↭3-ranuncolo↭

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KIRISHIMA'S POV

"Lasciami!" no, non farlo, salvami dolcemente, lentamente e teneramente, tirami a te, tra le tue braccia, conserva il mio corpo dalla tragedia.

"COL CAZZO! NON È LA SCELTA GIUSTA! CREDIMI! TE LO DICE UNO CHE SOFFRE! TI POSSO AIUTARE MA SOLO SE SEI TU A PERMETTERMELO!" i miei piedi toccano l'aria, guardano l'altezza che sprofonda sotto di me, l'unica cosa che mi tiene attaccato al suolo è la sua mano, che stringe con potenza il mio polso, l'altra tiene la bassa barriera in metallo, così da impedirgli di cadere. Ma lo sento, è sfaticato, la sua forza è davvero al minimo, è gracile e indifeso, la pelle pallida e grandi occhiaie in viso, se non mi alzo cadrà anche lui.

"Perché vuoi aiutarmi?! Se non mi lasci cadrai anche tu!" grido con la poca forza che mi rimane. Porta anche l'altro palmo sul mio polso, e adesso non si sta tenendo a nulla. Cadrà, perché mi aiuta? Porto la gente alla distruzione, ogni cosa che sfiora la mia pelle cade a pezzi, si sgretola diventando finissimo carbone bruciato, più qualcuno si avvicina a me, più la cenere si accumula difronte ai miei piedi, il vento prova ad impossessarsi di essa, e la polvere vola nel cielo grazie alla corrente, così leggera da portarsi un peso colossale alle spalle.

"Non voglio vedere qualcuno morire difronte a me! Sei giovane porca puttana! Si fanno errori a cui non c'è rimedio, ma hai una fottuta vita davanti per cancellarli! CAZZO, AIUTAMI AD ALZARTI!" i suoi occhi sono fissi sui miei, la mia faccia esprime solo tristezza.

"A CHE COSTO?! Sono uno scarto della società con una vita di merda! Non mi serve vivere"

"pensala come vuoi, ma la tua vita di merda resterà di merda se non fai qualcosa di intelligente, e questo non è di certo qualcosa di astuto! QUINDI TI RIPETO, AIUTAMI, CAZZO! SFOGATI, PARLAMI, DI QUEL CHE TI PARE, MA PRIMA AIUTAMI A PORTARTI SU, TROVEREMO UNA SOLUZIONE, MA SE SEI SPIACCICATO TRA MILLE PIETRE DI CERTO NON POSSIAMO"

l suo viso è affaticato, ma quelle iridi rosse, mi fanno viaggiare all'interno di se, e percepisco solo il dolore, vedo odio, delirio. Mi incateno ad essi, ormai il suo contatto è serrato con il mio, non ne vuole sapere di lasciarmi, continuando così, avrò un altro suicidio al carico della mia anima.

Lo guardo con occhi lucidi e la mascella tremante, e mi lascio trasportare da lui, cerco di alzare la gamba verso il piccolo metro di cemento, ma non riesco, sono troppo in basso. Le lacrime cominciano a scendere, e il panico prende il possesso della mia coscienza.

"N-non ci riesco!"grido. Lo vedo indietreggiare sforzandosi, tenendo sempre la presa costante, e sento che il mio corpo si sta sollevando, di poco, ma è pur sempre un progresso.

"Prova adesso! Non riuscirò a tenerti per molto, sono pur sempre un tizio alto che pesa quaranta chili, quindi sforzati!" alzo nuovamente la gamba, ma nulla, tento e ritento ma è inutile.

A quel punto lui stringe i denti, facendo pesanti passi all'indietro, e il mio corpo si solleva, finalmente riesco a portare la gamba verso il cemento, e adesso avendo una parte di me appoggiata su un piano, sono più leggero, e lui riesce a portarmi totalmente al suolo. Il mio fisico adesso è steso su quel piccolo metro di asfalto sbiadito oltre la ringhiera impolverata, dove si vedono le nostre impronte a causa della polvere e la terra portata dal vento.

Non appena è riuscito a portarmi su, e era certo che non ci fosse stato il rischio di caduta, ha lasciato la mia stretta, cadendo anche lui sul pavimento. I nostri respiri sono irregolari, sfaticati, l'ansia in quel momento ha preso i nostri polmoni, chiudendoli evitando l'aria. I nostri petti si alzano e si abbassano, respiri profondi e controllati, sperando di recuperare tutta l'ansia presa e tranquillizzarci.

Le lacrime scendono sul mio viso, sono deboli e incontrollate, sfregiano il mio viso come lame affilate e taglienti, che provocano sangue e dolore, continuano e continuano a scendere, una più veloce dell'altra, i miei occhi sono talmente annacquati da poter seminare un terreno all'interno, colmo di fiori che indicano solo tristezza, come il ranuncolo, con il suo fascino malinconico e i suoi petali pallidi e delicati pervasi da mestizia.

Flower escape ¦ _-Kiribaku-_ ¦Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum