5. Primo Maggio

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E' il Primo Maggio; l'Agenzia di Traslochi è chiusa, ma la segretaria deve passare in ufficio per prendere qualcosa che ha dimenticato. Davanti alla porta a vetri, istintivamente, guarda in su, a quel bel balcone fiorito di rose rosse e rosa. Le persiane sono accapannate: "Forse i due uomini sono usciti per andare alla fiera".

La ragazza prende dall'ufficio ciò che deve prendere, lo ripone nello zainetto, e va alla fiera, come è tradizione: questa mattina da sola per qualche giro di perlustrazione, dopo pranzo, quando ci sarà meno gente, con la mamma per eventuali acquisti, in genere capi d'abbigliamento.

Fa abbastanza caldo e dopo il secondo giro torna a casa per pranzo, un pranzo che, come da tradizione, è a base di olive, mandorle, pistacchi, mosciarelle, fichi secchi. Sono a tavola a spiluccare queste delizie quando sua madre le racconta, con noncuranza, di aver: "Visto i due signori che abitano sopra il tuo ufficio entrare in chiesa". Riassettano in fretta la cucina ed escono.

Le bancarelle sono le stesse della mattina, gli stessi articoli e gli stessi colori; ma a loro piace girare per la fiera, come vuole la tradizione, e incontrare amici e parenti e dirsi: "Che ti sei comprato? Niente: in realtà volevo vendere mia moglie/madre/figlia, ma mangia troppo e nessuno la vuole". A fine pomeriggio tornano a casa con tre o quattro buste ciascuna, giusto perché avevano deciso che quest'anno non avrebbero comprato niente, che hanno già tutto.

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