Chapter 54.

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Michael's pov

Ero in pigiama ma mi precipitai lo stesso fuori casa salendo in bici e pedalando il più velocemente possibile verso la piccola villetta ad un isolato da casa mia.

Arrivato lì davanti lasciai cadere la bici sull'aiuola e bussai più e più volte sulla porta con incise su di essa le lettere "Hood", la risposta dalla parte opposta non arrivava, e iniziai ad essere terribilmente preoccupato.

Iniziai a camminare in cerchio con le mani tra i capelli cercando una soluzione, possibilmente in fretta.

Afferrai dei sassi da terra e iniziai a sccagliarli contro la finestra che sapevo essere quella di camera sua, vidi dei movimenti dall'interno, e la tenda che si spostava di qualche centimetro.

-Aprimi- urlai cercando di farmi sentire.

Mi riavvicinai alla porta e aspettai impaziente che essa si aprisse, sperando che fosse tutto a posto.

Sentii la serratura scattare e aprii velocemente la porta per poi gettarmi tra le braccia del mio migliore amico in lacrime.

I suoi occhi chiedevano pietà, voleva solamente smettere di soffrire, erano contornati da occhiaie ed erano rossi, corrosi dalle lacrime.

Così come la sua anima, corrosa da quel senso di perdita ingiustificato, che lo stava rendendo debole e vuoto.

-Tu meriti di meglio- sussurrai al suo orecchio cercando di calmare il suo esile corpo scosso dai singhiozzi.

-N-no io non merito A-ashton, e se non merito lui, non me-merito nessuno- balbettò stringendo il tessuto della mia maglia tra le sue mani tremanti.

-Sei in pigiama- disse allontanandosi di qualche centimetro dal mio corpo.

-Sì, non mi ha dato tempo di vestirmi, voleva che corressi subito da te- spiegai.

-Chi?- chiese lui probabilmente conoscendo anche la risposta, vista la faccia schifata che fece.

-Lui- mi limitai a rispondere evitando di pronunciare il suo nome.

-Ti prego Cal, non fare cazzate- bisbigliai iniziando a fissare i suoi occhi bassi che si riempivano nuovamente di lacrime.

-Non farò quello che pensate, solo perchè non voglio dargliela vinta, non voglio che si creda così importante...Anche se per me lo è. Voglio solo dimenticarlo, e voglio che lui mi lasci in pace.- tirò su con il naso mentre si asciugava una lacrima con la sua manica.

-Non ti merita Cal, non stare male per uno come lui- gli accarezzai una guancia e lui si addolcì sotto quel tocco.

-Ma io lo amo- sussurrò con un tono di voce marcato dalla tristezza, con uno sguardo da bambino.

Lo avvolsi tra le mie braccia accarezzandogli i capelli, non volevo perderlo, era troppo importante per me, e vederlo così mi faceva venire una stretta terribile al cuore.

-Andrà tutto bene- accarezzai tutta la superficie della sua schiena, lui annuì, ma sapevo che non credeva nemmeno ad una delle mie parole.

unpredictable 》cashtonWhere stories live. Discover now