Capitolo 2

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Non avere nessun punto fisso nella quotidianità è come arrivare alla fine. Non avere niente di fisso, non un orario per pranzare, cenare, alzarsi o magari andare a dormire, non avere niente in programma e non preoccuparsi di programmare niente, nè un giro in centro città, ne un piccolo viaggio verso una città vicina, nè un'uscita con gli amici è un po' come aspettare di morire. È un po' come pensare che quel che succede succede, che tanto non m'mporta, che se magari mi organizzo per domani non si sa mai se muoio prima. Andare a domire in pieno pomeriggio e svegliarsi la sera tardi, stare giorni e giorni senza dormire, scombinare tutti gli orari normali e vivere con una visione temporale diversa, è come arrivare alla fine.

Vic non ha nessun punto fisso nella vita quotidiana. Sono parecchi mesi che fa quello che vuole fare, senza preoccuparsi di niente. Non gli interessa se quello che sta per fare è illegale, se finirà nei casini: finchè è ricco non avrà problemi a tirarsi fuori dai guai. Sono parecchi mesi che salta le prove con la band, che mangia quando gli viene fame, senza fare caso all'ora, che possono essere le due di notte o magari le quattro di pomeriggio ma chissene frega, lui ha fame e allora cena. Sono parecchi mesi che manda a fanculo tutti e tutto, che esce e si ubriaca in pieno giorno e sconvolge tutti gli orari, tanto perchè ne ha voglia.

Sono le tre di mattina di uno stupidissimo giovedì mattina come tanti. Vic si è appena svegliato, ma non ha intenzione di fare colazione. La sbronza di ieri sera gli ha chiuso lo stomaco. Si passa una mano tra i capelli, sistemandosi alla cavolo. Prende un'aspirina per il mal di testa, e si siede sulla poltrona in salotto per guardare un po' di TV, e magari addormentarsi di nuovo. Gli occhi gli si chiudono da soli, e neanche si ricorda di cosa parlasse il tipo in diretta. Cerca di scacciare il senso opprimente di angoscia e malessere, che lui sta benissimo. Sente un calore bollente bruciargli il petto, mentre un dolore atroce gli perfora i polmoni. Sta benissimo. Mai stato meglio.

Si sveglia di colpo, e sono le otto. Tra un'ora dev'essere a provare con la band. E allora fanculo, se ne frega se sono le otto di mattina e i vicini stanno dormendo, prende la chitarra e comincia a suonare. Certo, fa parecchie pause, ma la fame è tornata e allora deve accontentare il suo corpo se questo gli chiede cibo, no?

Ignora completamente i colpi alla porta, che sono sicuramente di Martha, la vecchia vicina di casa che va a dormire alle nove di sera e non si sveglia mai prima delle undici di mattina. L'avrà sicuramente svegliata, e lei sarà sicuramente incazzata nera. Ma a Vic non importa. Non gli importa più. E a questo punto, se ne frega di tutto e di tutti, riempie una borsa con il cambio per i prossimi giorni, prende la chitarra acustica e carica tutto in macchina. Stacca il cellulare dal caricabatterie, ma porta via anche quello perchè non si sa mai, prende la carta di credito, il portafoglio e parte. Non sa verso dove, non sa nemmeno perchè. E se lo ripete, che non è più un adolescente e non può più seguire le sue folli idee. Ma poi sente di nuovo un senso di malinconia invadergli il cuore. O forse parte proprio dal cuore e si espande per tutto il petto, riempiendo i polmoni, rendendogli difficile respirare, bagnandogli gli occhi, rendendogli difficile la concentrazione, è proprio per quest cazzo di malinconia che preme sull'accelleratore e sgomma, diretto chissà dove.

Okay, sinceramente speravo di riuscire a scrivere meglio, ma capitemi, una mia amica mi ha appena fatto sapere che i Lush -due youtubers che amo alla follia- si stanno lasciando, e ho visto i loro video e cazzo, è la cosa più triste di sempre, ma va beh, passando oltre... mi sarei presa più tempo per scriverlo, ma voglio pubblicare tutti i capitoli tristi prima di domani, che ci sarà il capitolo speciale di Pasqua e non può essere triste, ceh! 

-Chiara

Together forever.Where stories live. Discover now