Capitolo I

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Kyle's pov

«Quello che hai fatto ieri è stato vergognoso, Kyle.» Continua a sgridarmi mia madre, assottigliando gli occhi. Io cerco di trattenere una risata, ma non ci riesco granché: mi scappa comunque un sorriso. «Bene, vedo che la situazione ti diverte! Vediamo quanto riderai quando dovrai portare a scuola Morgan, ogni mattina per il resto dell'anno.»

Ecco, il sorriso mi è passato subito. «Cosa?» Mi alzo in piedi, con gli occhi spalancati. Ci mancava solo questa. Non solo la devo sopportare ogni giorno a scuola e vederla con il suo stupidissimo gruppo di amici, ma adesso devo anche passarci quindici minuti dentro uno spazio ristretto. Ogni giorno. «Dovrei uscire di casa molto prima. Noi abitiamo più vicino alla mia scuola, mamma.»

Ma capisco subito che non cederà: quando fa quel sorriso significa solo "allora ci dovevi pensare prima". Ma non è stata mica colpa mia se ieri la figlia dei suoi migliori amici è stata così fastidiosa che per farla stare zitta le ho dovuto lanciare contro un pezzo della mia cena. Che poi lei avrebbe ricambiato con la sua di cena non potevo proprio saperlo. «Non mi sembra giusto.» Continuo, ma mia madre inarca un sopracciglio.

«Sai a me cosa non sembra giusto? Che tu, dopo diciotto anni, ancora ti comporti come un bambino con la figlia dei miei migliori amici. Non sei più un bambino, Kyle, alcune volte le persone con cui siamo costretti a passare del tempo non ci vanno molto a genio, ed è segno di maturità fare finta di niente. Si tratta solo di un paio d'ore a settimana, è tanto per te morderti la lingua e non fare cavolate?» Sbotta, la faccia contorta dalla rabbia.

La discussione, comunque, è inutile. Lei e la sua migliore amica fanno sempre squadra insieme per mettere me e Morgan -quella che ormai credo si sia capito sia la ragazza in questione- in situazioni strane, nella speranza che un giorno andremo d'accordo. Diciotto anni di tentativi falliti, alcune volte per colpa mia, altre volte per colpa sua. È più forte di noi andare d'accordo. Sono sicuro che questa "sgridata" di mia madre sia solo una recita per motivare il suo piano contorto: chiudermi in un auto con la mia acerrima nemica.

Sbuffo, prendendomi un'altra occhiataccia da mia madre. Odia quando non ho delle buone maniere. Mi viene da ridere se penso che proprio ieri ho iniziato una lotta di cibo con Morgan. Ma non è colpa mia, di nuovo, se caccia il peggio di me. Mi irrita tutto di lei: il sorriso finto, la voce, il sarcasmo, i suoi modi di fare. C'è stato un periodo in cui l'ho anche considerata carina, ma fortunatamente è finito abbastanza in fretta. Lei si è fidanzata, io sono rimasto due giorni chiusi in camera, e poi la mia cotta è improvvisamente scomparsa. Non n'è rimasta neanche una briciola.

«Come vuoi. Vado da Sebastian, ora.» Riprendo la cartella che avevo posato cinque minuti fa ai miei piedi, quando la donna di fronte a me ha iniziato a farmi la ramanzina, e me la carico in spalla. Non ho intenzione di rimanere un altro minuto in più in questa casa.

Mia madre ridacchia. «Sei in punizione. Con il cavolo che ci vai, ragazzino. Dammi le chiavi della macchina e della moto, le potrai usare solo per andare a scuola.» Apre la mano, mostrandomi il palmo e aspettandosi che io ci metta sopra le chiavi. Se solo mio padre fosse a casa potrei dare le sue, fingendo che siano le mie: mamma non riconosce mai le chiavi della macchina. Ma purtroppo lui non c'è -o meglio per fortuna, perché non sarebbe così calmo come la mamma-, e non c'è speranza di salvare la moto.

O forse un modo per salvare i miei tesori -e la mia sanità mentale- c'è. Sorrido, mettendo le mani in tasca. «Mi hai già messo in punizione, stare con la strega ogni giorno la mattina non è sufficiente?» Inizio a fare un passettino indietro, mentre mia madre diventa rossa di rabbia.

«Kyle, smettila di insultare Morgan! Ti ho appena detto che sei un bambino e tu continui? Dammi le chiavi dei tuoi veicoli!» Grida e, sono sicuro, i vicini mi staranno maledicendo mentalmente.

The way she hates meUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum