TALKS AND WALKS

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Oh il Gewiss Stadium!

Quanto mi era mancato!

Sì, non l'avrei mai detto, ma tra le cose che mi erano mancate in quel mese e mezzo che io e Matteo non eravamo una coppia una era andare a vedere le sue partite allo stadio.

È così bello essere in mezzo a così tanta gente appassionata e pronta a tifare per la propria squadra!

È così bello fare amicizia con il proprio vicino ed esultare insieme per tutta la partita, con la consapevolezza che molto probabilmente non lo rivedrai mai più!

Insomma sì, ero diventata una tifosa di calcio a tutti gli effetti, e la colpa era solo e unicamente del mio bellissimo ragazzo, che proprio in quel momento stava entrando in campo con tutta la squadra per iniziare il riscaldamento.

Quanto mi era mancato vederlo lì in campo!

Quanto mi era mancato vedere i suoi occhi così luminosi, che, anche quando non aveva la migliore prestazione o quando la sua squadra perdeva, esprimevano tutta l'amore che provava per quel gioco che lo rendeva davvero felice come poche cose nel mondo (ovvio che io ero tra queste altre cose che lo rendevano felice).

Appena uscito dagli spogliatoi Matteo alzò lo sguardo verso la tribuna, cercando me e Filippo.

Sapeva dove eravamo, quindi ci mise poco a trovarci, e quando incontrò i miei occhi mi fece l'occhiolino e un sorriso, che io ricambiai.

Quanto era bello!

«Digli di fare un po' di goal invece che farti l'occhiolino» mi disse Filippo con aria scocciata.

Io mi voltai a guardarlo con occhi di fuoco.

«Che c'è?!» mi chiese «Ce l'ho al Fantacalcio, se non segna non prendo punti!» si giustificò poi con aria ovvia.

Io ridussi gli occhi a fessura, poi gli tirai un coppino decisamente poco delicato.

«Non dire mai una cosa del genere, e soprattutto non farlo davanti a Matteo» lo ammonii «Ha il direct di instagram pieno di persone che gli chiedono di fare più goal perché ce l'hanno al Fantacalcio, e la cosa non aiuta» continuai «Sa anche lui di non essere al top della forma, e ne soffre. Ne soffre moltissimo» dissi ancora «Sentirselo dire da una persona a cui vuole bene sarebbe devastante per lui» conclusi.

Filippo mi guardò sorpreso.

«Matteo mi vuole bene?» chiese poi incredulo.

Io lo guardai male di nuovo, e gli tirai un altro coppino.

«Ahia!» si lamentò lui.

«Di tutto quello che ti ho detto hai capito solo che ti vuole bene?!» gli chiesi con rimprovero.

Filippo sospirò.

«No, ho capito che è psicologicamente giù di morale perché non sente di giocare bene ultimamente» disse tornando serio «Mi dispiace, ma non so cosa posso farci» continuò «Sinceramente, credo anche io che non sia al top» ammise poi «Ero convinto fosse a causa della vostra crisi, ma evidentemente non lo è» aggiunse.

Toccò a me sospirare.

«Sicuramente i nostri problemi non hanno aiutato, ma la sua crisi calcistica è iniziata prima che ci lasciassimo» dissi «La prima volta che me ne ha parlato è stato poco dopo San Valentino, e già la cosa andava avanti da un po'» continuai «Secondo Matteo è iniziata con il ritorno dall'infortunio» aggiunsi.

«Lo stavo per dire io» ammise Filippo.

Io lo guardai con un leggero sorrisetto tenero, evidentemente pieno di pietà.

I Girasoli Di Van Gogh 2 // Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora