Capitolo quarto

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Non era sicuro di come avrebbe reagito se l’avesse rivista dopo più di cinquant’anni.

Se gli sarebbe mancato ancora il respiro.

Se le sue ginocchia avrebbero iniziato a tremare in preda alle vertigini, i polmoni supplicare aria.

Se il suo profumo sarebbe stato lo stesso..

- Ecco che ti metti a fissare di nuovo - pronunciò Sam alzando a malapena lo sguardo, fisso sul monitor di Redwing nel mezzo del magazzino abbandonato dove erano stati lasciati.

Barnes non rispose.

- Sono lì dentro - confermò.

- Bene - rispose il Sergente disponendosi furtivamente dietro un muretto poco lontano dagli obiettivi. Nessun segno di Elizabeth.

Sam finalmente si decise a raggiungerlo.

- Andiamo.

- No, aspetta - lo fermò l’altro.

- Ho un braccio in vibranio.

- E io volo - ribatté - ..voglio capire dove vanno.

Redwing contò sette persone intente a riempire un camion con diverse casse di grandezza diversa.

Blocchi di pietra per un essere umano, piume per loro. Se a tutti scorreva nelle vene il siero del super soldato non sarebbe stato semplice.

- C’è un'ottava persona - notò Wilson preoccupato - avranno preso un ostaggio..

Improbabile che fosse Hailey, l’Hydra aveva impiegato mesi a ritrovarla e senza un esercito di super soldati non ci sarebbe riuscita.

Dannazione, forse non era così improbabile.

Corsero all’inseguimento del veicolo.

Barnes riuscì ad aggrapparsi al retro del camion, distruggere il lucchetto ed entrare nonostante stessero sfiorando i 100 km/h.

- Rubano medicinali, vaccini.. - comunicò al compagno, intento a sorvegliare la situazione dell’alto a qualche metro di distanza.

Sbucò da dietro uno dei contenitori una ragazza. Poco più che adolescente, piena di lentiggini e con dei folti e ricci capelli rossi.

Tornò a nascondersi e Bucky cercò di essere il più delicato possibile per non spaventarla.

- Ciao - disse gentile.

- Bucky che succede?

- Ho trovato l’ostaggio - rispose all’auricolare - tutto ok? - chiese questa volta alla ragazza.

Dopo un inquietante sorriso, la rossa lo scaraventò sul parabrezza del camion retrostante, per poi indossare la maschera dei Flag Smashers.

Possenti braccia lo trascinarono sul tetto dell’autocarro e iniziarono a colpire James.

Distrussero Redwing non appena intervenne e The Falcon fece fatica a tenere testa a tanta forza.

Cominciarono a lottare accusando della differenza numerica tra le parti, finchè non udirono il suono di un elicottero e lo scudo di Captain America atterrare uno degli aggressori.

Avrebbero preferito un mese in ospedale piuttosto che l’aiuto dalla brutta copia di Steve.

E come se non bastasse, l’amico a stelle e strisce si era portato un assistente. Pietoso.

- John Walker, Captain America - si presentò nonostante il rumore delle eliche.

- Lemar Hoskins - fece l’altro.

- Vi servono rinforzi, vero?

No, nessun rinforzo. Potete andare via.

Lottarono e con difficoltà ne uscirono indenni. Sconfiggerli non sarebbe stato così facile, ma non avrebbero avuto la meglio una seconda volta.

- Mi dispiace per Redwing.

- Non è vero - commentò Sam - che cosa ti passa per quel cervello robotico?

- Elaboro dati.

- In effetti, mi sembra quasi di vedere gli ingranaggi che girano - rise - hanno un malfunzionamento.. Vedo del fumo!

- Dobbiamo capire dove hanno preso il siero - brontolò serio Bucky, ancora pensieroso.

- Sì, e perchè cavolo dopo ottant’anni ci sono otto super soldati a piede libero.

Bip bip.

Oh no, non di nuovo..

John fece accostare il furgone militare e aprì lo sportello posteriore, invitandoli a salire.

- Non è andata come previsto.

Lo ignorarono.

- Se non altro ora sappiamo chi sono i nostri nemici, dobbiamo collaborare.

- Io non credo proprio - fece secco il Sergente.

- Avremmo più possibilità di vittoria se..

- Anche se porti quello scudo non sarai mai Captain America - proseguì Bucky.

- Ho fatto il mio dovere.

- Sei mai saltato su una granata?

Non poteva sopportare di vedere i colori e il simbolo del suo migliore amico indossati da un completo estraneo pieno di sé.

Non era giusto, non era così che doveva andare.

- Sono venti miglia da qui all'aeroporto, vi serve un passaggio - insistette - dai, salite.

Cedettero.

Bucky non diede molto peso a quello di cui discussero Walker e Sam per i venti minuti successivi, se non qualche piccolo dettaglio.

- Perchè tutto questo?

- Sostengono di avere una missione - confidò Sam - ritornare ai tempi del blip. Forse in buona fede.

- Strano modo di dimostrarlo - notò lui.

- Il siero non ha dei precedenti positivi.. - precisò l’imbecille con lo scudo - Senza offesa.

- Scopriamo dove vanno - cambiò discorso Wilson - come avete fatto a individuarli?

- Oh non abbiamo seguito loro, ma voi - intervenne il secondo dei due, Lemar - tramite Redwing.

- Hai hackerato il mio congegno?

- É proprietà del Governo.

Entrambi posarono uno sguardo di sdegno su Walker, che imbarazzato prese di nuovo parola.

- So che la situazione ha preso una piega caotica, il GRC sta facendo del suo meglio per ripristinare l'ordine dopo il blip. Loro trovano i fondi, noi manteniamo lo stato quo. I rivoluzionari violenti non sono utili a nessuno. Se voleste unirvi a noi..

- No - chiarì Buck.

- Ho un grande rispetto per voi due ma vi stavano facendo il culo prima che arrivassimo..

- Tu chi sei?

- Sono Battlestar, la sua spalla.

- Battlestar? - questo era troppo - Ferma l’auto!

- Ho capito, non volevi che lo scudo finisse nelle mie mani, lo capisco Bucky! - il Sergente lo ignorò - Comunque io non provo a fingermi Steve, non voglio sostituirmi a lui.. Mi impegno per essere il miglior Captain America possibile, e preferirei avere i compagni di Cap dalla mia parte..

- Hai rovinato tutto il discorso - rise Sam prima di scendere dal veicolo e raggiungere l’amico.

It always ends in a fight | Bucky BarnesWhere stories live. Discover now