare la mia mossa.

Sbirciai dentro lasciando la porta socchiusa, ma non ero pronto per quello che avrei visto: Kacchan era bagnato fradicio, con un asciugamano legato in vita. I capelli gli ricadevano leggermente sul viso e delle goccioline cadevano dalle punte per poi percorrere i suoi lineamenti, duri e definiti. Una strana sensazione mi attanagliò lo stomaco. Era davvero bello. Continuai a guardarlo muoversi con tranquillità nella stanza. Si avvicinò al comò dove stava per prendere i vestiti puliti, ma il suo sguardo si posò sul mio attraverso lo specchio che aveva di fronte.

Merda.

Mi aveva beccato in pieno a spiarlo. Sentii il rossore farsi largo sul mio viso e il cuore iniziò a battere veloce. Sul volto di Kacchan si aprì un ghigno malizioso

- Ti godi la vista Deku?
- E-e-ecc-ecco i-i-io no-non vo-volevo spiarti! Ti stavo cercando..
- Mmm.. Quindi non ti spiace chiudere la porta così posso vestirmi, giusto?
- Si! Cioè no! Cioè.. sc-scusa, ti lascio solo.

Chiusi la porta di scatto e mi ci appoggiai contro. Avevo il respiro corto, le gambe molli e qualcos'altro di più duro.
La porta si aprì di colpo facendomi perdere l'equilibrio e caddi addosso a qualcosa di umido e sodo. Aprii gli occhi e mi trovai faccia a faccia con il petto di Kacchan. Se possibile il mio rossore aumentò.

- Entra.

Mi tirò nella stanza e chiuse la porta. Mi ci fece appoggiare e mi bloccò con le braccia. Non avevo vie di fuga. Il suo ghigno si trasformò in un sorriso, sembrava quasi dolce

- So che sembra che io ti abbia fatto prigioniero, ma non posso lasciarti andare. Se tu andassi via non sarei in grado di proteggerti. Lo capisci, vero?

Si avvicinò al mio viso. Io annuii lentamente, ero come in tranche. I suoi occhi erano così rossi, così magnetici. Non riuscivo a distogliere lo sguardo.
I ricordi dell'altra notte ritornarono a galla nella mia mente: il piacere, i suoi ansimi, la sensazione che fosse la cosa giusta. Lo volevo. Rivolevo tutto quello e rivolevo lui.
Mentre ero perso nei miei pensieri un paio di labbra si appoggiò sulle mie. Erano dolci e morbide, irresistibili. Mi persi in quel bacio e appoggiai le mie mani sul suo petto e poi le lasciai scivolare giù verso gli addominali

- Kacchan..

Era poco più di un sussurro, ma lui capì. Mi sollevò di peso e mi portò sul letto senza interrompere il baciò iniziò a sbottonarmi la camicia, anche se dopo i primi bottoni decise semplicemente di farli saltare tutti. Mentre lui prese a trafficare con i miei pantaloni io lo liberai dall'asciugamano. Lo feci distendere sul letto, mi alzai e mi tolsi i pantaloni. Mi misi a cavalcioni su di lui e iniziai a strofinare il sedere sul suo membro duro. Prese ad ansimare. Appoggiò le mani sui miei fianchi e iniziò a farmi muovere come voleva: più velocemente e con più pressione.

Mi abbassai su di lui e iniziai a baciargli il collo e a risalire lentamente fino a raggiungere le sue labbra. Infilai la lingua approfittando di un suo gemito.

- Mmm Deku.. Ho bisogno di te. Ora.

Mi rialzai e mi tolsi le mutande. Allineai la mia entrata con la punta del suo pene e iniziai a scendere lentamente su di lui. Era più grosso di quello che ricordavo.

- Ah! Sei così strettoh.. Ahh, Izuku!

Il mio nome sulle sue labbra mi fece accelerare il battito. Iniziai ad muovermi su di lui con più decisione. Sentivo quel piacevole calore spargersi in tutto il mio corpo.

- Kah-Kacchan! Kahhcchan!

Kacchan prese a muoversi sotto di me: ogni volta che io mi abbassavo verso di lui, lui si spingeva dentro di me. In quel modo colpiva perfettamente il mio punto debole e io iniziai a gemere più forte. Potevo sentire il basso ventre scaldarsi e un piacevole formicolio iniziò a formarsi dentro di me.
- Sto per venire Kacchan! Più forte! Ti prego!

Lui invertì le nostre posizioni e iniziò a spingersi in me con più foga. Dalla sua bocca iniziarono ad uscire dei grugniti e dei gemiti più forti. Anche lui era vicino.

- Izuku! Ggnh!

Con un forte gemito lui venne e mi baciò con passione le labbra, mentre con le ultime spinte fece venire anche me.

- Kacchan..

Mi rispose in su sussurro, come se le parole che mi avrebbe detto avessero potuto uccidermi, ma era un rischio che lui avrebbe corso

- Izuku.. Non andartene.. Ho bisogno di te.. Io.. ti amo.

Non Andare ViaWhere stories live. Discover now