Capitolo 4

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Gabriel POV.


Rientro in camera a note inoltrata con nelle orecchie la ramanzina che ci ha fatto mia madre dopo cena. Nella mente rivedo il suo sguardo lacrimevole, il suo tenersi freneticamente la mano sul petto, il suoi respiri profondi.... Che attrice.

Scuoto la testa non sapendo se ridere o piangere. Se potessero vedermi i miei uomini perderei ogni briciola di dignità. Fortuna che quello che succede qui a San Antonio, rimane a San Antonio.

Mi spoglio e mi infilo i pantaloni del pigiama, poi apro la porta finestra che dà sul terrazzo e senza neanche accorgermene, mi accendo una sigaretta, appoggiandomi alla ringhiera di ferro e godendomi la pace che solo in questo posto trovo. Il mio sguardo vaga sulla vasta distesa verde che circonda la tenuta, ripensando a quanti sacrifici ci sono voluti per renderla quella che è ora. Quante battaglie ha sostenuto mia madre per far sì che l'eredità passasse a noi figli anche se aveva sposato uno straniero, contro il volere della propria famiglia. Che poi, non è che con il secondo matrimonio le cose siano cambiate più di tanto. Quello che è stato un padre per me a tutti gli effetti, è più americano del primo marito. In realtà era il suo avvocato, poi si sono conosciuti meglio ed è scattata la scintilla. Donna coraggiosa mia madre a sfidare leggi centenarie pur di trovare la sua felicità.

La luce della stanza accanto alla mia si accende, riscuotendomi dai miei pensieri. Butto fuori il fumo, lentamente, osservando l'ombra che si staglia sul terrazzo per poi sentire la porta finestra aprirsi e quella piccola, cocciuta, donna, uscire in un paio di pantaloncini corti e una canotta che non fanno nulla per nascondere il corpo sinuoso. I capelli sciolti sulle spalle come un manto che arrivano alla vita.

Il suo sguardo si posa su di me, accorgendosi solo in quel momento che ci sono anche io e che le nostre camere sono attigue. La vedo osservarmi attentamente, fermandosi sui graffi che ho sul volto per poi posarsi su quelli che ho sulle mani.

Solleva un sopracciglio, osservando la sigaretta che ho in mano.

- Non sapevo fumassi-

Mi stringo nelle spalle, buttando fuori il fumo.

- Ci sono tante cose che non conosci di me. Ti va di scoprirle? -

Scuote il capo.

- Grazie, ma passo –

- Non sai cosa ti perdi-

Rimane in silenzio per un attimo, ma so che la sua mente contorta e curiosa, sta elaborando un concetto. E non mi delude.

- Perché? –

Aggrotto la fronte.

- Perché? – Ripeto, confuso.

- Perché vi siete picchiati? -

Mi stringo nelle spalle.

- Lo facciamo sempre. Non c'è una spiegazione. Ci piace metterci alla prova-

- È una questione di ormoni, come dice tua sorella? Una cosa da machi per dimostrare chi ha più testosterone? –

Sorrido, spegnendo la sigaretta, prima di gettarla di sotto.

- Forse. Sei preoccupata? -

- Che ti faccia male? Si –

Sorrido, soddisfatto.

- Perché l'unica che può farti male sono io –

Il sorriso scompare.

Oh.

HIS  for a year (MAFIA SERIES 5) CompletaWhere stories live. Discover now