Capitolo 3 - Il gemello del Principe (E)

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Everly

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Everly

Guardo Maximilian alzarsi e accendere le luci.
La stanza è completamente nera e le uniche note di colore siamo io, lui e il suo ritratto.
Non oso alzare gli occhi verso di lui e mi rimetto in piedi lentamente.
Sento che mi fa male il fianco per il colpo ed è fastidioso, ma so anche che a breve sparirà il dolore.
Rimango ferma e aspetto un suo ordine mentre cammina verso l'enorme porta finestra: le sue ali ondeggiano e gli fanno da strascico.
Perché il Principe di Sonenclair non era di sangue puro? La Regina non sembrava una mutazione.
All'improvviso sento la porta della stanza aprirsi. Abbasso subito lo sguardo.
«Esci da qui, Nikolai. Sai perfettamente di non essere il benvenuto nella mia stanza» dice Maximilian e, alzando leggermente lo sguardo, lo vedo allargare le ali. Sembra voler minacciare il nuovo arrivato.
«E io faccio finta di crederci ancora. Volevo solo vedere la schiava» risponde l'altro, ignorando il fratello.
Il presunto Nikolai si avvicina a me e mi alza il viso. Chiudo gli occhi, non voglio essere richiamata ancora per la mia poca sottomissione. Dopodiché lo sento accarezzarmi la guancia e sussurrarmi: «Apri gli occhi. È un ordine.»
Non lo faccio. A quel punto, sento Maximilian sbuffare prima di dirmi:
«Aprili.»
Con riluttanza alzo le palpebre e davanti a me vedo... una persona che assomiglia a Maximilian, ma con alcuni lineamenti molto diversi, senza le ali e senza quei suoi spaventosi occhi gialli. È esattamente il Principe che ho incontrato nella sala del trono.
«Non puoi ucciderla, lo sai vero?» esclama Nikolai, rivolgendosi a suo fratello.
Sono della stessa altezza e stazza, hanno gli stessi occhi ma di colore diverso; pure i capelli sono acconciati ugualmente.
«È mia» dice lui guardandolo. «Farò di lei ciò che più mi aggrada.»
«È la legge. Non puoi ucciderla e invece guarda: le hai quasi spaccato la testa e sul collo ha dei lividi in formazione» lo rimprovera Nikolai, puntandomi. «Perché non la mandi direttamente al Colosseum?»
Il Colosseum è un'arena dove i Nobili si divertono a scommettere e vedere gli schiavi combattere tra di loro fino all'ultimo respiro. Solitamente vengono iscritti quelli più potenti, quelli che sicuramente daranno, ma non c'è un limite di età.
Una battaglia ha la possibilità di durare anche più di un giorno, ma gli schiavi vengono aiutati a uccidersi a vicenda quindi raramente dura più di trenta o quaranta minuti.
Porto la mano sulla mia tempia e sento qualcosa di viscido bagnarmi le dita. È il mio sangue.
Vedo Maximilian sbuffare, dare le spalle a noi due e uscire dalla porta finestra, prendendo il volo.
Sento Nikolai sospirare per poi girarsi verso di me. Abbasso subito gli occhi
«Siediti sul letto. Vediamo cosa posso fare per te» mi ordina mentre cammina verso l'armadio e tira fuori una valigetta del pronto soccorso.
Senza tentennamenti, faccio quello che mi chiede.
Nikolai si avvicina nuovamente a me e inizia a medicarmi.
«Comunque, io sono Nikolai, il gemello di Maximilian. Ti ha già dato un nome?»
Scuoto la testa leggermente e lo guardo. Non penso che "Bimba" lo sia, almeno.
«Allora come ti chiamavano?» mi chiede ancora, prima di appoggiare un panno tiepido sulla fronte.
«Elizabeth» rispondo trattenendo il respiro e mordendomi il labbro per il dolore.
«Mi scuso per il comportamento di mio fratello. È sempre stato così» lo protegge Nikolai, sorridendomi con dolcezza. Quando finisce di pulire via il sangue, deve aver notato che la ferita si è già rimarginata perché corruga la fronte visibilmente sorpreso e non dice niente.
Non lo guardo per più di qualche secondo prima di osservare le sue mani.
«Perché non era insieme alla famiglia reale oggi?» gli domando, curiosa.
«Ti prego, non darmi del lei. Ho rinunciato al titolo di Principe per fare il medico un paio di settimane fa. Teoricamente sono ancora un Principe per una settimana. Praticamente sono diventato medico di corte» mi spiega lui, mentre con delicatezza prende una crema e la spalma dove sicuramente è presente un livido scuro.
"Beh, che tempismo" penso sospettosa.
Quando termina, lo scruto.
«Tu perché porti dei guanti? Sei una mutazione? Puoi dirmelo, mantengo il segreto di Maximilian da anni.»
Nikolai mi rassicura e io sfrego le mani per mostrargli delle fiamme sui palmi. Se nessuno sa delle "caratteristiche" molto evidenti del Principe, sta dicendo la verità.
Mi guarda le dita con un'espressione meravigliata.
«È impressionante. Riesci a irradiare il fuoco da tutto il corpo oppure lo fai solo dalle mani?»
«Solo dalle mani» rispondo e congiungo i palmi per spegnere i fuochi.
All'improvviso Nikolai si prende la testa fra le mani e ringhia.
«Va tutto bene?» gli chiedo, scossa. Quando mi guarda, i suoi occhi non sembrano quelli di poco fa. Sono più luminosi, le iridi sono di uno strano colore tendente al rosso. Nel momento in cui riprende a respirare con affanno e batte le ciglia, sembrano ritornare normali. Appena si calma, raccoglie velocemente gli oggetti che ha utilizzato, ripone la valigetta nell'armadio e mi rivolge nuovamente la parola.
«Beh, è stato un piacere conoscerti Elizabeth, ma ora devo andare. Se avrai bisogno di me, io alloggio nelle camere della parte ovest del castello. Chiedi pure a mio fratello» dice, sorridendomi, poi prende la mia mano nella sua e mi bacia il dorso.
«Ti ringrazio per avermi medicata» rispondo, cercando di accennare un sorriso. Quello che è appena successo è davvero inquietante.
Lo guardo uscire fuori dalla stanza e un secondo dopo sento le ali di Maximilian.
Mi alzo dal letto e mi giro verso di lui, tenendo il viso abbassato per non guardarlo.
Sento che si avvicina a me e quando mi ritrovo con il viso a pochi centimetri dal suo petto, le parole che escono dalla sua bocca sembrano volermi accarezzare.
«Spogliati. Nel bagno ci sono dei vestiti per te da indossare. Poi vai a dormire. Domani usciremo presto. Troverai dei vestiti anche per questo. Prima che io mi svegli, dovrai essere già pronta. È chiaro, bimba?»
Non appena si allontana, mi chiedo quando mi darà un vero nome.
Mi dirigo verso l'unica porta che non ho ancora visto aperta e dietro ci trovo un bagno enorme.
La torre quindi deve essere un sostegno per un appartamento intero.
Il bagno è composto dai servizi, una cabina doccia e una piccola piscina. Sul soffitto, sopra quest'ultima, vedo installato un sistema per una cascata d'acqua.
Mi guardo ancora attorno prima di vedere una poltrona con dei vestiti piegati appoggiati su di essa a cui mi avvicino.
Sollevo i capi per la notte e noto che sono fortunatamente della mia taglia: una camicia in seta grigia con i pantaloncini abbinati.
Do un'occhiata anche al completo per domani e vedo un paio di pantaloncini in jeans scuri, una canottiera bianca e una giacca nera di pelle. Di fianco a questi vedo del semplice intimo in cotoneAi piedi della poltrona noto degli stivaletti pesanti.
All'improvviso ripenso a Evelyn, ai vestiti che cuciva per me e alla sua incredibile e folta chioma rosa.
Dopo essermi rinfrescata, mi vesto senza più pensare a nulla e ritorno in camera.
Non appena rimetto piede dentro, noto Maximilian sdraiato e sembra in dormiveglia, in posizione fetale su delle coperte nell'angolo più lontano dal letto.
Perché non ha sistemato me in quell'angolo e non ha tenuto per sé il letto?
Senza svegliarlo mi sistemo sopra le lenzuola e chiudo gli occhi solo per riposarli. Devo rimanere completamente sveglia.

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