Capitolo 1

511 51 25
                                    

L'estate è appena iniziata e il maneggio ha chiuso appena una settimana fa,il proprietario è morto e i figli non hanno la minima intenzione di tenerlo o forse uno dei due sì; non ho capito molto, li ho solo sentiti urlare dentro gli uffici del maneggio.

-Io come al solito me ne sto nascosta sotto la quercia di carruba che sta un po' vicino al maneggio e da lì che mi viene facile osservare i cavalli per poterli disegnare. Mi sono trasferita da poco in questa città, credo da circa un mese: è estate, quindi non ho amici e non ho neanche modo di conoscerne, dato che la scuola è finita e ci sono le vacanze.-

Si sentivano le loro discussioni in quel momento, urlavano, forse i due fratelli si stavano azzuffando: uno diceva che doveva restare aperto,l'altro non ne voleva sapere, eppure dopo quella lunga discussione chiusero. Sul giornale fu scritto "Dopo la morte del padre i figli rinunciano a tenerlo aperto" eppure era così famoso che la notizia finì in prima pagina, era un maneggio di fama mondiale o forse solo il migliore in Italia, aveva più di novanta box tutti ben rifiniti, più di cinquanta docce,un campo enorme dove pascolavano i cavalli forse altri campi dove li addestravano e allenavano.
Dove mi mettevo io li potevo sempre vedere e ammirare al meglio,ma solo quelli che lasciavano al pascolo.
Non era molto utilizzato come maneggio ma per lo più come allevamento di cavalli affitto di box e addestramenti per gare internazionali, il fatto che quel maneggio aveva chiuso era davvero un gran peccato.
Un giorno mi sarebbe piaciuto conoscere il proprietario...chissà com'era quel signore...eppure no,il maneggio aveva chiuso,e tutti i cavalli erano stati venduti o restituiti ai legittimi proprietari. Anche se non ci sono più,mi piace comunque andare sotto l'albero di carruba a rilassarmi con il mio book da disegno e uno dei miei cani,o almeno così,il mio cane personale, poiché tutti noi in famiglia ne possediamo uno: mio padre ha un pastore tedesco Wolf,mia madre un levriero afgano Asia,mio fratello un Boston terrier Maia,io invece dato che non posso avere un cavallo per qualche assurdo motivo, mi accontento di Alan un Alano,certo ammetto che non ho avuto molta fantasia con il nome ma quando lo vidi per la prima volta avevo solo otto anni e non avevo molta fantasia nel dare nomi.
La mia è una di quelle famiglie agiate ci siamo trasferiti perché così ai miei genitori veniva meglio lavorare tutto il giorno,in questa nuova città abbiamo una villa in campagna non molto lontana dal mare,una casa in città che si usa raramente,solo nei periodi scolastici o nel periodo di saldi nel caso di mia madre,tre macchine,una moto che spesso uso io,un motoscafo e un giardino con piscina,tutto tranne un cavallo,abbiamo addirittura un maggiordomo e una cameriera.
Non passo molto tempo con i miei genitori sono sempre impegnati con il lavoro e mio fratello è uno di quei ragazzi belli da far invidia a cui tutte le ragazze vanno dietro,se sta in giro per casa sta insieme al maggiordomo che lo ha praticamente cresciuto,passano il tempo a pescare,ovviamente insieme a Maia,oppure vanno a mare a usare il motoscafo.Io al contrario sono stata cresciuta dalla cameriera Amalia,è un po' come la mia migliore amica quando ho qualche problema lo risolve oppure mi copre sempre se combino una delle mie,non sto con lei solo prima e dopo i pasti quando lei è maggiormente impegnata con i sui da fari,almeno per ora è l'unica persona con cui posso stare dato che non conosco nessuno,in fatto di ragazzi beh,ne ho auvuti un paio,ma non si potevano definire ragazzi,erano quel genere di ragazzi che usi soltanto per dire "Sono fidanzata" oppure per passare un po' di tempo,non credo che riusciró mai ad innamorarmi, nessun ragazzo è mai riuscito a capirmi veramente ad accettare il mio amore nei confronti degli animali,nessuno è mai riuscito ad andare oltre al semplice sentimento del piacere. Già, al momento preferisco farne a meno,desidero solo un cavallo,ed essere felice.

Si udiva solo il rumore delle foglie scosse dal leggero vento d'estate Alan stava sdraiato sotto l'obra della quercia e io lo usavo come un cuscino,i disegni stavano poggiati su un lieve strato di Prato,osservavo il sole attraverso le foglie dell'albero,non mi andava proprio di disegnare,e poi,disegnare cosa?Dei cavalli non c'era neanche la traccia,la mia mano peró fremeva dalla voglia di disegnare così sedetti sul posto sotto al sole un po distante da Alan e iniziai a raffigurare lui appoggiato alla quercia,i raggi del sole che iniziavano a spostarsi arrivando dritti al suo muso fino a quando stava per spostarsi infastidito dalla luce,

"No,Al no.Stai fermo buono cucciolo,due secondi e ti sposti" Alzó il muso mi fissó per due secondi e poi fece uno sbuffo di noia e ritornó alla posizione precedente"Grazie...non ti muovere ok?"un leggero sorriso scorgeva tra le mie labbra,forse dall'orgoglio che avevo nei confronti del mio cane che mi obbediva sempre e mi capiva ad ogni cosa che gli dicevo,ma non mi aveva neanche dato il tempo di finire il mio pensiero che lo ritrovai alzato dietro la mia schiena che infilava la sua grande testa sotto al braccio con il quale disegnavo..il disegno potevo anche finirlo senza averlo davanti lui in posa,quindi strinsi la sua testa sotto al braccio e iniziai a riempirlo di baci fino a quanto riuscì a liberarsi dalla mia presa e scappare verso casa mentre io gli correvo dietro per acchiapparlo...il tempo di un battito di ciglia e mi ritrovai con il viso a terra,una pietra mi fece cadere.
Alan continuava a correre verso casa mentre mi alzavo e levavo un po di terra dai vestiti notai il maneggio,una cosa mi incuriosiva,sembrava un cavallo,ma non poteva esserlo,forse era solo un gioco di luci,un ombra creata da un albero,o forse solo la voglia di vederne uno,devo dire che è stata una vera e propria sfortuna trasferirsi nello stesso momento che il maneggio ha chiuso.Mi incamminai così verso casa non dando molta importanza a quello che avevo notato.
Finito il pranzo avevo la mia solita voglia di uscire a fare un giro in moto,correre tra le strade del quartiere e notare un pó tutto il paesaggio,tutto mi incuriosiva era tutto così nuovo per me,con la scusa tenevo in allenamento Alan che era quasi più veloce della moto,dopo tre quattro giri di pista mi fermai ad osservare il maneggio dalla strada,dall'entrata,solitamente c'era sempre un via vai di cavalli questa volta no,solo un cancello,chiuso che forse non si sarebbe mai più aperto.

Una Sella da domareWhere stories live. Discover now