10.

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Trascinai i miei piedi verso casa venerdì sera. Ero andata a trovare i miei genitori dato che non li vedevo molto spesso. Le uniche fonti di luce erano i lampioni mentre tornavo a casa. Normalmente, mi sarei messa le cuffie, ma visto quanto fosse buio decisi di porre più attenzione intorno a me. Seriamente, non volevo essere rapita.

Mentre camminavo, i miei pensieri tornarono a Jisung. Mi aveva infastidito di meno in quel paio di giorni e avevo iniziato a chiedermi il motivo. Forse si era stancato del mio atteggiamento e aveva deciso di lasciarmi da sola. A essere onesta, avevo iniziato ad abituarmi ai suoi battibecchi in questo mese. Scacciai i miei pensieri, e continuai a trascinare i miei piedi lungo la strada.

Mentre camminavo, iniziai a sentire bisbigliare. I miei piedi si fermarono e ascoltai attentamente.

"Quindi ti piace?" disse la voce. Sembrava la voce di un ragazzo e a quanto pare, non era da solo.

"Non lo so.. non abbiamo parlato molto ultimamente," rispose un'altra voce.

"Cosa? Perché? Non essere scemo e scrivile!" esclamò la voce di prima.

Sembrava che fossero vicini a dove fossi io, ma non riuscivo a capire in che direzione fossero.

"Non voglio infastidirla," sospirò l'altra voce.

Dopo aver fatto un paio di passi, scoprii che stessero parlando in un vicolo. Rapidamente sbirciai dietro l'edificio in mattoni e vidi due figure parlare faccia a faccia, e sembrava che avessero all'incirca la mia età.

"Fallo o lo farò io," minacciò il primo ragazzo.

"Bene, qualsiasi cosa, ma lo faccio solo perchè tu ti stia zitto," disse il secondo ragazzo, il fastidio intrecciato nella sua voce.

Tirò fuori il cellulare e ci cliccò sopra per un pò, prima di rimetterlo via.

"Ora, sei felice?"

Nello stesso momento, il mio telefono suonò, attirando immediatamente la loro attenzione. Imprecai silenziosamente mentre mi nascondevo velocemente dietro il palazzo di mattoni, sperando che non mi avessero vista.

"Chi c'è?" disse ad alta voce uno dei due.

Rapidamente iniziai ad allontanarmi appena sentii dei passi che si avvicinavano. Dannazione, avrei dovuto silenziare il mio stupido telefono, pensai mentre camminavo di fretta.

"Hey tu! Fermati!" li sentii urlare.

Oh no.

Velocemente corsi appena sentii quelle parole uscire dalla loro bocca. Sentii i loro passi sul marciapiede, correndo dietro di me. Il mio battito cardiaco accelerò quando li sentii sempre più vicini. Mi spinsi a correre più veloce, ma per mia fortuna, finii con l'inciampare su una stupida roccia e cadendo sulle mie ginocchia.

Si fermarono di fronte a me, i loro respiri erano pesanti come il mio. Li guardai e sussultai per la sorpresa.

"Jisung?" lo chiamai.

I suoi occhi si spalancarono appena si accorse che fossi io.

"Eva? Co- cosa fai qui a quest'ora?" chiese nervosamente.

"Ero andata a trovare i miei genitori. Cosa fai tu qui a quest'ora?" gli chiesi.

"Ero uh- ero-"

"Stavamo andando a casa mia," lo interruppe il ragazzo affianco.

"Chi sei?" gli domandai.

"Lui è il mio amico Minho, Minho lei è Eva," ci presentò imbarazzato Jisung.

"Eva? Non è-" Jisung diede una gomitata nelle costole a Minho facendolo gemere.

Alzai le sopracciglia alla sua finta risata.

"Ignora Minho, è un po' stupido," si scrollò Jisung.

"Mhm, okay," lo guardai.

Rimase in silenzio per un momento, prima di realizzare che ero ancora a terra.

"Oh! Lascia che ti aiuti," allungò le sue braccia per afferrarmi. Mi aiutò ad alzarmi e spolverai lo sporco della strada dalla mia gonna.

"Grazie," dissi mentre mi mettevo in spalla la borsa.

"Vuoi che ti accompagni a casa? È buio e le ragazze non dovrebbero essere in giro a quest'ora," si offrì Jisung.

Minho sogghignò.

"Sei sicuro di volerla accompagnare solo perché è buio? O c'è un'altra ragione?" Minho sogghignò ancora diabolicamente.

Jisung lo fulminò prima di tornare a me.

"Sto bene, puoi andare avanti e andare a casa di Minho per continuare il vostro piccolo appuntamento di gioco(?)," declinai la sua offerta.

"Hai sentito la ragazza, andiamo," Minho tirò Jisung per la spalla.

"Okay, ma scrivimi quando sei a casa così so che stai bene!" mi chiamò Jisung mentre veniva trascinato avanti da un Minho impaziente.

"Uh, okay!" gli risposi per poi salutarci.

Continuai la mia strada per tornare a casa. Il suo amico Minho mi aveva ricordato Chan. Un po' stupido, ma diverso da Jisung. Tutti i suoi amici erano così? Mentre pensai questo, mi ricordai del messaggio che mi era arrivato mentre ero nascosta. Lo tirai fuori dalla borsa e lo sbloccai.

Era un messaggio da Jisung.

CondomsWhere stories live. Discover now