10. Tell me what you want, what you really really want

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If you want my future, forget my past
If you wanna get with me, better make it fast
Now don't go wasting my precious time
Get your act together we could be just fine.

Spice Girls, Wannabe

L'indomani la corazza di donna combattiva, volitiva e imperturbabile è tornata al proprio posto. Farò un ultimo tentativo con Alberto dopodiché, se continuerà a non darmi ascolto, organizzerò la trasferta in Provenza accompagnando Malaguti.

Poiché, come da previsione, il capo è troppo impegnato per dedicarmi cinque minuti, prenoto due biglietti aerei per l'aeroporto di Marsiglia, il più vicino ad Aix en Provence, e un alloggio nelle vicinanze dell'edificio che ospiterà la succursale cittadina di Brancia & Associati.

Quando lo comunico all'associato interessato, un ghigno di trionfo gli sale alle labbra ma almeno ha la decenza di non commentare.

Sabato mattina ci troviamo a Fiumicino, puntuali al gate.

Malaguti è parecchio nervoso ma, considerando quanto ho appreso da mamma durante la nostra serata tra donne e i titoli dei maggiori quotidiani in questi giorni, la cosa non mi sorprende.

Per fortuna l'avvocato viaggia in business class mentre io, per quanto lui abbia insistito circa la possibilità di giustificare la trasferta come spesa di rappresentanza, in economy, così non mi toccherà sopportarlo per tutto il viaggio.

Mi è toccato un posto vicino al finestrino, però per arrivarci devo far scomodare un passeggero seduto nella poltrona che apre la fila di sedili.

L'uomo, il cui viso non mi è nuovo, non sembra comunque seccarsi troppo, anzi mi rivolge un sorriso gentile, che ricambio per mera cortesia. Questa trasferta mi riserverà ben pochi motivi di allegria, me lo sento.

A conferma del triste presagio, mi accorgo che il finestrino affaccia sull'ala dell'aereo, ergo la vista durante il volo non sarà delle migliori. Sospiro scoraggiata, tirando fuori dalla borsa una copia sgualcita de La disobbedienza civile di Thoreau, recuperata in extremis dal comodino prima di uscire di casa.

Devo essermi addormentata durante la lettura perché l'annuncio di atterraggio a Marsiglia giunge ovattato alle mie orecchie.

‹‹Ben svegliata›› mi saluta il vicino di posto.

Impiego qualche secondo per metterlo a fuoco, notando i capelli mossi e chiari così come gli occhi, di una tonalità che li fa sembrare gialli. Occhi da gatto, mi viene da pensare.

Nel frattempo siamo atterrati, quindi gli altri passeggeri cominciano a recuperare i bagagli a mano, come fa anche lui, offrendosi peraltro di dare una mano con il mio trolley. Ma sono sempre stata una che si porta i pesi da sola, quindi rifiuto attendendo che il passaggio sia libero per sbarcare.

Ritrovo Malaguti e decidiamo di dividere un taxi che ci porti in albergo a depositare le valigie e rinfrescarci, per poi recarci subito alla sede della succursale.

L'aeroporto di Marsiglia dista circa un quarto d'ora da Aix en Provence.

All'inizio il tassista pare averci scambiati per turisti, dunque si dilunga nel tessere in un italiano stentato le lodi del centro che ci ospiterà per l'intero weekend tuttavia, in un secondo momento, con un'occhiata allo specchietto retrovisore a un Malaguti intento a studiare alcuni fascicoli, capisce che potrebbero essere altri i motivi alla base del nostro viaggio e, udito il mio francese fluente, comincia a parlar male dell'amministrazione Macron, lodando invece il movimento dei Gilet Gialli.

Tra un'invettiva e l'altra giungiamo a destinazione, all'Hotel Cezanne, nella cui hall ci diamo appuntamento per il pranzo, in seguito al quale andremo a visitare la sede della succursale.

Mentre sto salendo in camera, mi pare di scorgere nei pressi della reception un paio di occhi gialli, come quelli del vicino di posto in aereo.

Scuoto la testa, andando a stendermi per un po'.

Malaguti aveva ragione circa lo stato di avanzamento dei lavori.

La prima succursale estera di Brancia & Associati è quasi pronta.

Ha sede in un palazzo vicino al campus dell'Università Aix-Marseille, a metà strada tra la facoltà di Legge e Scienze Politiche e quella di Arte, Letteratura e Scienze Umane. Per la prima volta da quando ho lasciato la Sorbonne mi trovo non distante da un ambiente universitario però impedisco alla nostalgia di assalirmi, concentrandomi sullo stile moderno con cui il nuovo studio legale è arredato. Scorgo immediatamente lo zampino di Carolina Monti nel miscuglio di toni freddi e legno, lo stesso del suo ufficio alla MCR Architetti Associati.

Il pensiero corre inevitabilmente dalla sorella al fratello ma vengo distratta dall'associato attualmente presente, che domanda: ‹‹Impressioni?››

Lascio correre lo sguardo in giro per abbracciare i vari ambienti: ‹‹Sembra ben progettata e arredata con gusto. Mi auguro sia funzionale per futuri dipendenti e clienti››.

‹‹Quindi anche per lei?›› rilancia lui, riprendendo il filone complottista già esposto di recente ma, per fortuna, lo squillo del suo cellulare mi evita di rispondere. Non sono del tutto sicura, infatti, di quale sarà il mio futuro da Brancia & Associati; se a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, l'essermi recata qui con Malaguti senza il permesso del mio diretto superiore avrà di certo delle conseguenze che, al momento, mi risultano imprevedibili. In qualche modo le mie fosche riflessioni devono aver evocato il mio capo, perché pare esserci proprio lui all'altro capo della cornetta.

‹‹Ne avevamo già discusso, Alberto›› sento infatti rispondere Malaguti ‹‹Non sarebbe più stato opportuno attendere oltre››.

Segue replica immediata, di cui avverto il tono affatto conciliante anche senza vivavoce attivo.

‹‹La De Giorgis non è mica l'unica impiegata competente lì dentro›› ribatte Alvaro ‹‹Tra l'altro, dati i recenti sviluppi, mi stupisce che non abbia già presentato le dimissioni››.

Vedo Malaguti sbiancare, poi stringere lo smartphone con così tanta forza da sembrare che voglia scagliarlo lontano. ‹‹Se lo ha fatto, non c'è motivo di discutere oltre››. Il tono di Malaguti rende palese il suo malessere ma, proprio quando sto per convincermi che la conversazione non potrebbe prendere una piega più spiacevole, l'associato assesta la stilettata finale: ‹‹A proposito della tua qualificatissima segretaria, vuoi che te la saluti? È proprio accanto a me in questo momento››.

Il tono allusivo, accompagnato da un ghigno diretto a me, dal momento che Alberto non può vederlo, mi fa infuriare.

Abbandono immediatamente l'edificio, mollando lì Malaguti e il suo stupido telefono. Mi è chiaro che, al di là di tutti i discorsi da amico, mi abbia in qualche modo usata anche lui. Del resto, cosa avrei dovuto aspettarmi da un tipo del genere?

Giunta in strada, provo a calmarmi facendo respiri profondi.

Il mio contratto da Brancia & Associati è a tempo determinato e sta per scadere.

Non mi è stato proposto un rinnovo e, d'altra parte, non lo accetterei, perché in questi mesi ho messo da parte abbastanza da poter pensare in maniera seria a un piano di rilancio accademico, magari appoggiandomi a un lavoretto part time mentre riprendo i contatti con l'ambiente.

Inoltre non sono tenuta a fornire alcuna spiegazione ad Alberto, perché ho agito nel pieno interesse dello studio legale coadiuvando un associato dietro espressa richiesta quando nessun altro poteva farlo. E allora perché, nonostante tutto, avverto un vago senso di colpa in fondo allo stomaco?

‹‹Si sente bene?››

Una voce alle spalle mi fa sobbalzare.

Quello che siamo diventatiWhere stories live. Discover now