Train station

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Jimin era in piedi vicino al binario del treno dalla quale, sarebbero scesi i suoi amici a breve: il suo corpo aveva assunto una postura talmente rigida che lo faceva sembrare una graziosa statua di marmo fin troppo realistica persino per il più abile degli artisti.
Il suo sguardo continuava a vagare nervosamente fra il tabellone degli arrivi e le rotaie ancora vuote, mentre un sovraeccitato Yoongi in stampelle teneva la mano al proprio ragazzo con l'intento seppur vano di tranquillizzarlo.
In realtà, anche lui era molto felice di conoscerli: Jimin aveva parlato tanto di loro ed era curioso di vederli in persona ma, al contrario di lui sapeva dosare bene le emozioni.

《Eccolo! Sta arrivando!》Esclamó riuscendo a mal contenere la felicità del momento.
Abbandonò quasi subito la sua rigidità e lasció la mano del suo ragazzo per vedere da dove sarebbero scesi.

《Minnie, non avvicinarti troppo alla linea tratteggiata.》Lo ammonì il più grande; notando quanto velocemente il treno si stesse avvicinando.
Poi, lo afferrò per il giubbotto e lo tiró gentilmente indietro, finendo per stringerlo saldamente fra le sue braccia.

《Scusami Hyungie...》Disse mortificato.

《Sei scusato, ma stai più attento.》Rispose Yoongi continuando a tenerlo fra le braccia e lentamente, seppur con molta fatica riuscì a farlo sedere accanto a lui.
Non si era ancora ripreso del tutto da quell'incidente: ma dall'ultima visita in ospedale stava andando tutto molto bene e presto, avrebbe potuto ricondurre una vita normale e Jimin, il suo Jimin non doveva più sentirsi costretto ad occuparsi di lui.

Yoongi a volte si sentiva un peso per il suo ragazzo: le prime settimane trascorse dopo l'incidente, lo sentiva piangere durante la notte e sapeva che non dormiva bene dalle borse che gli si erano formate sotto gli occhi nonostante, trovasse deliziose anche quelle sul suo visino.
Era a conoscenza di quanto stesse soffrendo ma lui, si era dimostrato molto bravo a nasconderglielo dientro quel dolce sorriso.
Jimin non era una persona che esternava facilmente le emozioni negative anzi, preferiva tenerle per sé e aspettare che la situazione migliorasse da sola anziché, agire.
Avrebbe tanto desiderato, che si confidasse con lui di più senza nascondersi dietro l'illusione che stava andando tutto bene solo per non dover litigare.

❝Prima o poi, ne dovrei parlare con lui...ma non é questo il momento. ❞ Pensó, quando notó quegli occhioni color cioccolato che tanto amava riempirsi di gioia mentre, quattro ragazzi dall'aspetto più o meno bizzarro si stavano avvicinando a loro: uno più di tutti sembrava quasi stonare in mezzo agli altri come un corvo in mezzo ai pappagalli dalle piume variopinte.
Continuava a guardarsi intorno con aria confusa mentre si aggrappava al braccio dell'altro affianco che invece, sembrava emozionato tanto quanto il suo ragazzo.

Il piccolo gruppetto si fermó per un'istante prima di proseguire quando, Jimin iniziò a chiamarli per nome con l'intento di attirare la loro attenzione: una volta notato il ragazzo che quasi si sbracciava teneramente per farsi notare i quattro accellerarono notevolmente il passo fermandosi solamente una volta che furono di fronte a lui.
Successivamente, si passarono alle presentazioni ed i soliti convenevoli che si fanno quando, si conosce qualcuno per la prima volta.

E se i più erano felici di essersi ritrovati, Jungkook sin dall'inizio aveva pensato che fosse una pessima idea ritornare a Busan dopo un anno che se n'era andato via; aveva accettato di andarci solo perché odiava anche solo l'idea di non poter vedere Taehyung per un paio di giorni ma, non era pronto ad affrontare quel posto ancora pregno del suo doloroso passato.

Le persone intorno a lui improvvisamente cominciarono a cambiare aspetto e persino i volti conosciuti e familiari, avevano pezzi di pelle cadenti dal viso e ferite sul corpo.

In preda al panico, cominció ad indietreggiare ed allontanarsi dal gruppo: desiderava soltanto tornare al sicuro nella sua cameretta.
Fortunatamente, gli altri ragazzi consapevoli della sua situazione se ne accorsero giusto in tempo ed uno di loro gli andó dietro sapendo esattamente cosa fare in quelle situazioni.

《Kook, quello che vedi non é reale.》Disse Taehyung afferrandolo per il braccio: in quel momento però, la voce non corrispondeva alla sua ma a quella di Jihoon.

《Ti prego, lasciami stare. Non é colpa mia... non ti ho ucciso io.》Rispose, sull'orlo delle lacrime.

《Kookie, sono il tuo Taetae. Non mi hai ucciso perché sono vivo.》Sussurró il ragazzo in tono dolce e rassicurante.

《Guardami...》Continuó alzandogli delicatamente il viso.

《Non sono ferito, sto bene.》Aggiunse poco dopo con la stessa modulazione.
In quell'esatto momento, tornò alla realtà e si rifugiò fra le braccia del suo amico.

《Scusami...》Mormoró singhiozzando.

《Tranquillo... adesso andiamo via di qui.》Rispose accarezzandogli la testa poiché, sapeva che lo avrebbe calmato.

La scena non passó inosservata a Jimin e Yoongi i quali, non sapevano quasi nulla di quel misterioso ragazzo: entrambi si stavano chiedendo cosa lo avesse fatto reagire in quel modo.

《Perché fa così?》Domandó il più piccolo dei due a Jin e Hoseok.

《Jungkook ha visto morire tutti i suoi amici l'anno scorso e spesso ha degli attacchi di panico e psicosi visive.》Rispose tristemente il più grande.

《Stai dicendo che é quel ragazzo di cui hanno parlato i giornali per mesi interi?》Chiese nuovamente con curiosità.
Jimin, ne aveva sentito tanto parlare nel successivo periodo dell'accaduto.
Ai tempi, la cosa gli era indifferente ma adesso sapeva benissimo cosa voleva dire stare ad un passo dal perdere per sempre qualcuno che si ama ed in un certo senso, poteva anche comprenderlo.

《Si, Minnie... e sembra proprio che solo Taehyung riesca a calmarlo. Però io non vi ho detto nulla. Se e quando vorrà, ve lo diranno loro》Rispose mettendo fine a quel discorso così delicato quanto spinoso.

《Va bene, allora presumo che dovremmo andare. Voi raggiungeteli e uscite pure dalla stazione se necessario. Io ci metterò piú tempo perché Yoongi usa ancora la stampella.》Disse il ragazzo.

《No guardali stanno tornando indietro...》Replicó Jin, notando che i due si stavano avvicinando di nuovo tenendosi per mano, quasi come se quel contatto fosse di vitale importanza.

《Sapevo che Tae avesse un dono, ma non pensavo che fosse capace anche di questo.》

In quel momento anche se tacitamente, tutti furono d'accordo: non era importante da quanto tempo lo si conosceva, Kim Taehyung era veramente speciale; lo si riusciva a percepire anche solo da come sia stato capace a far breccia nel cuore di quel ragazzo tanto fragile che nessuno era mai riuscito a capire.

Angolo autrice:

Mi dispiace tanto se il capitolo fa schifo e soprattutto, mi sento in colpa per aver lasciato da parte le mie fan fiction.
Ma stavo passando un momento molto delicato in famiglia quindi... Non riuscivo mentalmente a produrre qualcosa di decente.
Un ringraziamento speciale va a -jeonkookie97- che gentilmente e molto pazientemente, mi ha dato il giusto spunto per il capitolo e a tutte coloro che mi hanno sostenuta e capita in questo periodo veramente stressante.
Spero che nonostante tutto vi sia piaciuto 💜
Buona lettura e alla prossima

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