Oɴᴇ Sʜᴏᴛ ||NCT||

ᴡɪɴᴡɪɴ

Avevo sotto gli occhi i documenti di due ragazzi: Jungwoo e Sicheng.
Non avevo idea di chi fossero ma sapevo di aver trovato le persone che cercavo.
Occhi e cuore.

Uscii di casa e andai al parco come ero solita fare da ormai qualche settimana, lì c'era Jungwoo, uno dei due ragazzi. Lo osservavo da un po', guardavo il suo atteggiamento il suo modo di fare con i bambini e il suo sorriso perenne stampato sul viso.
Mi avvicinai e mi sedetti vicino a lui che non disse una parola, era immobile ad ascoltare i rumori intorno a sé

"Oh ciao Jungwoo, come stai oggi?" Gli chiese una ragazza appena arrivata che era solita venire al parco

All'improvviso il ragazzo arrossì
"Oh b-bene grazie e tu?"

"Benissimo, ora vado a leggere un po', ci vediamo" disse sorridendo per poi lanciarmi uno sguardo curioso prima di andarsene.

"Dovresti chiederle di uscire" dissi alla fine al ragazzo vicino a me

Lui si voltò sorpreso e alzò le sopracciglia divertito
"Oh non credo che potrei piacerle, insomma non sono uno di cui ci si innamora a prima vista" disse mettendosi a ridere dopo quella frase.
Sorrisi guardando quei suoi occhi assenti e privi di vista che luccicavano di fierezza per l'autoironia.

"Tu non puoi vederlo ma sei davvero bello, e non lo dico per gentilezza, te lo posso assicurare" dissi sicura delle mie parole.
Lui rimase incantato senza sapere cosa rispondere ed io mi alzai per andarmene
"Mai dire mai nella vita, provaci Jungwoo" dissi ad alta voce mentre mi allontanavo.
Lui spalancò gli occhi e dalle sue labbra silenziose potei capire un "come sai il mio nome?" Una domanda a cui non diedi risposta.

Nel pomeriggio andai a prendermi una granita nella provincia di Gangnam, un quartiere povero e mal ridotto dove molti minorenni pensavo già al lavoro anziché alla loro adolescenza. Quando passavo di lì mi veniva male al cuore, era devastante vedere tante vite ridotte allo stremo.
Mi tolsi le cuffiette e girai l'angolo per ritrovarmi nel quartieri che avevo intenzione di visitare, esso era peggio di quel che avevo visto poco prima, la spazzatura inondava le strade creando un odore nauseabondo e le case malridotte erano piccole e vecchie.
A quella vista pensavo solo a quanto fossi stata fortunata nella mia vita sin da piccola, avevo sempre avuto tutto e spesso mi ero lamentata, ero completamente immersa nell'ego.

A un tratto un pallone mi rotolò vicino richiamando la mia attenzione
"Scusi me la può passare?" Disse un ragazzino intorno ai dieci anni. Era un po' sporco e indosso aveva dei vestiti vecchi e macchiati dal tempo.

Sorrisi e misi il piede sul pallone da calcio.
"Che ne dici di una partita?" Dissi
Al bambino si illuminarono gli occhi e mi prese per mano trascinandomi immediatamente con lui verso quello che sembrava un campetto arrangiato.
Appena arrivati vidi una dozzina di ragazzini seduti a terra disperati dalla noia mentre un cagnolino girovagava tra loro per trovare un po' di attenzione.

"Ragazzi lei è..." il bambino si interruppe
"T/n" dissi

"Ecco, vuole fare una partita di calcio" disse cercando l'approvazione degli altri ma nessuno ne sembrò entusiasta.

"Vorrà dire che sarà uno cotro uno" dissi iniziando a camminare con la palla

Il bambino sorrise e iniziò a inseguirmi per rubare la palla da sotto i miei piedi ma non gli resi le cose facili, corsi ancora di più per raggiungere il margine e fare un goal nella rete immaginaria ma appena alzai il piede mi fu rubata la palla da un altro bambino che sghignazzò facendo un rapido passaggio a una bambina, all'improvviso si erano uniti anche gli altri.
Sorrisi con fare di sfida e mi precipitai verso i bambini che scappavano con il pallone, ma mi bastò una mezz'ora di gioco per farmi finire a terra esausta.
"Anf...anf...non va bene" dissi attirando l'attenzione del bambino di prima che si avvicinò preoccupato
"Stai bene?" Chiese
"Siete troppo bravi per me, io ormai sono una vecchia vicino a voi" dissi ridacchiando
Il bambino sorrise ma ad un tratto, alzando lo sguardo, si fece serio