* - ᴅᴇsɪᴅᴇʀɪᴏ.

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Una doccia

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Una doccia. Un getto d'acqua gelido e una porta bianco perla è tutto ciò che mi separa dalla mia notte brava. Mi chiedo se sia giusto dimenticare in questo modo Liam, voltare pagina così presto. Non è nemmeno passato un giorno da quando mi ha detto addio, eppure sono già sdraiato in un letto che non mi appartiene, dalle coperte disgustosamente dorate. In accappatoio e con i capelli bagnati.

Sono davvero ritornato in questo maledetto hotel, anche se avevo promesso a me stesso di non metterci più piede, visto che avevo già trovato qualcuno che faceva al caso mio.
Sono così patetico che non riesco nemmeno a guardarmi allo specchio.

Mi sono precipitato in bagno subito dopo aver fatto il check-in, dicendo all'uomo che ho abbordato di aspettarmi nella stanza. Senza nemmeno avergli fatto assaggiare un bacio. Credevo che l'acqua congelata mi avrebbe calmato, forse mi sarei reso conto che ogni mia azione, a quel punto, era dettata dall'alcol. E magari avrei acceso il cellulare e chiamato Liam, per implorarlo di darmi una seconda possibilità.

Il mio estremo tentativo per salvare la nostra relazione non è servito a molto, visto che quei pensieri sono stati spazzati via bruscamente quando ho iniziato a lavare via il sudore. Ho fantasticato su quegli occhi verdi, mentre mi insaponavo. E mi sono toccato, giusto un pochino. Così facendo, mi sono davvero reso conto della situazione. Stavo già tradendo Liam con la mente, tanto valeva buttarmi fra le braccia di quell'uomo.

E poi non si può parlare di un vero tradimento, non stiamo più insieme. Per di più, è stato lui a lasciare me. Ho tutto il diritto di farmi consolare. E così dicendomi, ho chiuso il rubinetto.

Quando mi sono finalmente deciso a uscire, erano già passati venti minuti. A quel punto mi sono detto che magari il mio accompagnatore si era stufato di aspettare e con tutta probabilità se ne era andato da un pezzo.

Se fossi stato in lui, sarei già scappato. Non sono un uomo paziente e tendo ad applicare il mio metro di giudizio a chiunque incontri, quindi ero convinto di essere rimasto solo. Di solito ci vogliono appena cinque minuti per una doccia veloce, quindi se mi fanno aspettare di più deduco che l'altra persona non sia così impaziente di passare la notte in mia compagnia.

Ho preso i miei vestiti, poi ho aperto la porta del bagno, pronto a trovare una stanza vuota. Ma lui era ancora lì. Mi ha sorpassato senza dire una parola, chiudendosi in bagno l'attimo dopo.

Infine ho sentito l'acqua iniziare a scorrere.

Sono passati altri dieci minuti e io sono ancora qui. Me ne dovrei andare, so che non è da me rimanere ad attendere il suo ritorno come un docile cucciolo, ma non riesco a muovere un muscolo. Quello sguardo intenso che mi ha riservato era come un ordine muto: aspettami.

D'un tratto sento un click. Mi metto a sedere con i piedi a penzoloni sul tappeto, lanciando un'occhiata alla porta bianca. La osservo finché non lo vedo uscire. Sbarro gli occhi quando mi rendo conto che ha lasciato i suoi abiti in bagno. E che non si è preso il disturbo di coprirsi in qualsiasi altro modo. Ha solo un asciugamano attorno al collo, forse perché i capelli bagnati lo disturbano. Io ho afferrato uno degli accappatoi che fornisce l'albergo, ma pare che a lui non impensierisca mostrare il proprio corpo.

Mettimi un CollareWhere stories live. Discover now