30.

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THRTIETH EPISODE


JJ



"puoi spiegarci tutto, per favore?" kie continua a tenere ferma la maglietta che aveva nello zaino, sull'enorme ferita di brianna, che sembra quasi incosciente.

"non lo so, non lo so. quel malato voleva sparare me, e, e lei per l'ennesima volta, mi ha salvato il culo" singhiozzo. non mi son mai fatto vedere così dai miei amici. così debole di fronte ad una situazione.

"e non lo salveremo a lei se john b continua ad andare a 30 km/h!" sarah sospira profondamente, spostando i capelli dal volto dell'amica. l'abbiamo fatta stendere sulla piattaforma, mentre noi siamo seduti ai bordi dell'autovettura.
"mio fratello è un coglione. mi dispiace così tanto" sarah sembra quasi in colpa, come se facesse parte anche lei di questa faccenda.

"arriviamo al centro del paesino di nassau tra circa cinque minuti, riuscite ancora a trattenere l'emorragia?" domanda pope, facendomi notare il cartello con 'benvenuti a nassau'.

kie sembra titubante, ma alla fine annuisce. non posso farla morire per me. me la porterei dietro, come un tormento, e come se fossi stato un codardo.
sul più bello, succede questo.

"sapevate che era uno psicopatico? intendo, quella merda di tuo fratello" sottolineo, con tono abbastanza arrabbiato, verso la principessa kook.

"si, aveva avuto qualche scatto di rabbia. ma non pensavo potesse mai fare una cosa del genere! insomma, a volte si limitava a qualche calcio al muro. nulla di più"

mi fa così incazzare tutto questo. odio così tanto le situazioni in bilico. non sai mai che potrà succedere, ma questa è la vita che ho letteralmente scelto, anzi, mi è stata data alla nascita.

il novantanove percento di me vorrebbe che quella persona stesa li, con gli occhi semi chiusi, fossi io.

"smettila di piangere, starà bene" sarah da il cambio a kie, la quale mi raggiunge dall'altra parte del bordo, sedendosi di fianco a me. si è accorta che qualche lacrima si sta ancora abbandonando alle mie guance.

"capisci che se perdo lei, non ho niente. a quanto pare la filosofia pogue, 'non avere nulla da perdere' non si abbini più alla mia vita" una risata corta esce dalle mie labbra, per smorzare la situazione.

"anch'io non voglio perderla, quindi tirati su col morale, e facciamoci forza per lei. avvicinati e sorridile come sempre. non stare in questo modo"






"dai sbrigati" io e john b, aiutiamo kie ad abbandonare la piattaforma su cui ha viaggiato per circa dieci minuti.

"mi scusi, un medico? la nostra amica è ferita" è la frase che continuano a ripetere sarah, kie e pope, in giro per le bancarelle. è una cittadina piccola questa di nassau. la gente ci guarda, tutti preoccupati per la ragazza che porto con un braccio.

vederla così, accasciata a se stessa, mi mette i brividi. come dice kie, rimanere positivi.

"cosa succede?" dalle scale di un appartamento affacciato sulla stradina che stiamo percorrendo, tra anziani che fanno la spesa, una donna, probabilmente sulla quarantina, si avvicina preoccupata. ha i capelli biondi, e gli occhi marroni.
non so come, ma sono similissimi a quelli di brianna. dolci e scuri.

la donna si avvicina a lei, e le alza il mento con l'indice della sua mano destra, per osservare le reazioni della ragazza.

oramai gli occhi sono chiusi, e ogni tanto i muscoli si muovono solo per generare qualche smorfia di dolore.

la bionda è colpita, e il suo colorito si schiarisce tutto ad un tratto. "ha un proiettile al fianco?" cerca di abbassare la maglietta zuppa di sangue, che abbiamo legato alla vita di brianna.

sιmιᥣᥲr // jj maybankWhere stories live. Discover now