III capitolo

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Ero persa. Sciolta. Disintegrata. Quello sguardo mi aveva distrutto e ricomposto in un solo battito di ciglia.

Un momento prima ero un miliardo di atomi, un attimo dopo materia.

Mia in carne e ossa di fronte a un essere così bello da sembrare evanescente. Deglutii e lui se ne accorse. Forse ero stata in silenzio per troppo tempo, o forse no. Forse avevo solo perso la concezione del tempo. Non ci stavo capendo più nulla, la sua vicinanza non aiutava per niente anzi, aumentava la confusione.

Sostenni il suo sguardo, non lo avrei mai abbassato di fronte a uno sconosciuto, tantomeno di fronte a un ragazzo. Lui fece lo stesso. Ci guardammo intensamente negli occhi per un tempo infinito e fece ancora un passo nella mia direzione.

Appoggiò i palmi delle mani ai fianchi della mia testa e senza distogliere lo sguardo si abbassò alla mia altezza, inarcando leggermente la schiena. 

"Nella tua parte d'Italia non usate un po' d'inventiva insieme all'alcol? Vi limitate a ubriacarvi in solitaria?"

La sua voce mi risvegliò.

 
Risvegliò parti del mio corpo che erano rimaste assopite per troppo tempo, insieme a un desiderio carnale che mi stava torturando internamente.
La sua voce roca e bassa continuò a intonare melodie per le mie orecchie. 

"Beh? Di' qualcosa no?" Mi disse, piegando la testa di lato e continuando a guardarmi con la bocca socchiusa.

 
I miei occhi virarono immediatamente lì e potei notare la perfezione di quelle labbra, carnose ma non troppo si schiudevano lasciando intravedere la punta della lingua che premeva contro i denti. Quella visione mi eccitò più del previsto e decisi di stare al suo gioco. Decisi di mettere da parte timori e preoccupazioni, barriere e difese e tornare a essere la Mia di una volta, ma solo per quella sera. 

Domani sarebbe stato un giorno nuovo, un giorno diverso.

"Stavo valutando quanto ancora dovrai invadere il mio spazio e darmi fastidio." Risposi.

 
Colpito e affondato. 

Non se l'aspettava. Franzi sarebbe orgogliosa di me. Sorrisi sardonica e continuai a guardarlo. Osservandolo senza dar troppo nell'occhio notai dei particolari che prima mi erano sfuggiti. Dal beanie non spuntavano capelli, probabilmente li aveva molto corti e sulla parte posteriore del collo si intravedeva la linea di un tatuaggio. Indugiai brevemente sul collo tenendo a bada l'istinto di avvinghiarmi a lui con un salto e posarci su dei baci per niente casti. Fallen Angel non sembrò del tutto sorpreso dal mio atteggiamento, anzi. 

Lo prese come un invito a continuare, e io lo lasciai fare.

"Facciamo un gioco. Ti insegno un modo alternativo per bere tequila sale e limone. Inizio io."
Si accovacciò sulle ginocchia e mi ordinò di fare lo stesso, ma io preferì sedermi direttamente col sedere a terra. Non ero mai stata una tipa schizzinosa, figuriamoci in quel momento.

 Il ragazzo dagli occhi di gatto riempì di tequila fino all'orlo l'unico bicchierino che avevo portato con me. Prese la fettina di limone con la mano sinistra e si posizionò di fronte, con la mano destra mi raccolse i capelli dietro la nuca tenendoli fermi mentre il mio cuore non sapeva più a quale comando rispondere.

 Alternava momenti di bradicardia a momenti di tachicardia.

 Ci manca solo l'iperventilazione e stiamo a posto.

Ma lui non sembrava essersi accorto di nulla, né dei miei pensieri né del mio cuore indisciplinato. 

Con tutta la delicatezza possibile strofinò il limone sul lato del collo scoperto e ci fece cadere su del sale. La sua mano sul mio collo e il contatto con il succo freddo provocarono dei piccoli brividi di piacere che si irradiarono da quel punto in tutto il corpo, come piccole scosse elettriche, raggiungendo i capezzoli nascosti, per fortuna, dal ricamo sulla bralette e il punto più sensibile tra le cosce. Ero riuscita a camuffare gli altri segnali ma il respiro spezzato mi tradì. Lui non mi guardò mentre prendeva il bicchierino con la mano libera, ma un sorrisetto appena celato mi fece capire che aveva notato l'effetto delle sue mani su di me, e che il suo ego maschile ne fosse soddisfatto.

Your eyes. My eyesWhere stories live. Discover now