Simone. Ore 17.00

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Simone è disteso sul letto, gli unici momenti in cui non fissa il soffitto sono quelli in cui controlla insistentemente il cellulare, i minuti sembrano interminabili: le 16:56.. le 16:59.. le 17:04.
<<Dove cazzo è finito Manuel?>> si chiede incessantemente. <<Doveva essere qui alle 16:00>> continua a domandarsi.

<<Simò sta di sopra?>>
Improvvisamente sente la voce di Manuel.
<<Sì, ti aspetta>> risponde Dante. <<Ti fermi per cena?>>
<<Va bene professò>> di rimando.

La porta si spalanca e Manuel fissa Simone: <<Mbé? Che è sta faccia?>>
<<T'aspetto da un'ora.>> ribatte Simone quasi con rabbia.
<<Che sei mi madre Simò? Non ho visto l'ora.>>
Simone accenna un mezzo sorriso, si avvicina alla scrivania e apre il libro di matematica facendo cenno all'amico di sedersi accanto a lui.

I minuti passano e mentre Manuel prova a concentrarsi sulle equazioni Simone è decisamente più concentrato sui lineamenti di Manuel, sui suoi ricci scomposti, sul suo sguardo attento ai dettagli ma sempre così sognante, su quelle labbra che era riuscito a sfiorare solo una volta per una frazione di secondo. Dopotutto a che gli serviva studiare matematica? Lui era bravo, poteva permettersi qualche distrazione.
E la sua distrazione era Manuel, sempre Manuel.

<<Uscimo a fumá na canna?>> bisbiglia Manuel accennando uno dei suoi soliti sorrisi.
<<Stiamo studiando da 20 minuti Manuel, possibile che non riesci a concentrarti per più di 20 minuti?>>
<<Che palle Simò, daje.>>
<<Dai, andiamo.>>
Non riusciva a dirgli di no, in nessuna circostanza, avrebbe fatto qualsiasi cosa per Manuel e lui lo sapeva, diavolo se lo sapeva e Simone si chiedeva quando sarebbe arrivato il punto di rottura perché lui lo amava ma Manuel.. Manuel provava solo affetto.
Non avevano più parlato di quel mezzo bacio al museo, dopo la fuga di Simone a Glasgow era bastata una videochiamata per farlo salire su un aereo e tornare da Manuel come se niente fosse successo.
Lui non aveva più parlato della cosa e Manuel tantomeno.

Faceva freddo fuori ma starsene seduti a fumare a bordo piscina per loro era la normalità e a Simone quella normalità piaceva, era tutto ciò di cui aveva bisogno o almeno tutto ciò che poteva avere.
<<Se lunedì prendo 6 te faccio na statua Simò.>> disse il maggiore rompendo il silenzio.
<<Se la media è una canna ogni 20 minuti di studio al 6 non c'arrivi manco pregando.>> rispose prontamente il moro scoppiando in una fragorosa risata.
<<Per fortuna c'ho Einstein come compagno di banco.>> ribatté Manuel.
<<Stronzo e pure copione? Che fine ha fatto la legge morale?>>
<<È andata a fanculo quando hai stampato la versione di Lombardi.>>
<<1-0, te lo concedo.>> concluse il più piccolo.

Dopo quel breve scambio di battute tornarono dentro per studiare.
La loro testa si era fatta più leggera e la sintonia fra loro più evidente, forse perché l'erba era forte o forse perché quella normalità che tanto mancava a Simone era mancata tanto anche a Manuel.

La sessione di studio era ricominciata da appena 10 minuti e Manuel aveva già iniziato a distrarsi.
<<Simò dopo cena usciamo, ce sta na festa a Trastevere, vengono anche Mattè e gli altri.>>
<<Ah hai già deciso per me praticamente. E chi ha detto che ceni qui?>> contestò scherzosamente il minore.
<<M'ha invitato tu padre, cojone! E poi è sabato, che stamo a fa la muffa a casa? Dai poi dormo qua così mi madre sta pure più tranquilla.>>
"Dormo qua."
Simone sentì un nodo allo stomaco dopo quelle due parole, non aveva più dormito da lui dopo quello che era successo, in realtà non avevano più passato molto tempo insieme dal suo ritorno.
Era davvero tutto come prima?
Non doveva più preoccuparsi di quel momento doloroso e imbarazzante?
Erano di nuovo la Manuel e Simone associati?
Queste domande risuonavano nella testa del moro e decise di aprire quell'argomento tanto scomodo.
<<Senti Manuel, a proposito di..>>
*Toc toc*
<<Si può?>> Dante irruppe nella stanza.
<<Venite ad apparecchiare? La cena è quasi pronta.>>
Simone guardò il padre per poi spostare gli occhi su Manuel che si stava avviando verso la porta.
<<Ah, che me stavi a dì Simò?>>
<<Niente, scendiamo va.>>

Simone si chiese se era davvero un buon momento per parlare o forse era meglio aspettare.

Indelebile ~ Manuel e Simone Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora