Capitolo 8

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Ho cercato di parlare con Camila diverse volte, ma sono stata sempre ignorata. Ultimamente è stata sempre sotto il mio sguardo, o quando non ho potuto, sotto quello di Normani e Dinah, come se fossimo delle guardie del corpo che la sorvegliano da lontano. Lei si guarda intorno confusa, ma sollevata dal non ricevere più quel genere di attenzioni.

Ho ancora la mano che mi fa male, per aver preso a pugno quello psicopatico di Austin, ma ne è valsa la pena. Mi sento più serena. Finalmente ho fatto qualcosa per lei. 

È l'ultima lezione del giorno, mi sono seduta proprio dietro di lei, nella speranza di avere la sua attenzione, o di sentire almeno il suo profumo. La sua attenzione è catturata dal cellulare che le vibra nei jeans, la vedo tirarlo fuori senza farsi vedere, leggere un messaggio. Sospira, si passa la mano tra i capelli e chiede di uscire. Mi ricordo della scorsa settimana, l'incontro nel bagno. Non sembrava stare molto bene.

Istintivamente alzo la mano, e chiedo il permesso di uscire anche io. La prof mi guarda strano, ma visto che non ho mai dato problemi, mi da l'ok. Mi dirigo rapida verso il bagno più vicino, spero sia venuta qui. È qui, si sorregge al muro, pallida, sembra che stia per svenire di nuovo. Barcolla. La mia mente non ha il tempo di ragionare, che il mio corpo ha già agito, come se un istinto primordiale mi avesse attirato a lei.

La raggiungo da dietro, la sostengo dalla vita, attaccando il mio corpo al suo. Sento che sussulta dalla paura, la calmo subito.

"Sono Lauren, tranquilla." La sento tremare. La stringo più forte, sostenendo il suo peso piuma. Voglio essere la sua spalla.

"Lasciami andare." Mormora, debolmente.

"No." Le dico, dolce. Non la sento stabile, non voglio si faccia male. Ed egoisticamente, non voglio perdere la sensazione di benessere che mi da il sentire il suo corpo premuto contro il mio. Combaciamo. Non ho mai sentito nulla di più... giusto. Per un attimo chiudo gli occhi, e mi perdo nel suo profumo, lo stesso che era rimasto tra le mie lenzuola.

"Ce la faccio." Insiste lei. Si scosta da me, non posso trattenerla contro la sua volontà. Sento un senso di perdita nel non sentirla più vicina. Si avvicina al lavandino, bagnandosi viso e polsi. I miei occhi cadono sui suoi lividi, so benissimo come se li è procurati, o meglio chi ne è responsabile.

"Non ti daranno più fastidio." Le indico i polsi guardandola attraverso lo specchio. Lei si affretta a coprirli, continuando a darmi le spalle. Come se il fatto di coprirli, potesse cancellare il ricordo di quello che le è accaduto. Non mi risponde. "Diranno anche la verità su tutte quelle voci che hanno messo in giro." Ora mi guarda, confusa. Si gira verso di me, in cerca di spiegazioni. Vedo che si regge con le mani al lavandino, il busto leggermente all'indietro. Aspetta che io continui.

"Ti devo le mie scuse, Camila. Io, le ragazze, e probabilmente l'intera scuola. È stato..." Cerco le parole giuste per farle capire quanto mi sento stupida ad aver creduto a tutto quello.

"Non me ne faccio niente delle scuse." Mi dice fredda, nei suoi grandi occhi nocciola quel velo di tristezza non va via. La campanella ci interrompe. Lei esce velocemente dal bagno, lasciandomi un attimo interdetta. Solo per qualche istante. Devo riprovare a parlare con lei. Cerco di muovermi velocemente, ma la massa di gente che si dirige verso l'uscita mi fa perdere tempo. Arrivata all'uscita, cerco con lo sguardo la sua figura. Alla fine, la vedo. Si è avvicinata ad una macchina, mi sembra quella dell'altra volta.

Si, lo so, non avrei dovuto stalkerizzarla quella volta, ma quando la vidi infilarsi in quel ripostiglio, mi vennero in mente le peggiori opzioni. In fondo, avevo creduto così a lungo alle bugie su di lei, che mi aspettavo di vedere qualche ragazzo entrare di soppiatto per incontrarla, con un sordido sorriso sul viso, e le mutande già gonfie. Non mi aspettavo di certo di sentire i suoi singhiozzi soffocati. Mi ero nascosta ad aspettarla, non so nemmeno io il perché. Avevo bisogno di vedere con i miei occhi che era sola, e soprattutto che stava bene. Lì, nascosta nel buio, da sola con i miei pensieri, la sentivo piangere, inconsolabile.

È stato in quel momento che il mio cuore si è rotto. Ma quella crepa, ha fatto si che la corazza che lo ricopriva, pian piano, si sbriciolasse. Avrei voluto già in quel momento consolarla, prenderla tra le mie braccia. Ma la confusione era troppa. Quando finalmente si è calmata, l'ho seguita all'esterno, e l'ho vista salire in quell'auto. L'altra volta ero troppo lontana per capire chi ci fosse alla guida, questa volta no.

Osservo il ragazzo sorriderle dolcemente. Lui prende il suo viso tra le mani, avvicinando le labbra alle sue. Il mio respiro si fa agitato, mi si attorciglia lo stomaco, mentre i miei occhi restano incollati alle figure dei due. Riprendo a respirare solo quando la vedo spostare leggermente il viso, ricevendo il bacio sulla guancia e non sulla bocca. Mentre una punta di sollievo mi invade, leggo la delusione sul viso del ragazzo, prima che riparta portandola chissà dove.

"Lauren." La voce di Lucy mi arriva alle spalle, facendomi sobbalzare. L'ho cercata per due giorni, lei mi ha evitata come la peste. Ed ora eccola qui. "Vieni a casa mia? I miei tornano domani..." Mi chiede direttamente. Capisco subito le sue intenzioni. Far finta di nulla, per il momento, per venire a letto con me.

"Ok." Accetto velocemente. La seguo fino a casa sua. Andiamo direttamente nella sua camera da letto, senza nemmeno parlare. Mi butta improvvisamente le braccia al collo, provando a baciarmi. La fisso, intimidendola. Si stacca da me.

"Spogliati." Le dico, seria. Mi siedo sulla sedia della sua scrivania, voltandola in direzione del letto, incrociando le gambe e assumendo una posa rilassata. Lei sorride, maliziosa, iniziando a svestirsi in modo sensuale, rimanendo in intimo e facendo un passo nella mia direzione. "Tsk tzk." Nego, accompagnando il suono con lo scuotere della mia testa e una mano alzata verso di lei, a fermarla. "Tutto." Si morde il labbro, eccitata. Si spoglia completamente, restando nuda e ferma, di fronte a me. "Sdraiati." Le ordino. Lei esegue, sembra un cagnolino contento di assecondare il suo padrone. È completamente persa nella situazione del tutto nuova. Mi sento potente. "Toccati."

Lei spalanca la bocca, ha il fiato corto. È eccitata da farmi quasi pena, vedo le sue labbra luccicare anche da qui, mentre vi fa scivolare la mano. Con una mano si stringe il seno, con l'altra inizia a masturbarsi di fronte a me, fissandomi. Geme.

"Mi piace vederti e sentirti... come la cagna che sei." La mia voce glaciale le arriva come una pugnalata, si blocca. Ha capito cosa sto inscenando. Le parole e la situazione, del resto, mi erano state riferite proprio da lei. Ho grossomodo riprodotto ciò che mi avevano detto che Camila avesse fatto ad un'altra ragazza. Leggo sul viso di Lucy che è stata davvero una sua idea, ce l'ha scritto in faccia il senso di colpa.

Mi alzo, ridendo malvagiamente. La fisso, guardandola con tutto lo schifo e lo sdegno che sento. Lei è ancora immobile, nuda, con le gambe spalancate sul letto. Vedo dal suo sguardo che non ci crede.

"Austin ha spifferato tutto." Le sussurro, cattiva. Un fiato lascia la sua bocca, mentre i suoi occhi sono terrorizzati, oltre che umiliati. "Ti sei divertita, eh? Avete fatto passare le pene dell'inferno a quella ragazza, per cosa?"

Lei scatta in piedi, di fronte a me, urlandomi in faccia.

"Era l'unico modo, Laur! Se non la facevo fuori in qualche modo, sareste finite insieme! E io ti amavo troppo per perdere così! Io ti amo!" Prova a baciarmi. La scosto schifata, con uno spintone che la fa risedere sul letto.

"Io invece provo solo pena per te. L'ho capito ora, sai? Quanto sei disperata! Ma sei riuscita solo ad ottenere il mio odio. Se prima avevi una chance, ora non hai più nulla."

Mi volto, pronta ad andare via. Lei inizia a piangere, pregandomi di non farlo, di non lasciarla. Non capisce che quella non è assolutamente un'opzione. Mi allontano, soddisfatta di averla ripagata con una moneta molto simile alla sua.

Who are you? - CamrenWhere stories live. Discover now