CAPITOLO 7

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||CAPITOLO 7||

La mattinata dopo la trascorsero “normalmente” entrambi fino alle 5:30 del pomeriggio

Stavolta Irwin fu puntuale infatti si avviarono al parco a piedi.

Arrivarono lì alle 6:15, ma, Alaska non aveva portato lo skate non aveva voglia quel giorno, così, si sedettero direttamente su una panchina ed Ashton aprì il suo quadernetto iniziando a fare altri schizzi simili a quelli del giorno prima mentre Alaska fumò una sigaretta. Quando Alaska ebbe finito di fumare cercò di capire cosa Ashton stesse disegnando da così tanto tempo; era troppo curiosa, così decise di chiedere spiegazioni al diretto interessato:

-Avrei una domanda.

-Ti prego non ricominciare, se la domanda è “mi baci?” o “che ore sono?” non aspettarti una risposta da parte mia.

-Vorrei solo sapere cosa disegnavi ieri e cosa stai disegnando ora.

-Oh, niente sono degli schizzi così, niente di che.

-E fa vedere!- così dicendo Alaska gli strappò il quaderno da mano e iniziò a girare le pagine dall’inizio. Le pagine erano tutte datate quindi si poteva capire da quanto tempo Ashton si dedicasse a quegli schizzi; arrivata quasi alla fine del quaderno verso le ultime pagine trovò uno schizzo datato il giorno prima. Lo osservò per bene e riuscì a capire cos’era. Era lei che andava sullo skate. Neanche una fotografia sarebbe riuscita a ritrarla così, e Alaska non riusciva a spiegarsi perché Ashton si sarebbe dovuto vergognare di quei disegni fantastici.

-Ashton ma sono magnifici questi disegni, perché non volevi farmeli vedere? Quello che mi hai fatto ieri è un qualcosa di stupendo meglio di una fotografia-

Ashton non rispose, però arrossii, nella sua testa pensava “nemmeno una femmina avrebbe reagito così, sono un'idiota” ma Alaska si sentiva intenerita la vedeva come una cosa “carina”  

-Ti piacciono veramente?

-Tu stai seriamente chiedendo una cosa simile a me? A chi non piacerebbero? Sei bravissimo, hai un talento eccezionale! Figurati che io non sono capace a disegnare un fiore tu ieri sei stato capace a disegnare me che facevo skate come se avessi fermato il tempo per ritrarmi in quella precisa posizione mentre ero sospesa in aria sulla rampa, cosa che tu non potevi effettivamente fare quindi.. wow

-Grazie

-Non ringraziarmi per aver detto la verità

-Allora avrei un motivo valido per ringraziarti se Io ti chiedessi di baciarmi ancora e tu lo facessi, che te ne pare?

-Non mi pare una cattiva idea- Ashton si avvicinava lentamente finché -ma… no, meglio di no-

-Cos’ho che non và?

-Tu niente, sono Io che non me la sento

-Fino a ieri non la pensavi di certo così

-Ieri è passato oggi è un nuovo giorno apri gli occhi Ashton

-E io che c’avevo anche creduto…prendo il primo pullman non sò nemmeno a che ora passa, me ne voglio solo andare, tu fai quel che cazzo vuoi!- Ashton si alzò in fretta e furia dalla panchina e avanzò velocemente verso l’uscita del parco, ma Alaska aveva capito che forse non era giusto giocare a quel gioco con lui, non era giusto per entrambi, in fondo, alla fine c’era rimasta male anche lei forse perché anche lei un po’ ci aveva creduto in tutto quello ch’era successo. Non poteva lasciarlo andare, non anche lui come aveva fatto con tutti gli altri, così prese a rincorrerlo.

Quando l’ebbe raggiunto gli tirò un braccio e:

-Ashton aspetta- lui si girò. 

Erano a poco di distanza l’uno dall’altra, ma Alaska fece un’ulteriore passo in avanti per poi dire:

-Mi dispiace di non averti avvertito prima, ma una volta avuto a che fare con me, una volta esser entrato in questo casino non ne esci più, la vita non è facile per nessuno, in tutto questo schifo ci sei anche tu adesso, sai che le cose peggiori si mostrano inizialmente come le migliori, quindi non saprei dirti se hai fatto la scelta giusta, fatto sta che ora come ora non c’è modo per uscirne quindi accontentati adesso, l’hai voluto tutto questo- Alaska aveva gli occhi lucidi, e l’ultima cosa che fece fu emanare un lungo sospiro prima di alzarsi sulle punte e premere le sue labbra contro quelle di Ashton che, contrariamente al giorno prima si lasciò coinvolgere e quello che doveva essere un bacio strappalacrime si trasformò in un bacio passionale; lei con le mani tra i capelli di lui che di tanto in tanto spostava le mani dai fianchi al sedere di lei che sussultava ogni volta, finché non si decise a prenderla per le gambe facendole avvinghiare intorno ai suoi fianchi; purtroppo dovettero staccarsi dopo poco data la mancanza d’aria; entrambi erano abbastanza imbarazzati, neanche si guardavano finché Alaska  non scoppiò a ridere fragorosamente sedendosi successivamente a terra; Ashton non riusciva a capire perché stesse ridendo, e per questo, ma anche perché lui si faceva contagiare facilmente, iniziò a ridere anche lui, poi le prese una mano, l’alzò da terra e la rinchiuse in un’abbraccio e lei piccolina com’era rispetto ad Ashton non si era mai sentita protetta in quel modo prima d’allora, e stava così bene, e per la prima volta dopo mesi si ritrovò a piangere di gioia, forse aveva trovato il suo posto, aveva trovato una casa, Ashton sarebbe stata la sua casa da quel giorno non si sarebbero più lasciati, o almeno così pensavano loro.

||Spazio autrice||

 

Okay. non sarà il capitolo più lungo che io abbia mai scritto ma sto piangendo anch'io, capitemi.

However, COMMENTATE come sempre -lo scrivo sempre anche nell'altra storia- io adoro sentire i vostri pareri, so, votate se la storia ve piace e... boh amatemi perchè sto aggiornando ogni giorno anche più volte al giorno e niente... buona domenica a todos.

PS: se qualcuno mi aderisce nei commenti al prossimo capitolo ci metto qualche foto poi capirete perchè -non sò neanche io perchè ma mi inventerò qualcosa, amatemi doppiamente-

 

Ve se ama tutti.

Bacioni

-Cla.

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