20. Amara Verità

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Emma

"sono le 15.05 vedrai che non verrà" disse Eve con tono infastidito.

Siamo sedute al bar del residence e stiamo aspettando Rosmery.

Sono agitata, ho le mani sudate e non so cosa aspettarmi.
Non posso fare a meno di chiedermi, cosa pensera' di noi, se in tutto questo tempo si fosse mai domandata come saremmo diventate da adulte, non solo fisicamente ma anche personalmente.

Se si ricordava il lato forte e tenace di Eve, la sua irruenza e testardaggine, o la mia determinazione.
Se magari dopo aver fatto ricerche sul mio passato, avrebbe approvato la scelta di arruolarmi per inseguire i mie sogni.

Poi, come un fulmine, mi resi conto che mi importava tantissimo del giudizio di nostra madre.
Non avrebbe dovuto importarmi di quello che pensava lei. Eppure, come un filo invisibile, c'era qualcosa che mi legava a lei.

"Tranquilla Eve, vedrai che sarà solo in ritardo" dissi sospirando.

Nel bar entro' una donna, elegante, indossa un abito color rosso scuro, scarpe e borsa rigorosamente abbinati. I capelli, color biondo cenere cadevano sciolti sulle spalle. Bastò uno sguardo per capire chi fosse.

Cazzo Max aveva ragione, era come guardarsi allo specchio, ma con qualche anno in più.
Quella era Rosmery, quella era nostra madre.

Improvvisamente Eve si irrigidí, per quanto volesse nascondere che non le importava nulla di lei, stava mentendo. Lei aveva le mie stesse preoccupazioni, in fondo era mia sorella.

Rosmery ci regalo un leggero sorriso e si sedette di fronte a noi. Era tesa si vedeva.
Fu proprio lei a rompere il ghiaccio

"Siete bellissime, proprio come immaginavo" disse sorridendo.

A quelle parole, Eve mi strinse la mano, adesso era arrabbiata.
Forse Rosmery non si era resa conto di quello che aveva appena ammesso.

Sussurrai ad Eve un "vacci piano", ma non credo fosse in ascolto, perché poco dopo esplose

"Proprio come immaginavi?!!! è questo che hai da dire dopo così tanto tempo? "come immaginavo?!. nessuno ti ha mai allontanato, nessuno ti ha mai chiesto di immaginare, potevi venire a vedere di persona! Se mai ci hai immaginato per davvero oppure quello che hai detto è solo una frase di circostanza!"

disse con tono freddo, poi continuo'

"Siamo qui per avere delle risposte, per mettere un punto a questa storia! Nessun vittimismo perfavore"

Lei sospiro' profondamente, probabilmente non si aspettava una reazione cosi forte.
Guardandoci negli occhi iniziò a parlare

"sicuramente vi devo un po' di spiegazioni, ma prima di tutto, vorrei dirvi che voi non avete colpe.
Nulla di quello che è successo è stato per colpa vostra, purtroppo siete state quelle che ne hanno pagato il prezzo più alto" fece una brevissima pausa,

"Ho conosciuto vostro padre ad una festa di amici, lui era un ragazzo bellissimo, con idee chiare, voleva andare al college, studiare economia, io invece vivevo alla giornata, non avevo programmi per il futuro.
Ci frequentammo per un po', poi mentre stavamo progettato di come far funzionare la nostra storia a distanza, visto che Richard...vostro padre, stava partendo per college, scoprii di essere incinta" sospirò
"io andai nel panico, avevo solo 18 anni, ma Richard mollo tutto senza pensarci due volte.
Disse che per il college c'era sempre tempo, poteva andarci tra qualche anno una volta sistemati.
Inizio' a lavorare nell'azienda di vostro nonno.
Eravamo giovani, entrambi diciottenni, voi non vi ricordate, ma per diversi anni siamo stati una bella famiglia felice.
Ma le cose si fecero più difficili, con due gemelle, non riuscivo a trovare del tempo per lavorare e Richard lavorava 12h al giorno.
Iniziai a sentirmi in trappola, vedevo le mie coetanee divertirsi, discoteche, viaggi, io chiusa in casa a crescere due bambine mentre Richard era sempre in ufficio. Così iniziarono le litigate con vostro padre, volevo più spazio per me. Voi eravate impegnative, soprattutto te, Emma, eri testarda e mi portavi spesso all'esasperazione.
Quel fatidico giorno, quando vostro padre tornò da lavoro, iniziammo a litigare più pesantemente del solito....si dicono cose che non si pensano davvero quando si litiga.....gridai a vostro padre che avervi era stata la cosa peggiore della mia vita" lacrime avevano iniziato a scendere sul volto di Rosmery.
Eve fece per parlare, ma nostra madre alzo la mano, per fermarla poi riprese

"ho ancora impresso nella mente lo sguardo deluso di vostro padre, mi disse di andarmene, che vuoi meritavate di essere amate e che se non ero in grado di farlo, non ero degna di essere chiamata "mamma". Così, presi le mie cose e me ne andai.
Andai in Europa, passai diversi anni a lavorare come cameriera in un ristorante.
Avevo una gran voglia di vedervi, abbracciarvi, ma non sapevo come fare, era passato del tempo e non sapevo come riallacciare i rapporti. Così ogni volta rimandavo..." sospirò di nuovo, poi inizio' a giocherellare con l'anello che portava al dito

"Mi sono sposata da poco, devo ancora abituarmi alla fede, ho avuto un'altra figlia, si chiama Holly, ha 10 anni, vi assomi.". venne interrotta dalla manata sul tavolo di Eve.

"Basta, non puoi venire qui e raccontarci della tua nuova famiglia felice, cazzo!" disse Eve con tono alterato.

Le strinsi la mano, adesso era il mio turno di parlare

"Rosmery, ti abbiamo ascoltato, in silenzio ti abbiamo lasciato parlare. Adesso però lascia che ti chieda, hai mai pensato di chiedere a noi? non voglio giudicare il comportamento di nostro padre, ma in tutta questa storia noi siamo sempre state spettatrici.
A nessuno di voi è venuto in mente di chiederci come stavamo. Come pensi ci siamo sentite? abbandonate dalla notte al giorno, con l'unica frase ripetuta all'infinito "vostra madre è dovuta partire".
Adesso però tutto ha un senso..." il mio tono si fece sempre più calmo, stranamente ero calma

"Nostro padre ha sempre fatto di tutto per proteggerci, ci ha dato tutto l'amore che poteva, non ci ha mai fatto mancare nulla, ha lasciato i suoi sogni per vedere realizzati i nostri, non è mai andato al college, ha continuato a lavorare 12h al giorno e quando tornava a casa aveva sempre energie da dedicare a noi. Quello che non capivo era perché lui non mostrasse rancore verso una donna che lo ha abbandonato, ma adesso mi è chiaro.
Non puoi portare rancore verso una persona che ti ha dato la tua ragione di vita, noi siamo la ragione di vita per nostro padre.
Lui ti ha messo alla prova, ti ha detto di andartene perché non eri all'altezza del nostro amore, ed aveva ragione.
Adesso mi spiego tutte le notti in bianco di papà intendo a guardare la porta, sperava di vederti rientrare, sperava di essersi sbagliato, non solo hai spezzato il cuore a noi, ma hai frantumato anche quello di Richard"

a quelle parole Rosmery spalancò gli occhi, stava comprendendo l'entità dell'errore che aveva commesso.
Io ormai ero fuori controllo, le parole non dette in tutti questi anni uscivano con una calda disarmante

"Papà ha smesso di esistere nel momento in cui sei andata via, non si è mai sposato ed onestamente non ricordo di averlo mai visto uscire con altre donne. Fa sorridere l'idea che in soggiorno ci sia ancora la tua foto, la foto di una donna che si è sposata e adesso si definisce "madre".
Non so quale motivo ti abbia spinto a chiarire quanto successo dopo così tanti anni, ma ti devo ringraziare, perché finalmente ho capito che il problema non siamo noi, sei tu.
Sei tu che non ci ritenevi all'altezza di essere la tua famiglia, sei tu che non hai avuto il coraggio di lottare per quello che avevi, sei tu quella che adesso ha una fede al dito ed UNA figlia.
Se sei venuta per essere perdonata, bene hai il mio perdono e quello di Eve, detto ciò puoi continuare ad essere la madre di Holly ed una completa sconosciuta per la sottoscritta."

il mio tono calmo e pacato fecero capire a Rosmery che non c'era possibilità di mediazione.
Si asciugo' le lacrime, poi con voce tremante ci disse
"ho commesso molti errori nella mia vita, ma voi non siete uno di questi. per quello che può valere mi dispiace e vi voglio bene. Chiamatemi, per qualsiasi  cosa" poi si voltò ed uscì dal bar.

Sia io che Eve dovevamo metabolizzare quello che era appena successo.

Poco dopo mi ritrovai a bussare alla porta di Jack, orami era ora di cena.

Non so cosa vide sul mio volto quando aprì la porta. Ma non disse nulla, mi fece sedere sul divano e mi abbraccio' forte.
Nel suo caldo abbraccio, mi sentii al sicuro e mi lasciai andare in un pianto liberatorio.

Un Amore A Cinque CerchiOù les histoires vivent. Découvrez maintenant