CAPITOLO CINQUE

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Finalmente è arrivato il giorno. Oggi la mia vita cambierà per sempre. Con questo pensiero in mente mi alzo dal letto e vado a fare una doccia, l'ultima in questa casa. Quando ne esco indosso i soliti vestiti grigi da Abnegante; fortunatamente presto saranno azzurri.
Provo a pettinarmi, per avere, almeno oggi un aspetto presentabile, ma è tutto inutile...i miei capelli rimarranno scompigliati in eterno! Allora rinuncio, dò per l'ultima volta un'occhiata alla mia camera, il mio rifugio per sedici anni, e scendo le scale. Nello stesso momento anche Beatrice esce dalla sua camera e mi segue. Dopo una leggera e veloce colazione tutta la mia famiglia si dirige verso l'autobus che ci porterà al Centro, ovvero dove si terrà la Cerimonia della Scelta. Non sono agitato come ieri, sono soltanto impaziente. Ormai so qual è il mio posto. Beatrice invece è così tesa, che sembra quasi sia sul punto di vomitare. Quando arriviamo al Centro e saliamo i gradini che portano all'ingresso, mi si aggrappa al braccio in cerca di sostegno. È un piccolo gesto che mi fa davvero capire quanto mi voglia bene e quanto io ne voglia a lei. Non vorrei lasciarla, ma non posso rimanere fra gli Abneganti. Loro non hanno niente da offrirmi.
Il Centro è alto venti piani e, la Cerimonia, si terrà all'ultimo, quindi teoricamente dovremmo utilizzare l'ascensore. Mio padre, però, decide di cedere il suo posto e, dopo un po', tutti noi Abneganti altruisti, ci ritroviamo a salire venti rampe di scale. Avrei davvero preferito l'ascensore, ma per adesso è meglio continuare a seguire le "regole" di questa fazione. Arriviamo e mi ritrovo davanti una stanza suddivisa in cerchi concentrici. In quello più esterno sediamo tutti noi sedicenni, senza distinzione di fazione, dato che a quest'età non siamo ancora ritenuti dei membri effettivi, cosa che cambierà con la scelta di oggi. Ci fanno sedere in ordine alfabetico, mentre i genitori ed il pubblico prendono posto nel cerchio successivo. Questo, è diviso in cinque settori, uno per ogni fazione, che dopo poco tempo vengono riempiti. Durante il corso degli anni, la presidenza della Cerimonia è stata assegnata alle diverse fazioni e, quest'anno, tocca agli Abneganti. Quindi, sarà Marcus, dato che appartiene al governo, a leggere il discorso d'apertura ed i nomi degli Iniziati. Nel cerchio concentrico più interno vi sono cinque vasche di metallo, una per ogni fazione, contenenti l'elemento rappresentativo di ognuna: pietre per gli Abneganti, acqua per gli Eruditi, terra per i Pacifici, carboni ardenti per gli Intrepidi, vetro per i Candidi.
Prima di prendere posto i nostri genitori ci salutano, ciò che mi colpisce particolarmente è mio padre che mi stringe la spalla dicendomi tranquillamente «A tra poco». Se solo sapesse quello che suo figlio sta per fare non sarebbe così sereno... Quando si allontanano, stringo con forza la mano di Beatrice, perché ho bisogno della sua forza in questo momento così importante per me; abbiamo bisogno l'uno della forza dell'altro. Dopo un po' di tempo Marcus sale sul podio ed inizia a recitare il suo discorso di apertura al quale non presto molta attenzione. Mi accorgo invece, che Beatrice sta stringendo le mie dita con più forza rispetto a prima. Adesso è ancora più nervosa, perché fra pochi minuti intraprenderemo la scelta più importante della nostra vita. Nel frattempo, il nostro capo fazione, racconta la storia dell'origine della nostra divisione «Decine di anni fa i nostri antenati capirono che le guerre non erano dovute a ideologie politiche, fedi religiose, divisioni di razza o nazionalismi. Scoprirono che l'origine stava nella natura dell'uomo, nella sua inclinazione al male, in qualunque sua forma. Così si divisero in fazioni, per cercare di sradicare quei comportamenti che pensavano fossero la causa del disordine nel mondo» e continua poi, descrivendo le fazioni una per una «Quelli che davano la colpa all'aggressività fondarono la fazione dei Pacifici. Quelli che incolpavano l'ignoranza divennero gli Eruditi. Quelli che accusavano l'ipocrisia si chiamarono Candidi. Quelli che condannavano l'egoismo formarono gli Abneganti. E quelli che incolpavano la codardia diventarono gli Intrepidi.»
Marcus continua poi a sottolineare l'importanza di questa divisione, la quale permette il corretto funzionamento della città. Dopo il suo discorso inizia a chiamare i primi nomi di ragazzi, i quali per effettuare la scelta, devono incidere con un coltello un taglio sul palmo della mano e, nella vasca che rappresenta la fazione scelta far gocciolare il sangue. L'elenco procede finché non giunge il mio nome «Caleb Prior». Non sono teso per la scelta, e non mi importa neanche di essere criticato. Però vorrei non dover lasciare la mano di mia sorella. Tuttavia devo, quindi stringo le sue dita per un'ultima volta e, mentre mi avvio verso il podio, la guardo da sopra la spalla. Poi, mi posiziono davanti alle cinque vasche e prendo il coltello. Mi incido sul palmo un taglio troppo profondo, infatti dopo pochi attimi il sangue mi inzuppa le dita. Trattengo il respiro e poi lo butto fuori. Allungo la mano verso la vasca con l'acqua diventata oramai rossa, dopo tutto il sangue versato da noi ragazzi. I minuti si fermano ed il sangue cade lentamente. Non sarò mai più un Abnegante. Adesso sono un Erudito.

The Divergent series: CalebDove le storie prendono vita. Scoprilo ora