Capitolo 12

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Nico's POV

!¡!

«Bianca sta per morire» disse Will tutto d'un fiato.

«Mio padre ieri mi ha chiamato e mi ha detto di dirti la notizia che non c'è più nulla da fare per Bianca»

Nico rimase stordito.

Prima stava ascoltando la musica mano nella mano con il ragazzo di cui era innamorato ed ora, lo stesso ragazzo, lo stava informando dell'imminente morte della sorella.

Si sentì gli occhi inumidirsi, non riusciva a capire se fosse arrabbiato o triste, o tutti e due.

«La mia famiglia lo sa?» chiese, cercando di rimanere fermo, nonostante sentisse le sue mani tremare.

«Sì, probabilmente il primo che hanno chiamato è stato tuo padre»

Strinse i pugni.

Suo padre sapeva di sua sorella e non gli aveva detto nulla.

Si portò una mano al collo e cominciò a grattarlo.

Era una cosa che faceva quando era piccolo.

Quando andava in ansia si grattava il collo, fu un'abitudine che gli dovettero estirpare perché aveva cominciato anche a graffiarlo lasciando cicatrici permanenti.

Era da anni che non lo faceva più.

«Come sai di Bianca?» gli chiese, ricordandosi di non aver mai raccontato al biondo di sua sorella.

«È stato mio padre a-»

«Tra quanto?» lo interruppe.

«Non si sa. Potrebbe essere una questione di ore e, nel caso migliore, una settimana.»

Nico sentiva la pelle del suo collo riscaldarsi sempre di più, respirare diventava sempre più difficile.

«Puoi uscire?» chiese al biondo.

Si sentiva sul procinto di piangere ed odiava farsi vedere debole davanti agli altri.

Will poteva notare che il ragazzo di fronte a lui stesse per avere un attacco di panico, ma decise di assecondarlo.

Sapeva quanto era difficile assimilare una cosa del genere.

«Va bene»

Dopo pochi secondi sentì lo scatto della porta chiudersi.

La vista gli stava diventando sfocata, le lacrime gli rigavano il viso.

Stava grattando il collo più velocemente, i capelli davanti agli occhi che non gli facevano vedere nulla.

Quando era piccolo sua sorella quando si grattava il collo gli prendeva le mani e giocavano a fare il girotondo.

Per fargli smettere di farlo, una volta gli prese le mani e le mise sul suo collo.

«Perché non gratti più?» gli chiese.
«Non voglio graffiarti» rispose il fratellino, le mani che tremavano.
«E perché quando le metti sul tuo collo ti gratti sempre?» Nico non rispose.
«Quando ti viene da grattarti il collo fai finta che stai grattando il mio, così non ti verrà più da grattarlo» gli sorrise. Il piccolo annuì.
«Non voglio farti male, sorellona»
«E io non voglio che tu ti fai male» rispose lei, lasciandogli un bacio sulla fronte.

Ora lo posso fare.
Pensava Nico.

Non mi dovrò preoccupare di farti male.

Non ti potrò più raccontare la mia giornata.

Caffè Macchiato- solangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora