Capitolo III

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Emisi un urlo, o meglio cercai di trattenerlo. I miei occhi si fecero più grandi, le pupille si stavano dilatando a dismisura. Le mie orecchie riuscivano a percepire i rumori dei condotti dell'aria, mi parve di sentire anche ciò che gli altri ragazzi si stavano dicendo in cucina.
Era diventato tutto troppo nitido, lucido, le orecchie presero a fischiare insopportabilmente. L'unica cosa che in quel momento riuscivo a pensare era di voler soddisfare la mia voglia di sangue. Volevo bere, nutrirmi.
Fin da piccolo ero stato abituato a cacciare animali: mangiavo galline, mucche, in alcuni casi anche cervi, a volte capitava qualche sciagurato scoiattolo, ma solo nei periodi di carestia. Durante il periodo della mucca pazza molti vampiri impazzirono e iniziarono a nutrirsi di sangue umano. Io non l'ho mai fatto.
Ho sempre resistito. Vivo dall'inizio dei tempi e non ho mai ucciso nessun umano. Non mi ero mai trovato così vicino al loro sangue.
Le mie labbra non l'avevano mai sfiorato, né odorato. Non avrei mai voluto farlo.
La mia più grande condanna è quella di non poter morire. Non ricordo quando sono nato, è come se ci fossi sempre stato. Io ci sono sempre stato e ci sarò per sempre, ma le altre persone invecchiano e muoiono. Quanti vorrebbero essere come me, l'uomo ricerca l'immortalità. Ma quanto darei io per essere uno di loro. Tutti i miei amici, le persone che avevo più a cuore sono tutte morte. Io, invece, sono vivo, io continuo a esistere, a cacciare, a ballare e loro sono tutte morte. Le ho viste spegnersi pian piano. Non c'è malattia che i miei occhi non abbiano visto. Non avete idea cosa significhi essere solo. Rimanere da soli, non poter reagire, non poter fare nulla. In questi casi sono solo due le possibilità: o impazzisci e inizi ad uccidere, oppure scegli la depressione. Scegliere, che parola grossa, mi rendo solo conto ora che non si può scegliere. L'unica cosa da fare è sopportare, rassegnarsi, subire, marcire. Io non ho scelto, la depressione ha scelto me. In fondo chi è depresso non prende iniziative, tanto meno decide cosa fare. La solitudine mi ha investito, ha prosciugato la mia anima. Anima. Altra parola grossa. Non ricordo di averne una, in realtà, sono troppe le cose che non ricordo e troppe quelle che vorrei dimenticare. Ma voi cosa ne potete capire. Non si può capire. Conosco la sofferenza come nessun'altra persona al mondo l'ha mai conosciuta. La sofferenza. Ho sentito il dolore umano. La nostra vita è dolore, un dolore lancinante, uno di quelli che non passa mai: preferiresti toglierti la vita, farla finita. Sarebbe bello, ma non puoi. Ed è questo il problema: devi accettare la vita.
E io la mia vita l'ho accettata. Sono andato avanti, ho dimenticato. Dimenticato. Altra parola grossa. Come fai a dimenticare? Ho sotterrato tutto nella mia testa, ma se scavi niente è perduto per sempre. Due secoli fa mi innamorai di un ragazzo. Piccolo problema: lui era un essere umano. Voleva essere come me, un vampiro. Io volevo proteggerlo da me, dalla mia maledizione, ma lui non mi ascoltò e si fece trasformare dalla setta di vampiri. Iniziò ad uccidere umani, non sapeva controllarsi.
E così, al posto di avvicinarci, quella trasformazione ci fece allontanare sempre di più. Molti vampiri non riescono più a percepire le emozioni. Io, diversamente da loro, le ho sempre provate. Non mi sono mai davvero abbandonato al mio destino, non sono mai stato violento. Una parte di me si identifica con gli umani.
Quella stessa parte mi porta ad amare follemente Christian, in lui vedo me, la mia parte più buona, più genuina, ciò che sarei sempre voluto essere. Esatto Christian, volevo essere come te, così ingenuo, così dolce. A volte avrei voluto non sapere, scordarmi tutto ciò che avevo vissuto. Avrei voluto vivere nella menzogna, avrei preferito, piuttosto che vivere in un'amara verità. Forse nell'ignoranza si vive meglio.
Erano questi i pensieri che mi sfioravano la mente quando guardavo i tuoi occhi, quelle infinite volte che restavo lì a guardarli mentre ce li avevi chiusi e dormivi. Mi chiedo se in quei momenti facessi finta di dormire. In fondo, è così la vita. È un trampolino tra ciò che è vero e ciò che crediamo di vedere. A volte ti invidio, invidio la tua serenità ed è la cosa che amo più di te. L'unica cosa che mi permette di sorridere quando tutto mi crolla addosso. Ma tu sei così forte. Vorrei essere come te. Ma in fondo un po'siamo simili. Entrambi condividiamo lo stesso amore per la danza. Io danzo per sfogo, per liberarmi, per non pensare, per cercare di dimenticarmi di tutto ciò che ho intorno. Tu, amore mio, invece balli per puro piacere. Tu non hai bisogno di ricercare la libertà, tu sei già libero.
In quei movimenti c'è tutto il tuo estro, la tua creatività, la tua passione. Riesco a vedere, a sentire tutto te stesso quando ti guardo ballare e il mio udito si sofferma sul tuo battito cardiaco. Percepisco quando ti emozioni, quando il tuo battito accelera, mi emoziono anch'io e sento il tuo sangue scorrere dentro le vene. Ma questo non te l'ho mai detto, non posso dirtelo. E forse saranno troppe le cose che non ti dirò mai.
In questo preciso istante, tu stavi quasi per scoprire che io fossi una vampiro. Non mi ero mai posto il problema di come tu l'avresti presa. Pochi sanno della nostra esistenza. I miei artigli stavano spuntando. Tu mi chiedesti cosa stesse succedendo. Io non ebbi il coraggio di guardarti, ti chiesi di andare via. La prima volta che ti dissi di andartene. Ma tu insistevi, mi chiedevi cosa c'era che non andasse. Sentivo i denti canini premere verso la bocca. Dovevo trattenermi. Mi alzai di scatto e ti scaraventai a terra. Mi accasciai a terra e tu ti avvicinasti a me. Non mi hai mai lasciato solo.
"Mattia?" dicesti il mio nome.
Io ansimavo e ti urlai di andartene.
"Vai via"
Non vidi i tuoi occhi, ma ero sicuro che stessi per piangere.
Te ne andasti, senza dire nient'altro.
Sentii il tuo respiro farsi più duro, più profondo. Forse prima di andare via ti fermasti a guardarmi un istante davanti alla porta. Ti sei girato per me, per vedere come stessi, nessuno durante tutta la mia misera vita l'aveva mai fatto. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me...

So Che Ti AmoWhere stories live. Discover now