Fine

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POV DIO

-Wilde! Queen! Tornate subito indietro! -

Nella sua lunga vita demoniaca Crowley aveva visitato tutti i gironi dell'inferno e visto i suoi abitanti soffrire nei modi più disparati. Aveva sempre riso di loro, ma quando si ritrovò a dover rincorrere due mocciosi che gli avevano rubato i suoi fantastici occhiali da sole facendogli le boccacce in mezzo al giardino di casa, si ritrovò ad invidiare tutti quei dannati.

Alla fine li raggiunse. Saltò addosso alla bambina, che si era messa gli occhiali, e cominciò a farle il solletico, ma l'altro gli saltò sulla schiena e gli avvolse le braccia intorno al collo. Lo scontro fu lungo e soffeto e Crowley non sapeva se ce l'avrebbe fatta! Il bambino gli coprì gli occhi con le manine e la piccola quasi gli fuggì dalle mani mentre tutte e tre rotolavano nell'erba. E intanto, ridevano. Povero Crowley, forse l'unico modo per uscirne indenne sarebbe stato rinunciare agli occhiali e fingersi morto, pensò. Poi una creatura celestiale giunse per salvarlo.

-Che sta succedendo qui? - Aziraphale alzò un sopracciglio e sorrise.

Crowley tirò un sospiro di sollievo nel riconoscere nella presenza del compagno, un aiuto in cui non sperava più. Aziraphale era molto più bravo di lui a calmare quelle due piccole pesti. E si era preso la briga di lasciarlo da solo a soffrire!

-Abbiamo fatto uno scherzo a papà! - i due bambini risero e Queen restituì gli occhiali al povero sventurato.

Aziraphale si prese un momento per squadrare la sua famiglia e sorrise. Avrebbe voluto avere ancora i suoi poteri per miracolarsi una macchina fotografica. Poi notò che i bambini erano ricoperti di polvere, così li prese per mano e li indirizzò verso casa.

-Forza piccoli, andate a cambiarvi, siete tutti sporchi -

-No dai papiiiii- protestarono i due, ma Aziraphale non volle sentire ragioni, e con un'ennesima alzata di sopracciglio fece loro capire che protestare non serviva a nulla.

Quando i bambin furono rientrati in casa Crowley ritrovò la forza e la voglia di lamentarsi.

-Ce ne hai messo di tempo! -

-Scusa, ero dentro con Buck- ammise l'altro, mentre aiutava Crowley ad alzarsi.

-Dorme? -

-Mh mhh- annuì -come sempre del resto-

Crowley si portò una mano al mento ed aggrottò la fronte, come se avesse appena realizzato qualcosa che non gli stava bene. Si piazzò davanti ad Aziraphale, le mani sui fianchi e l'espressione fintamente seria.

-Sai, dovresti smetterla di tenerti l'angioletto tutto per te e lasciarmi da solo con questi piccoli assatanati -

Quell'affermazione suscitò in Aziraphale una risatina divertita che fece sorridere di rimando anche l'altro.

-Mi sembrava che vi steste divertendo -

-Tu piccolo bastardo...-

Crowley tirò l'altro a sé piano, e lo baciò. Fu un bacio lungo e affettuoso, reso più sicuro dalla consapevolezza che i bambini non li stessero guardando.

Dopo entrambi rientrarono in casa

Quella notte Crowley rimase sveglio, come ormai di consueto. Negli ultimi tempi faticava a dormire, vuoi per la presenza di due bambini piccoli e un neonato in casa, vuoi perché in realtà non ci era poi molto abituato: non ne aveva mai avuto bisogno. In casi del genere gli piaceva perdersi nei suoi pensieri: a volte sfrecciava nello spazio e visitava ancora una volta tutte le sue stelle preferite, altre ripensava alle storie dei libri che Aziraphale gli leggeva, altre ancora pensava a cosa gli sarebbe piaciuto fare insieme, in un futuro più o meno lontano. Quella notte stava ripensando al passato. Ripercorreva a ritroso tutto gli eventi che lo avevano condotto in quella camera da letto, con la persona che amava più di tutte. Ripensò al Paradiso e all'Inferno e realizzò che loro due erano gli unici umani a sapere come fossero fatti veramente. Gli ultimi ricordi di entrambi riguardo a quei luoghi consistevano in una vasca di acqua ghiacciata e un rogo infinito. Si erano parlati per un'ultima volta in quel posto che si trovava sopra le nuvole, fuori dalla portata degli umani e dei demoni, ma sotto il Paradiso, dove gli angeli non guardano mai. Erano convinti che fosse la loro fine. Buio. E poi, una luce ancora più forte e una forza sconosciuta che li tirava verso lo stesso punto, verso la Terra. Si erano risvegliati senza ali e senza poteri, come umani fra gli umani. Si erano corsi incontro, increduli. Dapprima non capirono cosa fosse successo, poi una consapevolezza si fece strada nella mente di entrambi e compresero cosa era accaduto. Qualcuno li aveva salvati, fermando i loro aguzzini. Dio li aveva salvati, dimostrando ancora una volta che il suo piano è per sua natura ineffabile e che persino gli angeli non possono comprenderlo, nonostante la loro presunzione di riuscirci.

Questa non ve l'aspettavate, eh?

E che vi avevo detto? IO SONO INEFFABILE! MERDE!

Credevate davvero che li avrei lasciati crepare??? Come vedete io non faccio nulla a casaccio come crede qualcuno...il mio piano è perfettamente bilanciato, come ogni cosa dovrebbe essere.

Cosa? Perché ho lasciato che vivessero quei momenti strappalacrime con annesso momento traumatico? Mhh...dovrebbe essere qualcosa riguardo alla crescita personale e al lasciare che i protagonisti scrivano la loro storia e si guadagnino da soli il loro finale felice...non lo so, mi convinceva.

Ma tornando a Crowley...

Dopo aver finalmente realizzato di essere liberi si erano dati da fare per imparare a vivere come gli umani, per davvero stavolta. Niente miracoli e niente aiuti, si erano trovati un lavoro e si erano comprati una casa tutta per loro, in periferia. Erano passati cinque anni dall'ultima volta che erano stati nei loro rispettivi...uffici. Nessuno li aveva più cercati e dopo tutte le loro disavventure avevano semplicemente deciso di andare avanti e vivere la loro vita come mortali. Poi Azi aveva proposto a Crowley di adottare un bambino. All'inizio Crowley era un po riluttante, un bambino è una bella responsabilità, specialmente per due che non erano mai stati mortali. Si chiedeva che razza di padre avrebbe potuto essere un ex demone. Ma alla fine non resistette agli occhioni da cucciolo di Azi ed accettò...solo che si ritrovò ben tre bambini in casa invece di uno. La prima era stata Queen, poi Wilde ed infine Buck, che i due più grandi avevano affettuosamente soprannominato Bucky. Si era subito innamorato di quei tre piccoli umani che insieme ad Aziraphale erano diventati la famiglia che non aveva mai sperato di avere. Quindi un persino un demone poteva essere redento.

Più ci pensava e più si sentiva incredulo all'idea di avere tutto...quello. Non sapeva se se lo meritava, non sapeva se sarebbe stato in grado di gestire quella sua nuova vita, per una volta non sapeva nemmeno cosa gli sarebbe successo in futuro, cosa avrebbe fatto.

Una cosa però era certa: le voci nella sua testa non le sentiva più.

ANGOLO AUTRICI

Che dire. E' stato un gran bel viaggio. Noi vi ringraziamo infinitamente per aver letto questa schifezza che è stata la nostra prima storia e speriamo tanto tanto tanto tantissimo che vi sia piaciuta >.<

Non siamo ancora del tutto sicure di quale sarà la prossima storia, probabilmente una Merthur. Comunque per ora abbandoneremo questo universo, ma valuteremo se riprenderlo dopo l'uscita della seconda stagione della serie. Per adesso, è tutto gente!

Se quello che avete letto vi è piaciuto, rileggetelo, altrimenti buttatelo nel cesso. E noi ci rivedremo in un'altra avventura!









Ps: Questa storia si autodistruggerrà tra 30 secondi...

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