Via le maschere

222 21 5
                                    

Le bugie hanno le gambe corte.. Mio padre me lo diceva sempre ogni volta che io e mio fratello gli raccontavamo una cazzata. Se c'è una verità universale è che io non imparo mai dai miei errori. Mai.

Kabila ha portato Sofia al parco. Sono in cucina a lavare i piatti quando sento il mio compagno chiamarmi in sala. Non so perché ma qualcosa nella sua voce mi ha fatto venire i brividi.

La seconda verità universale è che non ascolto mai il mio istinto, nemmeno quando grida che c'è un problema.

Mi affaccio e lo vedo sul divano con in mano il pc portatile.

"Devi dirmi nulla?" La sua voce mi fa sobbalzare.

"A che ti riferisci?" Chiedo aggrottando la fronte.

"Dalla laurea a Sofía.. sono passati anni.. che hai fatto in quel tempo?" Panico. Una parola: scappa.

"E tu?" Cerco di sviare il discorso.

"Ti conosco abbastanza da sapere che rispondi con una domanda solo quando nascondi qualcosa.. avrei preferito che tu me ne parlassi ma sai cosa? Non ce n'è bisogno" gira lo schermo nella mia direzione: una foto di me e zulema armate con scritto ricercate. Non so cosa dire. Lui mi dà una spallata, esce dalla stanza.

Lo rincorro "Posso spiegare" dico fra le lacrime.

"Davvero? Io non sono sicuro di voler ascoltare altre bugie" è molto severo con me, non l'ho mai visto così, non sembra nemmeno lui.

"Mi vergogno di quella parte della mia vita.. non ti è mai successo? Avere una parte del tuo passato di cui non vai fiero?" Gli prendo la mano ma lui si libera immediatamente dalla presa.

"È questa la tua giustificazione? Sto crescendo la figlia di una ex detenuta che ha scopato con il primo che le capitava in un bar, chissà quanti te ne sei passata prima di rimanere incinta!" urla rabbioso mancandomi totalmente di rispetto.

Mi incazzo anche io, non può trattarmi in questo modo "Ma come cazzo ti permetti?! Sei solo un viziato che è cresciuto nella beatitudine.. che cazzo ne sai di ciò che ho passato? Come ti permetti di giudicarmi?"

"Zulema c'entra qualcosa?" mi blocco "Perché non mi sono bevuto la storia della vecchia amica.. Ci hai scopato? Non mi stupirei visto che sei una troia!" Senza nemmeno pensarci gli mollo uno schiaffo in pieno viso, lui si gira e mi molla un pugno in faccia che mi fa cadere e battere contro lo spigolo del cassettone. Mi ha fatto male.

Lo guardo, in parte spaventata e in parte senza parole.. ma chi è davvero?

Ha uno sguardo che non è il suo. Davanti a me c'è un'altra persona e mi rendo conto che la situazione è degenerata "Genaro vattene" Sento la faccia dolorante ma non me ne voglio occupare finché lui non sarà distante da me. Sono ancora sul pavimento, lui non sta dimostrando di essere pentito e questo mi preoccupa più di ogni altra cosa.

"Tranquilla.. non avevo intenzione di rimanere" mi dice tagliente, esce dalla stanza e sento sbattere la porta di casa.

Scoppio a piangere, mi passo la mano sul viso e scopro che mi sta uscendo del sangue. Prendo un respiro profondo e tiro fuori il telefono dalla tasca "Ehi Bionda!"

"Saray.." la mia voce è rotta.

"Maca che hai? È successo qualcosa?"

"Puoi venire da me?" Non mi va proprio di rimanere da sola.

"Arrivo immediatamente"

Mi alzo da terra e vado in bagno a sciacquarmi il viso. Effettivamente è un bel taglio sul sopracciglio ma niente di grave. A giudicare dal male, prevedo gonfiore e un occhio nero. Non riesco a specchiarmi, sono tra lo schifo e l'imbarazzo, metto un paio di occhiali da sole e mi convinco che non è successo nulla. Nel mentre che aspetto Saray, preparo le valige a Genaro e le mette vicino l'ingresso: lo voglio fuori di casa il più presto possibile.

I am a warrior Where stories live. Discover now