Capitolo 2: Viaggio in assoluta sicurezza

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strange_marty

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(A)

«Ben svegliata.» dico aprendo la porta della camera dove Yelena ha trascorso un'altra notte di sonno poco sereno, a giudicare dalle occhiatacce che mi rivolge. Ma potrebbe essere risentimento nei miei confronti, visto che sono due giorni che non la sfioro nemmeno. Ho dovuto consegnare la chiave della stanza dove dorme la Gattina a Nadja, che le ultime due sere ha dovuto dormire da un'altra parte impedendomi di rientrarne in possesso.

Mi domando cosa le passi per la testa mentre mi avvicino al letto e afferro la coperta, gettandola ai suoi piedi. Un'altra grossa novità è che adesso Yelena non dorme più nuda, anche se la tengo ancora incatenata per la notte. Siedo sul letto e il mio sguardo osserva compiaciuto la stoffa della canotta di raso bianco con bordo in pizzo nero tendersi per via dei capezzoli inturgiditi dal freddo. Il pantaloncino fatto dello stesso materiale è molto sgambato, dalla mia posizione posso sbirciare il verde acqua del perizoma anch'esso sgambato al di sotto dell'indumento. Nadja ha davvero buon gusto.

«Hai intenzione di scoparmi oppure vuoi farti un solitario guardandomi?»

Sorrido divertito percependo il sarcasmo che tenta di nascondere la speranza e il desiderio nella sua voce. Nonostante quello che le sto facendo passare, Yelena non ha perso un briciolo della sua combattività. Una tigre in gabbia che studia il modo per fuggire. Per adesso mi limito a liberarla dalle catene che la bloccano al letto, poi le porgo la tazza di caffèlatte che ho portato con me. Lei la prende e inizia a bere senza neanche dire grazie, come se le fosse dovuto.

«Tra pochi giorni è Natale. Ho deciso di prendermi una pausa dal lavoro e fare un piccolo viaggio.»

«Mandami una cartolina quando sei arrivato» risponde ironicamente, riconsegnandomi la tazza di caffè vuota e continuando a guardare il muro davanti a sé. L'astinenza forzata deve averla scossa nel profondo, ma sospetto che sia anche preoccupata. L'attrazione reciproca è il motivo principale per cui lei è ancora in vita, dopo tutte le cazzate che ha fatto. Forse teme che io sia stanco di lei e voglia liberarmene. Povera Gattina, non immagina cosa ho in serbo per la nostra vacanza e nemmeno cosa sta per accaderle.

«Verrai assieme a me. Non mi fido a lasciarti da sola, finiresti per fare qualche stupidaggine.»

Finalmente si gira a guardarmi. La osservo mentre si stropiccia gli occhi, illudendosi che la visuale sfocata sia un effetto dell'insonnia. Si massaggia la tempia con l'altra mano, forse per far sparire la sensazione di pesantezza alla testa che si fa strada in lei.

«Non sono una tua dipendente, Mr. Checov! E non puoi portarmi in giro come fossi un pacco! Se vuoi che venga con te comincia a farti perdonare.»

«Sul fatto che verrai con me non ho dubbi. Per il perdono c'è sempre tempo, Gattina.»

Il Gioco di Ded Natalek  || SpecialeWhere stories live. Discover now