gelosia

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ballammo per un pò agli occhi di dylan che ci fissò secondo per secondo.
< ok ora basta, clare devo parlarti >disse.
< d'accordo, arrivo subito rebb> dissi sorridendo.
salimmo al piano di sopra.
< clare chi è > mi chiese.
< è il mio compagno di banco > dissi < non mi dire che sei geloso di lui >.
< noo pfff, ma va > disse < si, cioè un pochino >.
< non devi preoccuparti e poi non siamo fidanzati e neanche amici > dissi ripetendo le cose che dicevo sempre scherzando.
< aspetta che? > disse confuso.
< sto scherzando stupido > dissi baciandolo < guarda, vieni qua >.
lo presi e lo portai in camera di mio fratello.
< oh merda scusate > dissi aprendo la porta.
vabbé insomma c'è lo aspettavamo tutti che alla fine jonh rimorchia sempre.
< dovremmo provarci anche noi ehh> disse mettendomi le mani prima sui fianchi e poi scese sul culo.
< no dyl, noi no > dissi ridendo.
< uffii > disse facendo il broncio.
finì la festa e dylan, rimase da noi a dormire.
si sdraiò sul mio letto da un piazza e mezzo, con le mani dietro la schiena e a petto nudo.
io mi cambiai in bagno e misi il solito pigiamino di pizzo.
< uhhh che bocconcino che sei > disse leccandosi le labbra.
< che cringe dyl, dai > dissi ridendo.
< se ci ritroviamo come tuo fratello non è colpa mia eh > disse poi.
< dormi e stai zitto > dissi girandomi dall'altra parte.
< la buonanotte non me la dai? > disse.
per provocarlo mi misi a cavalcioni su di lui, mi strinse il sedere, poi gli detti un bacio seguito da una tiratina di labbra tattica e ritornai al mio posto.
< non finisce qui > disse abbracciandomi da dietro.

si fece mattina.
< clare! > urlò mia madre.
< mamma! che urli! > dissi spaventata.
< chi è questo > disse.
< salve signora sono il suo ragazzo > disse alzandosi.
non si era accorto di esser ancora senza maglietta.
< hai messo incinta mia figlia dyl- dylab come ti chiami tu > disse.
< ah no avevo solo caldo, non abbiamo fatto niente > disse.
mia madre ci squadrò.
< ora muovetevi dovete andare a scuola > disse.
arrivammo a scuola mano per la mano con gli occhi di tutti addosso, soprattutto delle ragazze invidiose.
< ciao clare > disse poul.
< oh ciao poul > dissi.
< scusami per Madi, ho capito anchio che è un pò malata di mente > disse ridendo.
< è solo confusa e invidiosa > risposi.
finimmo le lezioni e non tornammo proprio a casa, perché poi dopo avevamo il corso di inglese.

chi ama non tradisce ||dylanobrien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora