La persona vuole un certo futuro, lo ricerca, lo esige, è parte fondamentale di essa. Nella sua vita niente, nessuno, è più importante di questo. La persona si rattrista sul suo presente e vede che il futuro risulta lontano e nota, con tristezza, quanto vicino risulti il passato. La persona è recidiva, e commette gli stessi sbagli pur sapendo quel che sta facendo. Il reato di La persona nei confronti di se stessa è incommensurabile, ed essa si abbatte ancor di più. La persona è triste, sola, si sente sbagliata e per La sua persona noiosa.
Il futuro che La persona vorrebbe toccare con mano, che vorrebbe fisicamente nella sua piccola esistenza, non lo vede nemmeno e tanto meno riesce ad immaginarlo. La persona ricerca in esso un appoggio, un supporto per poter andare avanti come se la sua autonomia fosse mutilata dal suo stesso infuturo. Essa vorrebbe che la sua vita non veda mai il tempo da li in avanti, vorrebbe che istantaneamente essa cessasse ma non vuol essere lui il colpevole di tale delitto. La persona è una vergogna per La sua persona e, vittima del suo scherno, si seppellisce nella sua vita di terra, vivo ma morto.
La persona cerca di resuscitare, prova a mutare quel suo futuro che tanto vede già scritto, di correre nel tempo per allontanarsi da quel sempre più vicino passato. La persona si sente masochista, e con fare nuovamente recidivo, come una molla legato a quel suo punto passato, viene ritratto e torna inesorabilmente a quel suo essere. Ciclica è la volontà della persona sul suo futuro, come se potesse raggiungerlo ci proverà, ma inevitabilmente non ci riuscirà e tornerà indietro, al punto di partenza della sua volontà.
La persona pur non raggiungendo la sua felicità può essere, ed è, spesso felice. La persona noterà dei cambiamenti ogni ciclo di volontà, e di questo si compiacerà, ma La sua persona schernirà, quel che è per la La persona la sua volontà.
