Chapitre -14-

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{Venerdì 25 e sabato 26 gennaio 1974}

«Maman!»

Camille aprì gli occhi e si ritrovò in un lunghissimo corridoio bianco, illuminato solo in parte da una luce neon debole che rendeva l'atmosfera surreale e inquietante in certi momenti.

Abbassò lo sguardo verso terra e notò che era vestita con una lunga camicia da notte bianca che con lentezza ondeggiava sul suo corpo, sfiorandole di tanto in tanto le sue deboli gambe, le quali lottavano per tenerla in piedi e non farla cadere a terra.

«Maman!»

Si voltò velocemente verso quella strana voce infantile, ma dall'altro lato del corridoio non trovò nessuna forma di vita che le svelasse a chi appartenesse.

Sentì delle gocce di sudore scenderle dalla fronte in maniera veloce, il suo respiro divenne pesante e più camminava più si sentiva schiacciare dall'aria chiusa di quel lungo corridoio.

«Maman!»

Camille aumentò il passo seguendo l'eco prodotto dalla vocina «Chi sei?» chiese con una voce flebile e soffocata «Dove sei?»

Dal fondo del corridoio si avvertirono dei passi piccoli e veloci che si avvicinavano sempre di più a lei, finché dall'oscurità non uscì un piccolo bambino tutto nudo.

Camille lo osservò bene, nonostante facesse fatica a riconoscere alcuni caratteri del viso perché ogni qualvolta cercasse di capire che faccia avesse la sua vista si annebbiava.

«Maman, pourquoi tu m'as laissé partir?»

La mora si chinò all'altezza del bambino e lo guardò con un'aria confusa, mentre la sua mente tentava di tradurre in tutti i modi ciò che stava dicendo, nonostante sapesse che quella era la sua lingua madre.

«Io.. scusami, ma io non so il francese.» rispose la ragazza confusa, mentre con cautela avvicinava la mano alla sua testa «Chi sei tu? Dov'è la tua mamma? Se vuoi ti aiuto a cercarla.»

Il bambino scoppiò a piangere e puntò il suo piccolo indice su Camille, mentre con l'altra mano chiusa a pugno cercava di asciugarsi le lacrime «Tu es ma mère!» urlò con tutta la forza che aveva in quel corpicino.

Camille si spaventò e perse l'equilibrio finendo seduta sul pavimento, ma appena sentì altre urla, decise di allontanarsi da lui con il solo aiuto delle sue gambe, mentre con timore scuoteva più volte la testa per fargli capire che non comprendeva ciò che diceva.

«Tu es ma mère! Tu es ma mère!» urlò il bambino mentre con un passo veloce si avvicina sempre di più alla ragazza, tentando di tenersi in piedi sulle sue gracili gambe «Pourquoi tu m'as laisse mourir?»

Come quando le orecchie si tappano e poi si stappano improvvisamente, la frase del bambino divenne comprensibile a Camille.

Davanti a lei c'era il suo bambino.

Sentì il suo cuore fermarsi e il suo respiro divenne più silenzioso, mentre con occhi dispiaciuti guardava il bambino «Mi dispiace, ma io non ho fatto nulla.. non voglio farti morire.»

Il volto del bambino assunse un espressione di rabbia e con la mano con cui si stava asciugando le lacrime colpì in maniera violenta il ventre della ragazza, che cominciò improvvisamente a sanguinare gravemente, tingendo di un rosso acceso la bianca camicia da notte.

Un dolore fortissimo contrasse il volto della ragazza in un'espressione di sofferenza e una specie di scarica elettrica le attraversò la schiena terminando direttamente nell'utero.

Si mise a carponi e tenendosi il ventre dolorante con la mano destra, si mise a seguire il bambino che intanto se ne stava andando da dove era venuto, senza curarsi della madre che cercava di raggiungerlo.

Can Anybody Find Me Somebody To Love?Where stories live. Discover now