Epilogo - Parigi non è per cambiare aerei, è per cambiare vita

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Ma tu non vergognarti del viaggio. La vita, credimi, non è un fascio di speranze perdute, un puzzolente ricamo di mimose, la vita raglia e cavalca nel suo incessante splendore.

Margaret Mazzantini, Splendore

Parigi è sempre una buona idea, dicono.

A meno che tu non faccia il lavoro dei tuoi sogni condividendo la vita con l'uomo dei tuoi sogni. Allora la Ville Lumière, città di innamorati e sognatori, diviene un luogo come un altro in cui vivere.

Alberto Brancia Testasecca e io abbiamo appena festeggiato l'ennesimo anniversario del fatidico giorno in cui si presentò a Parigi per propormi di ridefinire insieme le nostre priorità, cosa che pare esserci riuscita piuttosto bene.

Lo scorso anno ci siamo trasferiti in pianta stabile da Aix en Provence a Parigi, dove Brancia & Associati ha aperto una seconda succursale francese di cui si occuperà proprio Alberto mentre io continuerò a insegnare all'università.

Il contratto di ricerca dell'università Aix-Marseille è stato prorogato di anno in anno finché non ho deciso di rescinderlo per tentare nuovamente il grande salto.

Quest'anno ho ottenuto l'incarico di maître des conferences alla facoltà di Filosofia della Sorbonne, coronando, peraltro in modo del tutto inaspettato, un altro sogno nel cassetto, ossia quello di ricevere una proposta di matrimonio in cima alla Tour Eiffel.

Vedere inginocchiarsi Alberto nella fredda sera parigina, con tanto di anello di famiglia, mi ha fatto un certo effetto, lo stesso che percepisco ogni volta che vedo sbrilluccicare l'ametista di nonna Linda al mio anulare, presto sovrastato da una fede in oro bianco che mi renderà ufficialmente la signora Brancia Testasecca.

Non che Alberto non ci avesse già pensato, anzi; l'eventualità di coronare la nostra relazione unendoci nel sacro vincolo del matrimonio - alla luce, poi, della nascita di nostra figlia Virginia – ha costituito per lungo tempo l'oggetto della maggior parte dei nostri litigi di coppia, in quanto sono sempre stata assolutamente contraria a una celebrazione affrettata a causa di pressioni o cause di forza maggiore – come la gravidanza, appunto – prima di raggiungere la piena realizzazione professionale.

Eppure l'amore per il rosso del mio cuore mi ha, nel corso degli anni, ammorbidita, dimostrazione data dal fatto che, pur considerando l'istinto materno una mera leggenda metropolitana, ho assecondato il desiderio di allargare la famiglia del mio futuro consorte, dimenticando piuttosto presto le consuete precauzioni del caso insieme alle resistenze sul tema della maternità.

A contribuire in tal senso è stata anche la presenza assidua di Attilio, che fa la spola tra qui e Roma, dove sono rimasti Carlotta, Alessandro e gran parte del resto delle nostre famiglie.

Proprio per accoglierlo come si deve nell'appartamento sugli Champs-Élysées dove Alberto, Virginia e io ci siamo trasferiti di recente, rincaso un po' prima ma è solo quando sento la porta aprirsi e il salotto riempirsi di luci, voci e musica che esprimo un desiderio nella brezza della sera parigina: poter essere sempre felice di quello che siamo diventati.

Quello che siamo diventatiWhere stories live. Discover now