10-Verità

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Appena finii di leggere alzai lo sguardo dal libro, esterrefatta. Il legame che avevo con Nix era un'eredità di qualcosa di antico e arcano. Il potere di Nix e Aurea combinato era qualcosa di talmente potente che persino l'imperatore di Roma voleva possederlo, ma la loro forza non andava mai combinata. Riuscivo a capirne il motivo: troppo potere nelle mani sbagliate ridurrebbe il mondo in cenere e altererebbe l'equilibrio della natura. Se due cose sono nate separate, è bene che lo restino. 

Ma la parte che mi aveva incuriosita più di tutte era il momento in cui Nix e Aurea si erano legati alle ragazze. Quel tale, Desiderio, aveva descritto dei nastri di luce bianca e dorata. Quando avevo visto Andrea la prima volta, quando ci eravamo baciati e anche in quel momento, spalla contro spalla, avevo visto dei nastri bianchi e dorati che ci legavano. Non potevo fare a meno di chiedermi cosa significasse.

Mentre ero immersa nei miei pensieri Andrea mi chiese "Hai presente i sogni che facevamo? Raccontavano già una parte di tutto questo, possibile che fosse una cosa talmente radicata in noi da prendere la forma di un sogno?"

"Non credo. Da quando avevo cominciato a fare quei sogni, ogni volta che mi svegliavo trovavo Nix che mi guardava e mentre tu ti agitavi nel sonno Aurea non staccava gli occhi da te. Prima non ci avevo dato molto peso ma ora penso che fossero loro a inviarci quei sogni. In fondo se sono in grado di trasmetterci ricordi da svegli possono farlo anche mentre dormiamo".

Andrea divenne bianco come un fantasma, come se gli avessi appena detto che aveva un braccio che gli usciva dall'orecchio. Mi guardò e recitò "I Prescelti sono bambini e, come tali, le verità più grandi su loro stessi risiedono nelle immagini che non possono essere dette. I sogni non possono essere raccontati, non li ricordiamo mai del tutto, c'è sempre qualcosa di sbiadito."

"Sì Andrea, siamo i Prescelti, i discendenti di Boadicea" gli dissi senza capire perché avesse avuto una reazione tanto esagerata.

Lui scosse la testa "Non hai afferrato il concetto. Essere Prescelti non significa semplicemente discendere da Boadicea, altrimenti anche almeno uno dei nostri genitori sarebbe stato un Prescelto, significa anche essere legati a Nix e Aurea. Ti ricordi cosa diceva il testo? Le tigri scomparvero nei secoli finché non troveranno gli eredi delle loro compagne, a cui si legheranno ancora una volta per fronteggiare l'incarnazione del male puro."

In quel momento capii quello che intendeva e sentii tutto il sangue defluirmi dal volto "Nix e Aurea sono scomparsi nei secoli e si sono legati un'altra volta agli eredi delle loro compagne..."

Andrea finì per me "... dobbiamo fronteggiare l'incarnazione del male puro, presumibilmente Nerone dato che quasi sicuramente è ancora vivo".

Sapete, non è una bella sensazione quando hai solo quindici anni e ti viene detto che sei talmente potente da dover salvare il mondo da un pazzo non-morto. Non è per niente una bella sensazione. 

Rimasi a fissare il vuoto per un po', poi mi alzai dalla sedia e andai spedita in camera mia, sperando che nessuno, Nix compreso, mi seguisse. Ebbi fortuna e chiusi la porta. Mi sedetti sul mio letto stringendomi le ginocchia tra le braccia e cominciando a dondolare. Avanti, indietro, avanti, indietro, avanti, indietro. Avevo così tante domande in testa che non riuscivo nemmeno a catalogarle tutte, ma non volevo risposte, non ancora. Dovevo prima assimilare tutto quello che avevo scoperto. Dentro di me sentivo vuoto. Dopo essere uscita dall'ospedale, la notte in cui i miei genitori morirono, avevo sentito lo stesso sentimento, come se tutto il mondo potesse improvvisamente colorarsi e io sarei rimasta sempre grigia, non mi importava più di nulla. In quel momento sentivo la stessa cosa, pensavo rischierò di morire, ma non mi importava. 

Improvvisamente sentii il vuoto riempirsi di disperazione. Cominciai a piangere tentando di trattenere i singhiozzi, come se fossi su una zattera nel mezzo di un mare i tempesta e sapessi che non avrei più rivisto la terraferma. Poi quella tristezza infinita si tramutò in rabbia. Rabbia verso i miei genitori che avevano sempre saputo tutto e mi avevano lasciata all'oscuro per poi morire, uccisi da Nerone, perché ormai ero convinta che fosse andata così, rabbia verso Gianni e Luisa per avermi fatto credere di volere me per com'ero, invece volevano soltanto il mio potere, rabbia per tutte quelle dolci parole false che mi avevano convinta ad andare con loro, rabbia verso me stessa per aver sempre allontanato le domande essenziali e rabbia verso Andrea anche se non aveva fatto assolutamente niente. 

Quando scende la neveWhere stories live. Discover now