↭4-delphinium↭

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¦𝔱𝔲𝔱𝔱𝔦 𝔰𝔞𝔫𝔫𝔬 𝔡𝔢𝔤𝔩𝔦 𝔞𝔩𝔱𝔯𝔦 ¦

BAKUGOU'S POV

Sabato, giorno di riposo, niente scuola, sonno illimitato, la sveglia a mezzogiorno e un carico di pigrizia.

Ma per qualcuno come me, introverso, sofferente, cupo e claustrofobico, non è proprio il giorno che fa per me. Restare chiuso in casa per quarantotto ore solenni, uscire di proposito per quei pochi minuti, e poi rientrare con nuovamente la voglia del vento tra i capelli.

Sento il rumore della pioggia battere contro il pavimento in pietra del cortile, dove si trova un gazebo che in gran parte ricopre il piccolo roseto che decora il giardino. Le gocce sul vetro della finestra sopra il letto, è la prima cosa che vedo non appena apro le palpebre, il suono di ogni singola gocciolina d'acqua che ricade sulla superficie trasparente davanti a me.

Mi siedo sul materasso, con le lenzuola bianche intorno alle mie gambe, osservo cosa giace attraverso la massa fragile, non che ci sia molto, il quartiere è circondato da palazzi, i muri di essi sono dipinti di bianco, non è per nulla sbiadito, sono nuovi edifici costruiti recentemente, è normale che non ci sia la minima traccia di sporcizia. Nei balconi sono situati dei vasi d'argilla, con all'interno boccioli di fine Febbraio.

Ma guardando in basso, dove si trova il gazebo bianco, vicino ai fiori rosei, sopra un'amaca verde menta, il ragazzo della scorsa sera è cullato su essa, con degli auricolari alle orecchie e un libro tra le mani. Il suo sguardo è spento e le occhiaie sono sotto i suoi occhi, e la pelle scialba, proprio come ieri, neanche lui ha una costituzione massiccia, ma naturalmente è più in forma del sottoscritto, ma pur sempre magro.

Da guardare a primo impatto, forse qualcuno può farsi sfuggire questo dettaglio, ma penso sia ovvio che questa sera lui abbia fatto notte in bianco, i suoi movimenti non so vispi, ma bensì lenti e delicati. Come gira pigramente le pagine del suo libro con la punta delle dita fragili, le palpebre aperte appena, con delle vene minuscole e discrete sulla sclera, che indicano la nottata priva di sonno.

Controllo l'orario dalla sveglia posizionata sul mio comodino, manca qualche minuto alle undici. Mi alzo e indosso degli abiti svogliati, i primi che trovo nell'armadio, e per qualche ragione a me sconosciuta, prendo le chiavi del mio appartamento, per dirigermi al piano terra, dove si trova il ragazzo dai grezzi riccioli rossi.

Mi ha fatto pena a dire la verità, è stato il primo a cui ho raccontato di Izuku, gli ho narrato esclusivamente di lui, non ho intenzione di parlare di quell'uomo, di ciò che fece per colpa mia, per colpa sua, per colpa nostra, della sua vita che sfila davanti i miei occhi, di quel che successe due mesi fa.

Kirishima Eijiro, colui a cui ho detto la prima volta, esplicitamente e con semplicità "sono gay". Mai detto ad alta voce, mai ad anima viva, solo Izuku ne era a conoscenza, nonostante il modo in cui mi guardò quella volta in cui mi confessai, ribrezzo mi sembrò ai tempi, adesso ricordandomi il suo viso non decifro alcuna traccia di sentimenti. Ma preferisco così, non ho intenzione di riguardare quelle graziose lentiggini, le iridi verdi e le sue guance paffute. Ma non posso dimenticarlo per nessuna ragione al mondo, ne morirei.

Non appena mi trovo al piano di sotto, e mi assicuro che l'acqua della leggera pioggia non mi tocchi, cammino verso il gazebo, e adesso lo vedo da più vicino, è immerso nei suoi pensieri, la musica a tutto volume, che si sente persino dalle cuffie alle sue orecchie, le sue incantevoli ciocche rosse che ricadono sul tessuto dell'amaca, e il libro sui toni del marrone, anch'io tempo fa lo lessi.

"la canzone di Achille, quest'opera mi ha commosso nonostante il mio cuore di roccia" dico mentre lentamente le mie ciabatte marciano sul pavimento in pietra verso di lui. Passa il suo sguardo dal testo a me, sorpreso della mia conoscenza sull'oggetto tra le sue mani.

Flower escape ¦ _-Kiribaku-_ ¦Donde viven las historias. Descúbrelo ahora