𝚚𝚞𝚊𝚝𝚝𝚛𝚘 - ᴍᴀᴛᴛʜᴇᴡ.

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La situazione ha iniziato a degenerare nell'istante stesso in cui siamo entrati nel blockbuster

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La situazione ha iniziato a degenerare nell'istante stesso in cui siamo entrati nel blockbuster. Wilbur ha subito notato la sua innamorata e ha deciso di ignorarci, preferendo andare a parlarle. I suoi occhi si sono illuminati subito, appannandosi di così tanto amore che per un attimo non mi è sembrato più lui.

Lei non ricambia i suoi sentimenti: non fa che lanciargli occhiatacce e scuotere la chioma bionda in segno di negazione. Mi dà fastidio che il mio amico venga rifiutato così su due piedi, ma quando ho fatto per unirmi alla conversazione per chiederle gentilmente di andarsene a quel paese, mi sono bloccato.

Alla cassa c'è qualcuno che assiste allo scambio fra i due, con un sorriso impertinente stampato in viso. Due commessi: un maschio e una femmina. La ragazza sta tentando in tutti i modi di apparire disinteressata, sebbene sia palese che stia ascoltando attentamente le parole della cotta di Will. Deduco che siano amiche. Ma non è lei che ha destato la mia attenzione.

Il suo collega si stava toccando distrattamente una ciocca di capelli castani, rigirandosela intorno al dito, quando l'ho notato. Adesso si sta lasciando andare a un sorrisetto malizioso, simile a quello che mi ha rivolto in hotel, mentre si stringeva a me e mi implorava di andare più veloce. È quell'uomo. È davvero lui.

Luke e Simon si sono dileguati in tempo zero, andandosene senza dire una parola, non appena hanno capito che Will era ormai andato, perso, non reperibile. Mi hanno fatto cenno di unirmi a loro, ma sono rimasto inchiodato qui, davanti allo scaffale dedicato ai film romance, per paura di incontrare quello sguardo. Loro sono usciti da almeno cinque minuti, ma non ho il coraggio di tornare verso la porta, così vicina alla cassa. E a lui.

Mi chiedo se mi abbia riconosciuto. Una parte di me vuole credere che sia impossibile: eravamo entrambi ubriachi, lui forse più di me. Inoltre è passata una settimana da quell'incidente, probabilmente avrà avuto altri appuntamenti nel frattempo. E non mi ha visto in faccia la mattina che sono scappato da lui, stava ancora beatamente dormendo, ergo non dovrebbe aver alcun ricordo chiaro del sottoscritto. E poi oggi indosso una tuta larga, che non risalta le mie forme, quindi non può nemmeno ricollegare il mio fisico a quello che ha visto quella notte. Che ha lambito con la lingua, riempito di succhiotti, artigliato con le unghie, come se non volesse farmi fuggire...

Scuoto la testa. Devo smetterla di pensarci. Non si ricorda di me. È ovvio che mi abbia già dimenticato, sarebbe assurdo il contrario. Devo solo andare verso la porta con gli occhi fissi sul pavimento, così non incontrerò il suo sguardo e non mi sentirò in colpa per averlo lasciato ammanettato in quel maledetto albergo.

Faccio un respiro profondo, ma non riesco a calmarmi. Sento già i palmi sudati. Se mi riconoscesse, Wilbur verrebbe a conoscenza dei posti che frequento e non riuscirei più a guardarlo in faccia. Detesto questo lato di me, odio la sola idea che qualcuno ne venga a conoscenza.

«Sei così contrariata solo perché adesso ti shippo con Mr. Muscoli!» urla il commesso del blockbuster d'un tratto, facendomi sobbalzare.
Ma che diavolo?
«Ok, non è che sia proprio il massimo, ma ci si accontenta.» fa spallucce, si vede che si sta divertendo.

Mettimi un CollareOnde histórias criam vida. Descubra agora