sᴜɴɢᴄʜᴀɴ

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Guardai alla finestra sentendo un ruggito di moto provenire da fuori.
Come previsto si trattava del mio vicino che come sempre aveva con se una ragazza.

Da anni ormai studiavo la sua vita dalla mia piccola finestra, solo fino a qualche mese fa percorrevamo persino la stessa strada per andare a scuola, ma ormai lui aveva finito le superiori a differenza mia che mi mancava ancora un anno.
Alla fine però non mi cambiò di molto dato che non c'eravamo mai parlati, lui era sempre rimasto in disparte e con le cuffie alle orecchie e nonostante questo riusciva sempre ad attirare l'attenzione delle ragazze.
Anche le mamme rimanevano stupite del suo aspetto fascinoso e dalla sua incredibile intelligenza ma nessuno di loro sapeva la verità.

Tutte quelle ragazze che portava a casa finivano allo stesso modo, cioè nel suo letto.
Con il pretesto di aver bisogno di ripetizioni andavano da lui con occhi dolci e gli chiedavo un aiuto ma tutto era pianificato, ogni ragazza che era stata con lui andava in giro dicendo quanto fosse bravo a letto facendo fantasticare le altre ma alla fine era lui a giovarsene, si procurava nuove vittime, o meglio, nuove sgualdrine.

Lo vidi alzare la ragazza dalla moto con un sorriso innocente e subito dopo portare lo sguardo verso la mia finestra.
Incrociammo gli occhi e lui sorrise compiacuito facendomi sbuffare e alzare gli occhi al cielo.
Non mi interessava se pensasse che lo spiassi, non mi interressava proprio per nulla, la sola cosa che mi spingeva ad osservarlo era la sua mente malata, per quanto fosse un playboy senza fondo non capivo come un ragazzo che avevo visto crescere, dai modi gentili e confortevoli, potesse divetare così...così testa di cazzo.

Gli regalai un sorriso palesemente sarcastico e me ne ritornai sul mio letto mettendomi le cuffiette per poi riprendere il libro che stavo leggento pochi minuti prima.

"T/n a tavola!" Sentii urlare mia madre al piano terra.
Mi alzai di scatto affamata e corsi in sala da pranzo per sedermi al mio solito posto.
Intanto mio padre leggeva il notiziario sul telefono mentre i miei fratelli scrivevano ognuno alla propria ragazza.
"Eddai però sempre a scrivere alle vostre ragazze, io proprio non vi capisco" mi lamentai mentre mia madre si stavva avvicinando al tavolo con una grossa pentola.
Guardai all'interno ma rimasi delusa nello scoprire che si trattava solo di minestrone.

"T/n qui la strana sei tu, hai 18 anni e sei ancora una zitella. Vedi di trovarti un ragazzo che non voglio avere una sorella gattara" disse mio fratello maggiore posando il telefono

Dai miei occhi uscirono fiamme nere incandescenti e bastò solo uno sguardo a fargli capire che doveva stare zitto.
"Sai com'è, probabilmente la mia bellezza è talmente elevata che mette a disagio i ragazzi " dissi sorridendo anche se non lo pensavo veramente.
"Invece di litigare mangiate che si fredda. Tra l'altro t/n, dopo vai dal vicono e chiedigli se può venderti i suoi libri per l' ultimo anno"  disse mia madre sorseggiando il minestrone.

"COSA?" urlai sputando un po' di minestrone addosso a mio fratello
"Ma che schifo cazzo!" Disse lui pulendosi con faccia schifata
"Niente ma, vai e basta, ci costerà di meno prenderli usati"

La guardai disperata ma non ottenni alcuna comprensione, così rimasi in silenzio giocando con il piatto.
"Non fare così, hai pure la possibilità di parlarci dopo anni, io ne approfitterei, è così carino" disse mia mamma sorridendomi
Stavolta sputai addosso all'altro mio fratello che rimase paralizzato.
"Mamma tu non sai com'è veramente quello" dissi io negando con il dito
"Oh tesoro, anch'io non avrei mai pensato che mi sarei innamorata di tuo padre eppure abbiamo fatto scintille" disse lei rivolgendosi a mio padre provocandomi disgusto.

"Ok,ok, vado adesso va" dissi finendo il minestrone per sfuggire alla vampata di calore che ebbe mia madre.
Ogni tanto se ne usciva con queste cose e ogni volta mi venivano i brividi, per me i miei non avevano mai fatto sesso, anzi io li immaginavo solamente in un amore platonico e penso che la cosa fosse condivisa anche dai miei fratelli.

Oɴᴇ Sʜᴏᴛ ||NCT||Where stories live. Discover now