Simone. 02.00

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Simone si avvicinò a Manuel con gli occhi spalancati, un po' per lo stupore un po' perché credeva di non aver capito bene. Non poteva averlo detto.
<<Nun t'avvicinà troppo Simò.>> ripete il maggiore. <<Va a finì male.>>

Simone rimase immobile per qualche secondo, giusto il tempo di realizzare se tutto questo fosse solo un sogno o se lo stesse semplicemente prendendo per il culo.
Invece Manuel era di fronte a lui, con un mezzo sorriso sul volto e uno sguardo che gli faceva tremare le ginocchia.
"Adesso o mai più." Pensò Simone.
Senza rendersene conto aveva afferrato Manuel per la camicia e lo aveva baciato così intensamente da scordarsi del mondo circostante.
Quel bacio sembrò durare un'eternità, lo stomaco era in subbuglio ma il cuore, il cuore era finalmente in pace.

Quando si staccò vide lo sguardo di Manuel abbassarsi lentamente in segno di resa.
Era reale e gli era piaciuto, ma le parole che uscirono dalla sua bocca erano tutt'altro che oneste.
<<Simò tornamo dentro e famo finta che non sia mai successo va.>>

Gelo.

Era successo di nuovo, l'aveva rifiutato ancora, Simone si odiava per aver messo in gioco il suo cuore per l'ennesima volta, era solo colpa sua e di quel sentimento che odiava con tutto se stesso.

Manuel si avviò per rientrare nel locale e Simone lo fermò prendendolo per un braccio.
<<Adesso basta!>> sbottò. <<Ti diverte così tanto prendermi per il culo? Guardami Manuel, sono una persona, ho dei sentimenti. Mi sei stato addosso tutta la sera, mi hai spogliato con gli occhi, ti sei lasciato baciare e ora mi respingi ancora. Io ti amo ma non per questo continuerò a sapportare tutto questo dolore.>>
Io. Ti. Amo.
L'aveva detto davvero, aveva vomitato quelle parole in una frazione di secondo e senza mai abbassare lo sguardo. Era sicuro di quello che voleva e non sarebbe più rimasto in silenzio mentre l'altro si adagiava nella sua bolla di protezione.
"Ao, che te baci." Gli aveva detto quel giorno al museo mentre si puliva le labbra quasi con disgusto.
Manuel lo aveva sempre deluso, lo aveva ferito e lui era lì, con lui, per lui.
Questa storia doveva finire.

<<Simò ascolta..>> Manuel cercò di inserirsi in quel monologo rabbioso senza risultato.
<<No, vaffanculo.>> Simone se ne andò urlando a passo svelto e Manuel rimase pietrificato quel tanto che bastava per far scomparire Simone fra la folla del locale.

L'espressione sul volto di Manuel non era difficile da decifrare, qualunque persona dotata di vista avrebbe notato quanto si sentisse un coglione in quel momento. Aveva appena perso il suo migliore amico, l'unica persona che amava ogni lato di lui, ogni suo difetto.
E lui? Lui cosa provava?
Era successo tutto così in fretta.
Quel primo bacio fuggente, confusione.  La partenza di Simone per Glasgow, mancanza. Finalmente il suo ritorno, sollievo.
Quando stavano insieme non pensava a niente e poteva essere completamente se stesso. Quando non stavano insieme si ritrovava a pensare a Simone, a scrivere a Simone, a salire in moto e andare da Simone.
Cosa significava?
A lui non erano mai piaciuti i maschi ma Simone era diverso. Si era ritrovato più volte a guardarlo senza capirne il motivo, il suo umore cambiava quando le cose con lui non andavano bene, come se in parte, in gran parte, la sua felicità dipendesse da Simone.
"Che cos'è la felicità?"
Perché in quel momento la risposta sembrava così chiara? Tutti quei pezzi sparpagliati, tutti quei dubbi ingarbugliati d'improvviso avevano senso.
"Come faccio a rimedià?" Pensò mentre correva per il locale cercando traccia del minore.
Niente.
<<Ndò sta Simone?>> chiese velocemente a Laura.
<<Se n'è andato.>> rispose lei fulminando il ricciolo con gli occhi. <<Che hai fatto?>>
<<Un casino, lo vado a cercà.>>

Una volta uscito dal locale si guardò intorno, nessuna traccia di Simone dietro l'angolo, nelle vie circostanti, neanche alla moto.
Era andato via a piedi? Aveva abbastanza soldi per un taxi?
Non poteva chiamare il professore, erano quasi le 3.
Decise di comporre il numero del moro.
Una chiamata. Due chiamate. Otto. Nessuna risposta.
L'unico modo era provare a scrivergli, a dire la verità, quella che lo spaventava così tanto. E così fece.

Il telefono era nelle mani tremanti di Manuel, digitare su quella tastiera sembrava la cosa più difficile al mondo in quel momento.
Fece un grosso respiro, si appoggiò alla moto e svuotò la mente.

"Simò, me devi ascoltá...


Indelebile ~ Manuel e Simone Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang