10°

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Quello fu sicuramente il giorno più triste che passai alla villa da quando ero arrivata. 

Una volta scese le scale la prima visione furono circa otto ragazze tutte intorno ad un'unica donna. Si abbracciavano, con alcune l'abbraccio durava di più mentre con altre sembrava solo una forma di cortesia. 

Non so perché tutti pensavano fosse un addio, non potevano vederlo come un arrivederci? Non li avrebbe fatti stare meglio mentalmente? 

Del signor Hale non c'era traccia. Chiamarlo "Signor Hale" mi faceva pensare subito ad un uomo sessantenne, ma di certo non lo avrei mai chiamato "Signorino", per carità! Quel nome mi stava ancora più antipatico di Jake in persona. 

Mi avvicinai a Geraldine per poterla abbracciare e notai subito i suoi occhi lucidi che questa volta non tentò di nascondere. -Grazie.- Mi sussurrò con voce spezzata e immaginai si riferisse al giorno prima. 

Jake si era calmato nei suoi confronti anche se il suo comportamento non è che si potesse definire gentile. La lasciai finire di salutare la domestica dai capelli color fuoco e mi avviai alla camera del mio capo. 

Sì okay, mi prometto da sola di non chiamarlo più così. 

Con due nocche battei un paio di volte sulla porta bianca, ma nessuno mi invitò ad entrare.
-Chi è?- Chiese semplicemente una voce giovane e fredda. 

-Amber.- Lo rassicurai entrando cauta. Jake era seduto sul bordo del letto con la mascella contratta osservando il nulla e sembrava essersi appena svegliato. 

 Ma le sue piccole occhiaie facevano capire il contrario, si era solo appena alzato. 

Sembrava spossato dall'imminente partenza della signora Holland, cercai di ignorarlo. Non potevo provare pena per un ragazzo tanto arrogante. 

Mi diressi immediatamente al suo enorme armadio aprendolo e ammirando tutti queinuovissimi vestiti alla moda. -Oggi si toglierà quel pigiama, almeno per qualche ora.-Dissi cominciando a frugare alla ricerca di qualcosa da abbinare. 

-Fa freddo.- Mi disse come se già non lo sapessi.
-Questa giornata non potrebbe fare più schifo.-Bofonchiò piano parlando fra se. 

-Non le piace il freddo?- Appoggiai sul materasso un maglione a collo alto bianco candido già immaginandomelo addosso al ragazzo. 

-Non mi piace nessun clima e nessuna stagione.- Feci una smorfia, come poteva non piacergli nulla?

-Io invece trovo affascinante l'autunno. Sa, gli alberi stanno già iniziando a perdere le foglie qua fuori.- Guardai il giardino sul retro dalla finestra sorridendo. 

-Il prato ne è già pieno, è così ipnotico.- Continuai rapita da quello spettacolo di sfumature rossastre. Lui non emise una parola, si limitò ad ascoltare la descrizione senza mostrare emozioni. 

Feci in modo di descrivere il meglio possibilepersino ogni singolo indumento che scelsi per lui.

Quando sul letto furono sistemati anche un paio di jeans chiari e un cappotto nero lungo fino a sotto le ginocchia lo avvertii e uscii dalla camera per dargli il tempo di lavarsi e vestirsi. 

Ora che ci pensavo solo la prima volta che ci eravamo incontrati lo avevo visto con qualcosa che non fosse il pigiama. 

Estrassi subito il cellulare cercando nella rubrica il numero di Nathan. Il giorno prima con Leda lo avevo chiamato e per la gioia di entrambe aveva risposto, stava bene ma non se la sentiva di parlare. 

Quando mi chiuse la chiamata in faccia capii che era nella situazione morale del giorno prima. Tenendo stretto nella mano il piccolo aggeggino nero mi diressi alla cucina. 

La LucciolaWhere stories live. Discover now