CAPITOLO 16

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||CAPITOLO 16||

-Penso di amarti

-Ti faccio solo pena. Mi fai sentire peggio facendo così, sappilo.

-Non mi fai pena.

-Oh si, ti faccio pena, e non provare a dirmi di no, sò che è così.

Tu non mi ami, ti stai soltanto facendo prendere dal momento, provi compassione per me e cerchi di darmi conforto mentendomi, vuoi semplicemente coprire il tutto con una bugia, e questa, è la peggiore scusa che potessi trovare.

-Io ti amo.

-Ti sbagli.

-Ti amo e non smetterò di ripeterlo finché non lo accetterai, continuando a denigrarmi non cambierai le cose.

-Io non ti amo.

-Questa è la cosa più stupida che io abbia mai sentito, tu mi ami si vede dal tuo sguardo.

-Non puoi saperlo.

-Sò che tu mi ami.

-Non ti amo, mettitelo in testa Ashton, Io non ti amo, amo un'altro, tu sei un semplice amico, e le cose non cambieranno di certo da un momento all'altro soltanto perché tu hai deciso di dichiararti così all'improvviso.

-Non me l'avevi mai detto.

-Non sei il mio migliore amico Ashton, non ti ho mai detto tutto.

-E chi sarebbe il tuo migliore amico?

-E a te cosa importa?

-M'importa.

-Io non voglio dirtelo.

-Smettila di di fare la stupida, parla.

-Ashton, basta con quest'interrogatorio, la cosa sta diventando seccante. Io vado via.

-No, tu non vai da nessuna parte finché noi non finiamo di parlare!- Ashton sembrava infuriato, lo era in effetti, pensava di essere un po' più importante di "un semplice amico".

Quella frase "tu non sei il mio migliore amico" accompagnata da quel "non ti ho mai detto tutto" lo aveva ferito non poco.

Proprio in quel momento la porta venne spalancata ed un Michael tutt'altro che giù di morale entrò.

-Ash non sai quella tipa quanto ca- ma si bloccò quando capì che quello non era il momento giusto -Okay ragazzi, Io vado di là... se dovessi servire, sai dove trovarmi Ashton, sarà come se non ci fossi-

Ed ecco che Ashton ed Alaska furono di nuovo 'soli'.

-Lasciami andare- Alaska pronunciò quella frase in un sussurro, mentre una lacrima le rigò il viso.

Ma Ashton era fermo lì, imperterrito, non voleva lei andasse via, la teneva ferma per un braccio, non era da lui essere tanto freddo nei confronti della sua amica; la vedeva piangere silenziosamente proprio davanti a lui, ma, continuava a reggere il suo sguardo, amareggiato ed arrabbiato allo stesso tempo, senza mostrare nessun risentimento dinanzi a ciò che aveva causato.

-Per favore..Ashton lasciami andare.

-Domani è sabato, rimarrai qui.

-Non voglio.

-Dovrai.

-Fammi tornare nella mia stanza.

-Ti ho detto che rimarrai qui stanotte, fine dei giochi.-

Ashton la lasciò, e lei, con le lacrime che continuavano a scorrere copiose sul suo volto, corse verso la porta. Cercò di aprirla, ma niente, era chiusa a chiave, nonostante ciò non si arrese, continuò a dar spallate e pugni, mentre, nel frattempo, Ashton rideva, fermo dietro di lei senza far niente.

Era arrabbiato.

In quel momento un contorto desiderio di vendetta si faceva spazio trai i suoi pensieri, lui la voleva per sé, solo per sé, e tutto ciò che lei gli aveva detto, aveva fatto capire che per lei, lui era quasi inutile, e ad Ashton questo non stava bene.

Lui voleva essere l'unico, e con le buone o con le cattive, era certo che sarebbe riuscito nel suo intento.

||Spazio Autrice||

E' passato un pò di tempo, questo capitolo è corto ma sono già a metà con il prossimo, aggiornerò presto, I swear.

However, stasera aggiorno anche l'altra storia.

Non metteteci il pensiero però, deluderò TANTA DI QUELLA GENTE.

A presto

-Cla.

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