Ways of life - |Capitolo Yoonmin|

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Sedeva a gambe incrociate all' ombra dell'unico albero di melo presente nell'immenso giardino della sua scuola mentre, giocherellava distrattamente con alcune foglie cadute ormai secche.
Jimin era euforico: aveva aspettato tanto quelle lettere da parte dei propri amici e finalmente erano arrivate; nemmeno si soffermó a leggere chi dei tre gliel'avesse mandata.

❝Tanto, lo avrei capito comunque dalla scrittura.❞ Pensò ridacchiando.
Rimase piacevolmente colpito da tutte le novità che avevano da raccontargli e lesse con avidità ogni frase, immaginando lo scenario di ogni momento avvenuto in quelle settimane.
Ma perché, in un'era dove la tecnologia permetteva di comunicare in tempo reale, loro avevano scelto di mandarsi delle lettere?
La risposta era semplice: Li poteva sentire più vicini anche se avrebbe dovuto aspettare qualche giorno.
Certo, non mancavano le telefonate o i messaggi  ma non era come ricevere qualcosa scritto a mano da loro o ancora meglio, vederli di persona.
Gli mancavano moltissimo quei ragazzi e non vedeva l'ora di rivederli.
L'ultima volta che li aveva incontrati, era stato esattamente un mesetto fa e avevano passato una splendida giornata tutti insieme come i tanto sospirati bei vecchi tempi.

Da molto aveva accettato il suo destino sapendo che se le cose erano andate in quel modo, la colpa era solo ed esclusivamente la sua poiché, tempo fa era stato costretto a scegliere se poter vivere in libertà il suo sogno d'amore o continuare a poter vedere i propri amici.
Jimin era ed è tutt'ora innamorato: non avrebbe mai potuto rinunciare alla persona che gli faceva palpitare il cuore semplicemente rivolgendogli uno sguardo o fremere per un semplice gesto, come una carezza, un sorriso oppure un bacio.
Quindi era inevitabile per lui scegliere l'amore anche se a caro prezzo.

Si erano conosciuti quasi per caso: lui era al primo anno delle superiori, mentre l'altro stava già affrontando l'esame finale per accedere all'università.
Ricordava il loro incontro così perfettamente che, se solo avesse chiuso gli occhi concentrandosi anche solo per un attimo, avrebbe potuto sentire persino l'odore pungente del detersivo per pavimenti nei corridoi della scuola.

Se solo si fosse sforzato un pochino di più, scavando nella propria memoria avrebbe potuto ascoltare le voci dei suoi ex compagni di classe che gli urlavano di non correre mentre scappava dal professore di turno dopo, avergli fatto uno dei suoi scherzetti.
Proprio grazie alla sua disattenzione, andò a sbattere contro quello che sarebbe diventato  il suo futuro ragazzo: era bello, proprio da morire.
Poco più alto di lui, dal fisico piuttosto asciutto ma abbastanza  muscoloso; portava i capelli neri e dei ricci morbidi che ricadevano sul lato della fronte destro dall'altra parte invece, aveva acconciato i suoi capelli con dei frisèe. Il tratto della matita non troppo marcato e una leggera sfumatura di ombretto marrone, rendevano il suo sguardo fiero ancora più profondo.
La pelle candida, il nasino dalla forma leggermente a patata, due labbra rosee non troppo fini ma nemmeno così carnose e i lineamenti dolci e poco marcati, lo facevano sembrare ai suoi occhi decisamente il ragazzo più bello che avesse mai visto in vita sua.
L'aspetto esteriore non era sicuramente l'unica delle sue qualità, visto che fu anche gentile con lui dal momento che non lo insultó dopo avergli macchiato la maglietta rovesciandogli il caffè addosso ma, si fece una grassa risata chiedendogli subito dopo, se si fosse fatto male.
Fu una folgorazione per entrambi: insomma un vero e proprio colpo di fulmine.
Però dalla fretta, si dimenticarono di presentarsi e per quasi una settimana si tormentarono desiderando conoscere almeno il nome dell'altro.

Jimin rise con un pizzico di nostalgia per aver rievocato quei ricordi, pensando che forse quei giorni erano decisamente molto più facili rispetto alla vita che conduceva in quel momento; poiché al di fuori del suo amore non aveva nessun'altro con cui parlare.
Non era riuscito a farsi amicizie importanti da quelle parti o almeno, ci aveva provato senza risultati soddisfacenti.

Lì erano tutti così seri, diversi: nessuno scherzava mai.
Le uniche  cose alla quale sembrava importar loro, erano soltanto gli aspetti superficiali della vita di una persona.

Almeno aveva Yoongi al suo fianco ed i suoi suoi amici  che nonostante tutto, non smisero neanche per un secondo di pensarlo e questo lo aiutava ad andare avanti.

La verità era che avrebbe sopportato anche la solitudine pur di continuare a stare con lui; alla fine non era così male avere del tempo per sé stessi delle volte.

Dopo aver finito di leggere, prese la carta da lettere e con un piccolo sorriso cominciò a scrivere con cura ciò che avrebbe mandato non appena sarebbe uscito da scuola: non vedeva davvero l'ora di tornare nel suo piccolo appartamento con cui, conviveva  insieme al suo ragazzo e riabbracciarlo.

Non appena ebbe terminato, si alzò per rientrare in classe preparandosi mentalmente ad altre due ore in cui sicuramente si sarebbe annoiato a morte.

Jimin non era mai stato un ragazzo molto studioso: avrebbe preferito di gran lunga lavorare. Aveva un rendimento mediocre, nonostante fosse una mente brillante.

Non aveva una passione o una vocazione in particolare come tutti suoi amici ma, sapeva che per andare avanti nella vita avrebbe concluso il suo percorso e poi sarebbe andato all'universitá come tutti gli altri; senza però amare davvero quello che stava facendo.

Tutte le cose alla quale si era interessato in passato, com'erano sbocciate in fretta appassirono altrettanto velocemente: l'unica che non era mai tramontata da due anni a questa parte, sembrava essere proprio il sentimento che lo legava al suo fidanzato il quale invece di passioni ed interessi ne aveva anche fin troppi.

Erano completamente diversi l'uno dall'altro: da questioni futili come il cibo o il vestiario alla propria filosofia di vita.
Ma anziché litigare per cose inutili, cercavano sempre più spesso di capirsi ed appianare le divergenze in modo tranquillo: anche perché non riuscivano affatto a tenersi il muso per più di pochi minuti.

L'ultima campanella suonò e finalmente, quella tortura sembrò essere finita.
Non prestò affatto attenzione alle ultime parole che stava dicendo il professore.

Voleva solo uscire e vedere il volto sorridente di Yoongi: perché era quello che per lui contava più di tutto nella sua vita.

Angolo autrice:
Buon Lunedì a tuttə!!
So che il primo giorno della settimana é una grandissima rottura di scatole per tutti dopo un bellissimo weekend passato ad oziare.
Perciò spero di allietarvi con questo capitolo che erroneamente ho fatto uscire venerdì mentre scrivevo dal computer ( la versione per PC mi era nuova.)

Ci saranno altri capitoli Yoonmin nel corso della storia per staccare un pochino dalla Taekook!!
Buona lettura ❤️
Spero che vi sia piaciuto lo stesso e alla prossima!!!

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