Angel pov'sScesi le scale cautamente, sentendo le voci dei miei amici che parlottavano tra di loro.
Qualche minuto prima ero stata svegliata dai dei passi pesanti e da alcuni rumori provenienti dal piano inferiore.
Non seppi riconoscere chi si fosse intrufolato nella mia stanza; avevo aspettato il giusto tempo, finché chiunque fosse entrato fosse anche uscito.
Trovai la porta della cucina chiusa; mi misi dietro al muro per origliare la loro conversazione.
Sentii Kendal leggere qualcosa riguardante la sparatoria in mezzo alla quale eravamo finiti per sbaglio; dichiarò che qualcuno lì dentro lo cercava, che avevano chiamato il suo nome più e più volte.
Ed io potevo confermarlo; anche se in preda ad uno dei miei ennesimi attacchi di panico, avevo udito qualcuno che pronunciava il suo nome a gran voce, in mezzo al gran casino che si era creato.
«Dobbiamo scoprire se c'entra con tutto ciò. Quella frase scritta sulla lavagnetta è di una calligrafia adulta; qualcuno è entrato di nascosto. Non siamo più al sicuro.»
«Angel non è più al sicuro»
Lo sapevo questo, eppure un'idea malsana mi spuntò in testa.
Adam mi aveva promesso poche settimane prima proprio in quella cucina che potevo aiutarli, e pensai che quello fosse il momento opportuno per iniziare. Ultimamente ero migliorata molto con la moto, la sapevo praticamente guidare alla perfezione e poi Kendal con la ferita che aveva riportato non era in grado di partecipare ad una missione, stava pur sempre rischiando la morte.
«Allora è arrivato il momento di mettermi in gioco»
Entrai in cucina senza alcun preavviso; i loro volti si girarono di scatto verso di me.
Non potei fare a meno di notare immediatamente l'espressione contrariata stampata sul viso di mio fratello.
«Angel, lo so che ti ho promesso che avresti partecipato, ma sta diventando tutto troppo pericoloso per te»
Lo guardai di sbieco.
Sapevo che mi avrebbe dato tale risposta, come ero pienamente consapevole che la situazione aveva preso una brutta piega, quasi inaspettata. Perché, si sapeva, la mafia era imprevedibile come l'esatto.
«Hai detto giusto: hai promesso. Perciò vi aiuterò.»
Adam sbuffò, fortemente contrario.
Strisciai le gambe della sedia sul pavimento, mi sedetti di fianco a Kendal, che non aveva mai distolto il suo sguardo da me, seguiva ogni mia mossa.
«Ti ho detto di no», asserì Adam.
«Non puoi rimangiarti quello che hai detto.»
Sapevo che si stava irritando e non poco, ma non ero una bambina incapace. Potevo benissimo iniziare da una cosa semplice come stare dietro al computer insieme a Lucas. Per il resto c'era tempo.
«Angel, perché non mi ascolti?»
Si stava arrabbiando, lo potevo notare dal piccolo tic all'occhio che gli era venuto.
«Non dico di iniziare subito con l'intrufolarmi dentro casa, impugnare armi e cose così; farò compagnia a Lucas, non voglio stare a casa con le mani in mano»
Il suo viso non cambiò d'espressione.
«E il bambino? A chi lo lasciamo? Come possiamo sapere che non sia una cazzo di spia che ci hanno mandato?», bofonchiò sempre quel deficiente di Adam.

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ANGEL
RomanceAngel era un angelo dalle ali di un bianco candido, un sorriso raro da vedere e una bellezza disarmante, era unica del suo genere, una ragazza dalle mille capacità, era intelligente e gentile con tutti. Ma come una piccola margherita strappata dal p...