Chapitre -22-

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{Venerdì 9 marzo 1979}

«Sono molto contenta che vi hanno lasciato questa piccola pausa prima del Giappone.» disse Camille sorridente rivolgendo il suo sguardo a Brian che teneva invece il suo concentrato sulla strada «Da quando sono tornata ci siamo visti poco.»

Brian sorrise «Sono contento anch'io e mi dispiace che tu sia tornata in un momentaccio, però spero che tu ti sia sistemata anche senza il mio aiuto.» rispose lanciandole un'occhiata veloce.

«Assolutamente anzi, ringrazia Miami per avermi aiutata a trovare lavoro come interprete, il suo amico è molto gentile e non si è fatto problemi anche se non avevo certificazioni o altro»

«Certificazioni? Il tuo nome è francese e il tuo cognome è tedesco.» rise il riccio «Non parliamo poi del tuo accento! Si sente lontano un miglio che sei madrelingua.»

Camille rise «Hai ragione, poi mi sono impappinata ben due volte al colloquio perché non mi ricordavo delle parole in inglese quindi figurati.»

«Non l'hai davvero fatto!» esclamò Brian incredulo «Non ci credo!»

«Ehi! Non ti sorprendere! Con Xavier ho solo parlato francese fin da subito, poi parlavo con lui maggior parte del tempo, quindi alcune parole le ho scordate.» rispose la mora arrossendo un pochino.

«Mh.. e tu pensi vada bene per Xavier sentire solo francese e vivere in Inghilterra? Farà fatica poi con la scuola e gli amici che si farà» disse Brian preoccupato «Io non sono stato a casa con te quindi non ha nessuno con cui parlare inglese»

Camille piegò leggermente la testa da un lato pensierosa «Lo so ma... Sai, io volevo un piccolo me.»

Brian storse le labbra e prese un respiro profondo mentre con la coda nell'occhio osservò il piccolo Xavier nello specchietto retrovisore.

Era silenzioso e non aveva spiccicato parola per tutto il tempo che Brian era tornato dal tour e non perché fosse timido ma perché capiva pochissime parole, se non zero, che uscivano dalla sua bocca.

Anche sua mamma l'aveva chiamato preoccupata perché quelle poche volte che l'aveva tenuto con se aveva fatto fatica a capire ciò di cui aveva bisogno dato che o si esprimeva in francese o si esprimeva a gesti.

«Lo so che lo hai sempre considerato come una cosa venuta solo da te, ma sono preoccupato per lui.» rispose Brian «Per me è come se fosse già figlio mio e lo sai che fin dai primi istanti è stato così, quindi non prendere ciò che ti dico come un modo per impormi su te e Xavier.»

Camille annuì «Non ti preoccupare Brian, non lo penso affatto.»

Il discorso si concluse lì e il viaggio proseguì tranquillo fino a casa di Roger e Lyra.

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Il piccolo Felix era venuto alla luce il 2 marzo 1979 alle otto di sera accolto da sua madre e da suo padre che per pochissimo non si perdeva la nascita del suo primogenito.

Per Lyra il parto era stato un momento molto difficile, soprattutto perché non aveva voluto partecipare a nessun corso pre-parto e perciò nel momento in cui le si erano rotte le acque lei si era trovato impreparata a tutto ciò che le si era palesato davanti una volta arrivata in ospedale.

Roger non era potuto entrare con lei a causa delle stupide regole che l'ospedale imponeva e perciò Lyra si era ritrovata sola su un lettino senza sapere cosa fare.

Tutto quanto in quel momento le sembrava offuscato: le parole delle infermiere e del ginecologo, la stanza in cui stava per dare alla luce suo figlio...

Solo una cosa non era offuscata, il dolore.

Ma non dolore fisico che quello già se lo dimenticò quando prese Felix tra le braccia la prima volta, era più dolore psichico.

Can Anybody Find Me Somebody To Love?Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin