Capitolo III

1.4K 91 126
                                    

Al suono dell'ultima campanella della giornata continuo a stare con Charlotte, prima tenendole la mano e poi baciandola vedendo com'è preoccupata di tornare a casa. Mi sarei anche offerto di rimanere il pomeriggio con lei, di farci un giro da qualche parte, ma devo accompagnare Morgan a casa.

E non sono ancora così masochista da mettere nella stessa auto Charlotte e la mia nemica.

Per cui ora sono appoggiato allo sportello della mia macchina con le braccia incrociate, aspettando che la biondina dalla strana acconciatura si muova a salutare le sue amiche. C'è anche la sanguisuga, che oggi sembra più triste del solito. Probabilmente si sarà rotta un'unghia.

Conto fino a dieci. Quando arrivo a nove sono sicuro che Morgan stia per arrivare e che quindi non c'è bisogno di fare una sceneggiata, ma poi mi rendo conto di come guarda le sue amiche con un piccolo sorriso. Il sorriso di quando chiede favori. Piccola strega. Prima che chieda un passaggio a qualcun altro e mi metta nella merda con i nostri genitori, la chiamo. «Hill! Ti vuoi muovere?» Sono tentato di muovere le chiavi dell'auto davanti la faccia e fare una sorta di smorfia, solo per provocarla, ma quando mezzo cortile si gira verso di me decido che averla chiamata è sufficiente.

Lei sbianca, poi si gira lentamente verso di me. Se gli sguardi o i pensieri potessero uccidere, io avrei già smesso di respirare da qualche secondo abbondante. Struscia i piedi e cammina minacciosa, ma rispetto a me è così bassa che quando mi arriva vicino mi sembra di avere davanti un puffo arrabbiato. «Si può sapere perché urli il mio nome?» Sa benissimo il perché, ma non vuole darmi la soddisfazione di entrare in macchina senza fare storie. E vuole "salvare la sua reputazione".

Mi avvicino un altro po' a lei per aprire lo sportello. «Hai finito di chiacchierare o devo aspettarti altri venti minuti?» Il programma di oggi è arrivare a casa entro le quattro e mezza e dormire. Eppure lei me lo sta rovinando. Non riesco a trattenere i miei occhi dall'andare in alto.

Ms. Ironia rimane ferma, immobile. Devo guardare la clavicola per assicurarmi che stia ancora respirando. E, senza farmi beccare, il mio sguardo fa un po' più giù, sulle forme giuste nascoste dalle magliette larghe e dai jeans non aderenti. Dire che non è attraente sarebbe una grossa bugia. Alcune volte penso che se non parlasse per qualche settimana mi tornerebbe di nuovo una cotta, ma poi afferma qualcosa con la sua stupida voce e tutti i miei stupidi pensieri vengono confutati. «E tu hai finito di mangiare la faccia di quella poveretta?»

Sorrido. Si riferisce ai baci che io e Charlotte ci siamo scambiati qualche minuto fa e, prima ancora, stamattina all'ingresso. Provocarla su questo è facile: me l'ha servita su un piatto d'argento. «Quindi guardi quello che faccio?» Solo dopo averlo detto mi rendo conto che mi fa sentire quasi lusingato. Reprimo subito la sensazione e la consapevolezza. «Scommetto che sei gelosa, Morgan.»

Una scintilla di rabbia le illumina gli occhi chiari. Colpita e affondata. «Nei tuoi sogni.» Ribatte, facendo la solita smorfia da incazzata che è riservata solo a me.

Sono, di nuovo, tentato di dirle che nei miei sogni lei non ha bisogno di essere gelosa, perché impegnata con me. Ma è decisamente troppo e non ho intenzione di flirtare con la mia nemica. Ci guardiamo e penso che abbia capito. Che ho immaginato tantissime volte da piccolo come sarebbe stato se un giorno le fosse giunta voce che mi fossi fidanzato, che alle cene della domenica avrei portato una ragazza come lei portava Omar, ma Morgan sorride e si allontana a grandi passi.

Mi giro e la vedo vicino un suo amico. J qualcosa. È probabilmente una sua nuova cotta perché li vedo sempre insieme. Se non sta con le sue amiche, sta con lui. Morgan si affretta a chiedergli un passaggio e il cretino acconsente subito. Come ho detto: è attraente. Basterebbe un sorriso e sono sicuro che tre quarti dei ragazzi in questa scuola starebbero ai suoi piedi. «I tuoi ti uccideranno.» La avviso, dopo aver alzato gli occhi al cielo ad un suo sorriso vittorioso, rivolto nella mia direzione.

The way she hates meTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang