I DO WHAT I WANT

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«Ceciu, apri per favore!» mi disse la voce di Matteo da dietro la porta.

Era qualche minuto che bussava e provava a farmi uscire, ma non ero ancora pronta. La delusione si stava trasformando in rabbia, ma non era ancora abbastanza per affrontare Matteo.

«Ceciu!» provò ancora lui da fuori.

Io presi un bel respiro e mi guardai allo specchio. Era ora di reagire, non c'era più tempo di piangere.

«La porta è aperta» dissi cercando di mantenere un tono di voce fermo.

Non mi riuscii benissimo, ma ormai avevo parlato. E infatti la porta si stava già aprendo, e dietro di essa ci apparve Matteo con un'aria dispiaciutissima.

«Ceciu...» provò a dire facendo un passo avanti.

Ma io alzai una mano verso di lui e lo fermai. Se si fosse avvicinato sarebbe stato più difficile tenergli testa.

«Non è successo niente» mi assicurò Matteo.

«Perché le scrivi allora?» riuscii a chiedere io.

Matteo rimase un attimo spiazzato dalla mia domanda.

«È stata lei a scrivermi, mi sembrava scorretto non rispondere» rispose poi.

Io feci una risatina sarcastica.

Ma davvero?!

Quella era la sua scusa?!

«Tu e la tua correttezza» dissi tra i denti molto infastidita «Che però non vale un cazzo, Matteo, e non me la bevo questa scusa» continuai decisa «Se davvero fosse stato solo per correttezza non sareste andati avanti due settimane» gli feci notare con aria ovvia.

«È sempre lei la prima a scrivere» disse lui.

«Ma tu le rispondi tutti i giorni» ribattei io «Perché, Matteo?» chiesi «Sei stanco di me?» riuscii a chiedere ancora «Perché se è così potevi dirmelo invece che escogitare un tradimento» continuai con rabbia.

Matteo mi guardò stranito.

«Tradimento?» chiese «Ceciu, ma cosa dici?» chiese ancora «Non mi è mai passato neanche per l'anticamera del cervello di tradirti, e ti assicuro che non sono stanco di te, proprio per niente» provò a giustificarsi.

«E allora perché scrivi a un'altra ragazza da due settimane?!» chiesi io, mentre le lacrime tornavano a scendere.

«Perché... non lo so» rispose Matteo «Ma sicuramente non perché ho secondi fini» aggiunse «Io amo te e solo te, Ceciu, e non ho in testa nessun'altra» continuò scuotendo la testa e facendo un passo verso di me.

Io però ne feci uno indietro, impedendogli di raggiungermi.

Quel gesto fece male a Matteo, perché improvvisamente la poca luce nei suoi occhi si spense e qualcosa in lui cambiò.

«Non ti fidi più di me?» mi chiese.

Io rimasi un attimo spiazzata da quella domanda. Non me la aspettavo, e in quel momento mi accorsi di non avere una risposta.

«Non... non lo so» ammisi «Ma quello di cui sono certa è che non mi fido di lei» aggiunsi.

Matteo sbuffò.

«Perché devi sempre credere che le persone abbiano secondi fini?» mi chiese scocciato.

«E tu perché invece non ci pensi mai?» ribattei io «Sei un fottuto calciatore che guadagna un sacco di soldi, credi davvero che Marta voglia solo essere tua amica?!» gli chiesi con aria ovvia.

I Girasoli Di Van Gogh 2 // Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora