𝚞𝚗𝚘 - ᴘᴇʀ ᴄᴏʟᴘᴀ ᴅɪ ᴜɴᴀ ᴘʀᴏᴠᴏᴄᴀᴢɪᴏɴᴇ.

181 6 7
                                    

Socchiudo le palpebre, ordinandomi di non piangere, mentre lo schermo del cellulare diventa sempre più sfocato

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Socchiudo le palpebre, ordinandomi di non piangere, mentre lo schermo del cellulare diventa sempre più sfocato. Stringo la cover fra le dita e deglutisco per mandare giù il groppo che ho incastrato in gola. Sono così nervoso che potrei spaccare il telefono, lanciandolo contro il marciapiede sporco, ma mi dico di calmarmi, che sono una persona civile a differenza di qualcuno. Che devo rimettere lo smartphone in tasca senza fare ulteriori danni, che quel tipo non merita alcuna risposta. Eppure il mio pollice sta già digitando sulla tastiera della chat.

Il tuo carattere è orribile.
Mi ha detto.
Se avessi saputo che fossi così, non mi sarei mai dichiarato.

So che non posso incolparlo delle sue parole, benché siano così tanto dolorose. È semplicemente successo di nuovo. La gente si rifiuta di amarmi per quello che sono e io non sono abbastanza maturo per limare gli spigoli della mia personalità contorta. La mia vita è uno spettacolo terribile, dettato da un copione che si ripete e messo in scena da attori pessimi. Eppure, esiste quell'eppure. Ogni volta che inizio a frequentare qualcuno, comincio a sperare che sia quello giusto. Che idiozia.

Avvicino il dito al tasto invio, ma non ho il coraggio di mandargli la mia risposta. Ho riempito il messaggio di insulti e so che dopo averlo spedito mi sentirò meglio, almeno per cinque minuti, ma non durerà. Arriveranno i sensi di colpa, mi domanderò dove ho sbagliato, perché ha deciso di mollarmi così su due piedi e finirò col deprimermi. Con questa consapevolezza, ingoio il mio orgoglio e cancello il testo.

Come vuoi. Scrivo e poi invio. Blocco il contatto e spengo il telefono, per poi buttarlo nella tasca posteriore dei jeans. Sbuffo, spostandomi gli occhiali sulla punta del naso per potermi asciugare una lacrima. Di solito ho molto più autocontrollo, ma pensavo davvero che fosse il ragazzo giusto, invece si è rivelato l'ennesimo cretino.

Perché è andata così? Dannazione! Sono così nervoso!

Mi fa male la testa, è successo tutto troppo in fretta. Devo distrarmi in qualche modo o finirò davvero per spaccare qualcosa. La palestra domani mattina dovrebbe essere aperta, potrei farci un salto. Oppure andare al Destiny e sostituirlo con qualche ubriacone.

Scuoto la testa. No, è proprio perché sono così che vengo continuamente mollato. Non riesco a costruire un legame solido con qualcuno e quando questo se ne va, stufo di me, succede sempre la stessa cosa: mi si contorce lo stomaco dalla rabbia e mi viene voglia di fare a pezzi il mondo, poi trattengo le lacrime e ignoro la mia tristezza nascondendola sotto una patina di apatia. Infine cerco un nuovo compagno, ci vado a letto e la mattina dopo, quando il mio partner se ne è già andato - nessuno resta - scoppio a piangere, fra le coperte accartocciate dell'albergo che di solito mi ospita.

La verità è che odio rimanere da solo più di qualsiasi altra cosa, quindi cerco sempre la compagnia di sconosciuti. Non importa che vogliano solo il mio corpo, sono ben felice di darglielo per una sera, se riescono a farmi smettere di pensare.

Mettimi un CollareWhere stories live. Discover now